"How I dearly wish I was not here, in the seaside town that they forgot to bomb. Come come come, nuclear bomb." (Morrissey - Everyday is like sunday)
Aspettammo e continuammo ad aspettare. Tutti quanti. Lo strizzacervelli non sapeva che l'attesa è una di quelle cose che fa impazzire la gente? La gente aspettava per tutta la vita. Aspettava per vivere, aspettava per morire. Aspettava in fila per comperare la carta igienica. Aspettava in fila per prendere i quattrini. E se non aveva quattrini aspettava in file più lunghe. Aspettavi per dormire e poi aspettavi per svegliarti. Aspettavi per sposarti e poi aspettavi per divorziare. Aspettavi che piovesse, poi aspettavi che smettesse. Aspettavi per mangiare, poi aspettavi per mangiare di nuovo. Aspettavi nello studio di uno strizzacervelli con una masnada di psicopatici e ti chiedevi se lo fossi anche tu.( Pulp, Charles Bukowski)
"L'amore è una forma di pregiudizio. Si ama quello di cui si ha bisogno, quello che ci fa star bene, quello che ci fa comodo. Come fai a dire che ami una persona, quando al mondo ci sono migliaia di persone che potresti amare di più, se solo le incontrassi? Il fatto è che non le incontri."
"D'accordo, comunque si tende sempre al meglio."
"Concesso. Ma dobbiamo renderci conto che l'amore non è che il risultato di un incontro casuale. La gente gli dà troppa importanza." .( Musica per organi caldi, Charles Bukowski)
A volte mi sento come se fossi destinato a essere sempre dietro le quinte quando arriva una scena madre. Come se Dio mi avesse scelto come vittima di un cosmico tiro mancino, assegnandomi poco più di una comparsata nella mia stessa vita. Altre volte mi sento come se non avessi altro ròle che quello dello spettatore di storie di altra gente, e per di più fossi condannato a lasciare il mio posto sempre al momento cruciale, e andare in cucina a farmi una tazza di tè proprio quando arriva la resa dei conti. (La banda dei brocchi, Jonathan Coe)
"Non vuoi proprio farlo, vero?"
"Fare che cosa?"
"Non vuoi uscire. Non vuoi prendere la vita per la gola e darle una bella scrollata. Non lo farai mai, vero Benjamin? Non correrai mai rischi. Qualcuno ti offre un modo per andare via da questo posto di merda per due giorni, e andare a vedere succedere qualcosa, succedere davvero, ma no, tu non vuoi. Tu preferisci startene a casa con il babbo e la mamma e... non so, mettere la tua stupida collezione di dischi in ordine alfabetico o roba del genere. Assicurarti che i Soft Machine vengano prima degli Stackridge." (La banda dei brocchi, Jonathan Coe)
"...Champagne. Roviniamoci e compriamo una bottiglia."
"Puoi permettertelo?"
"Certo. E' un'occasione speciale." E poi, prendendo finalmente coraggio, aggiunse: "Più di quanto tu creda".
Il cuore di Lois perse un battito. "Che vuoi dire?"
Malcom sfiorò la scatoletta di pelle nella tasca della giacca. Non intendeva domandarglielo così presto, ma era inutile: non riusciva a trattenersi.
"Guarda, amore, lo sai cosa penso di te, no?"
Lois non rispose. Sì limitò a guardarlo, e gli occhi le si riempirono di lacrime.
"Ti amo," disse Malcom. "Sono pazzo di te." Prese fiato, un respiro profondissimo. "Devo dirti qualcosa. Devo chiederti qualcosa." Le prese la mano, e gliela tenne stretta. Come se non volesse lasciarla più. "Lo sai che cosa?"
Certo che lo sapeva. E naturalmente Malcom sapeva già come avrebbe risposto. Si comprendevano perfettamente, in quel momento. Erano così vicini l'uno all'altra e così vicini alla felciità , tanto quanto potevano esserlo due persone. E così Malcom non la fece mai, quella domanda.
Alle otto e venti in punto il timer innescò il detonatore, le batterie elettriche diedero corrente ai cavi, e dalla parte opposta del pub esplosero quindici chili di gelignite.
E fu a quel modo che finì, per la Pollastrella e il Capellone.
(La banda dei brocchi, Jonathan Coe)
I know I'm unloveable
You don't have to tell me
I don't have much in my life
But take it, it's yours
I know I'm unloveable
You don't have to tell me
Message received
Loud and clear
I don't have much in my life
But take it, it's yours
I wear black on the outside
Because black is how I feel on the inside
I wear black on the outside
Because black is how I feel on the inside
And if I seem a little strange
Well, that's because I am
If I seem a little strange
That's because I am
But I know that you would like me
If only you could see me
If only you would meet me
(Unloveable, The Smiths)
Io non sono un figlio del mio tempo, anzi, mi riesce difficile non definirmi addirittura suo nemico. Non che io non lo capisca, come tante volte sostengo. Questo è solo una scusa di comodo. Per indolenza, semplicemente, non voglio essere aggressivo o astioso, e perciò dico che una cosa non la capisco quando dovrei dire che la odio o la disprezzo. Ho l'orecchio fine, ma faccio il sordo. Mi pare più elegante fingere un difetto che ammettere di aver sentito rumori volgari. (La cripta dei cappuccini, Joseph Roth)
Gli ubriachi delle tre di notte, in tutta l'America, stavano fissando un muro, dopo averci finalmente rinunciato. Non che fosse necessario essere ubriachi per soffrire, per farsi annientare da una donna, ma se uno soffriva poteva anche darsi che finisse ubriaco. Certo, capita a tutti, soprattutto ai giovani, di pensare di avere il mondo in pugno, e a volte è anche vero. Ma nell'attimo stesso in cui uno è convinto che tutto vada per il meglio, ci sono leggi statistiche che lavorano alle tue spalle, pronte a fregarti. E una notte, un caldo giovedì d'estate, quell'uno diventa l'ubriaco e se ne sta da solo in una squallida camera d'affitto e poco importa se c'è già stato un mucchio di volte, non gli è di nessun aiuto, anzi, semmai è peggio perché quell'uno si era illuso di esserci uscito del tutto. E allora non gli resta che scrutare le pareti scrostate in cerca di labbra e di occhi. Era incomprensibile quello che gli uomini e le donne riuscivano a farsi. (Musica per organi caldi, Charles Bukowski)
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