VENITE PURE AVANTI VOI CON IL NASO CORTO; SIGNORI IMBELLETTATI IO PIU NON VI SOPPORTO.
INFILERò LA PENNA BEN DENTRO AL VOSTRO ORGOGLIO, PERCHè CON QUESTA SPADA,VI UCCIDO QUANDO VOGLIO.
VENITE PURE AVANTI SIGNORI IMBELLETTATI, INUTILI CANTANTI DI GIORNI SCIAGURATI.
BUFFONI CHE CAMPATE DI VERSI SENZA FORZA, AVRETE SOLDI E GLORIA MA NON AVETE SCORZA. GODETEVI IL SUCCESSO, GODETE FINCHé DURA CHE IL PUBBLICO E’ AMMAESTRATO E NON VI FA PAURA, E ANDATE CHISSà DOVE PER NON PAGARE LE TASSE COL GHIGNO E L’IGNORANZA DEI PRIMI DELLA CLASSE;
IO SONO SOLO UN POVERO CADETTO DI GUASCOGNA PERò NON LA SOPPORTO LA GENTE CHE NON SOGNA, GLI APPELLI E L’ARRIVISMO, ALL’AMO NON ABBOCCO E AL FIN DELLA LICENZA IO NON PERDONO E TOCCO.
FACCIAMOLA FINITA: VENITE TUTTI AVANTI, NUOVI PROTAGONISTI, POLITICI RAMPANTI.
VENITE PORTABORSE, RUFFIANI, MEZZE CALZE, FEROCI CONDUTTORI DI TRASMISSIONI FALSE, CHE AVETE SPESSO FATTO DEL QUALUNQUISMO UN’ARTE.
CORAGGIO LIBERISTI! BUTTATE GIU’ LE CARTE, TANTO CI SARA’ SEMPRE CHI PAGHERA’ LE SPESE IN QUESTO BENEDETTO ASSURDO BEL PAESE.
NON ME NE FREGA NIENTE SE ANCH IO SONO SBAGLIATO :
SPIACERE IL MIO PIACERE, IO AMO ESSERE ODIATO; COI FURBI E I PREPOTENTI DA SEMPRE MI BALOCCO E AL FIN DELLA LICENZA IO NON PERDONO E TOCCO.
VENITE GENTE VUOTA, FACCIAMOLA FINITA, VOI PRETI CHE VENDETE A TUTTI UN’ALTRA VITA. SE C’E’, COME VOI DITE, UN DIO DELL’INFINITO, GUARDATEVI NEL CUORE: L’AVETE GIA’ TRADITO.
E VOI MATERIALISTI COL VOSTRO CHIODO FISSO CHE DIO E’ MORTO E L UOMO E’ SOLO IN QUESTO ABISSO: LE VERITA’ CERCATE PER TERRA DA MAIALI, GUARDATEVI LE GHIANDE E LASCIATEMI LE ALI.
TORNATE A CASA NANI, LEVATEVI DAVANTI, PER LA MIA RABBIA ENORME MI SERVONO GIGANTI.
AI DOGMI E AI PREGIUDIZI DA SEMPRE NON ABBOCCO. E AL FIN DELLA LICENZA IO NON PERDONO E TOCCO!
LA VITA è FANTASTICA SE SI SA COME VIVERLA....
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FOLLIA PASSIONE RICERCA FORZA INTERESSE SCAZZO NEVROSI VIAGGIO DESERTO SOLE VENTO GRAFFIO NOTTE VARCO DESIDERIO AMORE DESIDERIO AGAPE LUCE VIZIO COLORE DOLORE LOTTA VITTORIA ....
INSOMMA: LARA
IN PRIMO LUOGO OSSERVATE CON QUANTA PREVIDENZA LA NATURA, MADRE E ARTEFICE DEL GENERE UMANO, EBBE CURA DI SPARGERE DAPPERTUTTO UN PIZZICO DI FOLLIA. SE, INFATTI, SECONDO LA DEFINIZIONE STOICA, LA SAGGEZZA CONSISTE NEL FARSI GUIDARE DALLA RAGIONE, MENTRE, AL CONTRARIO, LA FOLLIA CONSISTE NEL FARSI TRASCINARE DALLE PASSIONI, PERCHE' LA VITA UMANA NON FOSSE DEL TUTTO IMPRONTATA A MALINCONICA SEVERITA', GIOVE INFUSE NELL'UOMO MOLTA PIù PASSIONE CHE RAGIONE: PRESS'A POCO NELLA PROPORZIONE DI MEZZ'ONCIA AD UN ASSE. RELEGO' INOLTRE LA RAGIONE IN UN ANGOLINO DELLA TESTA LASCIANDO IL RESTO DEL CORPO AI TURBAMENTI DELLE PASSIONI. QUINDI, ALLA SOLA RAGIONE CONTRAPPOSE DUE SPECIE DI VIOLENTISSIMI TIRANNI: L'IRA, CHE OCCUPA LA ROCCA DEL PETTO E IL CUORE STESSO CHE E' LA FONTE DELLA VITA, E LA CONCUPISCENZA CHE ESTENDE IL SUO DOMINIO FINO AL BASSO VENTRE. QUANTO VALGA LA RAGIONE CONTRO QUESTE DUE AGGUERRITE AVVERSARIE CE LO DICE A SUFFICIENZA LA CONDOTTA ABITUALE DEGLI UOMINI: LA RAGIONE PUò SOLO PROTESTARE, E LO FA FINO A PERDERCI LA VOCE, ENUNCIANDO I PRINCIPI MORALI; MA QUELLE, RIVOLTANDOSI ALLA LORO REGINA, LA SUBISSANO DI GRIDA ODIOSE, FINCHE' LEI, PROSTRATA, CEDE SPONTANEAMENTE DICHIARANDOSI VINTA.
Non scalerò montagne per te e non attraverserò deserti: e ci sono anche poche possibilità che varchi gli oceani a nuoto, solo per vederti... non t'illuminerò una piazza, non scriverò il tuo nome nel cielo, non ti andrò a prendere nessuna stella... non combatterò per te né draghi, né mulini a vento, né demoni dell'inferno... no, per te non farò niente di tutto questo... Per te mi venderò, per te farò il buffone, mi darò sempre torto anche quando avrò ragione, appenderò il violino a una stella che tu sai, perché soltanto tu, soltanto tu lo suonerai; sarò la tua signora vestita in raso rosa, antica come un quadro, bella, altera, un po' sdegnosa, il passero che a sera danza sui ginocchi tuoi, sarò l'eroe dei sogni che nessuno ha fatto mai.
Perché mi batterò per te con un esercito di idraulici condomini, dentisti, rompipalle, bottegai, mi coprirò delle ferite della noia, quelle che nessuno vede e non sanguinano mai, per te... per te... per te... per te... per te... per te... per te... per te... Per te io mentirò giurando su mia madre, e laverò anche i vetri agli incroci delle strade; mi toglierò le ali affittate a un baraccone, perché volar da soli è solamente un'illusione.
Non mi confonderò mai più con questa compagnia di geni sempre soli, sempre con il «coso» in mano a dirsi «quanto siamo bravi, Dio, ma come siamo bravi...» e che da piccoli era meglio che giocassero al meccano: è più difficile spostare l'esistenza un po' più giù del cielo e diventare un uomo, per te.