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Il suono (dal latino sonus) è la sensazione data dalla vibrazione di un corpo in oscillazione. Tale vibrazione, che si propaga nell'aria o in un altro mezzo elastico, raggiunge l'orecchio che, tramite un complesso meccanismo interno, è responsabile della creazione di una sensazione "uditiva" direttamente correlata alla natura della vibrazione.Come tutte le onde, anche quelle sonore sono caratterizzate da una frequenza (che nel caso del suono è in diretta, ma non esclusiva, relazione con la percezione dell'altezza) e un'intensità (che è in diretta, ma non esclusiva, relazione con il cosiddetto "volume" del suono). Inoltre, caratteristica saliente delle onde sonore è la forma d'onda stessa, che rende in gran parte ragione delle differenze cosiddette di timbro che si percepiscono tra diverse tipologie di suono.L'altezza è la qualità che fa distinguere un suono acuto da uno grave. Dipende in massima parte dalla frequenza ma anche dalla intensità . L'orecchio umano percepisce solo i suoni che vanno da 20 a 20.000 oscillazioni al secondo. Al di sotto abbiamo gli infrasuoni, al di sopra gli ultrasuoni. Il sonar, ma anche i delfini ed i pipistrelli percepiscono gli ultrasuoni mentre gli elefanti percepiscono gli infrasuoni.La pratica musicale copre una gamma di suoni, le cui fondamentali vanno dal do grave che ha circa 65 oscillazioni semplici al secondo al do acuto che ha 8276 oscillazioni semplici. La voce umana ha un registro ancora più limitato. Per calcolare l'altezza dei suoni, è stato scelto come punto di riferimento il La3 (= ottava centrale del pianoforte) che chiamiamo diapason o corista. La frequenza del diapason, che fino al XIX secolo variava di Paese in Paese e anche a seconda del tipo di musica da eseguire (sacra, da camera etc.) è stata determinata da diversi congressi: nel 1885, al Congresso di Vienna, si stabilì che il La3 corrispondesse a 870 oscillazioni semplici che, a loro volta, corrispondevano a 435 oscillazioni doppie. Ora invece il valore di riferimento, stabilito dalla Conferenza di Londra del 1939, è 440 vibrazioni doppie, quindi 880 semplici.Il volume che viene spesso anche chiamato - colloquialmente ed erroneamente - intensità , è la qualità sonora associata alla percezione della forza di un suono, ed è determinato dalla pressione che l'onda sonora esercita sul timpano: quest'ultima è a sua volta determinata dall'ampiezza della vibrazione e dalla distanza del punto di percezione da quello di emissione del suono. In particolare, la pressione di un'onda sonora sferica emessa da una sorgente puntiforme risulta essere proporzionale al reciproco della distanza.Per misurare il volume percepito di un suono, si fa spesso riferimento al livello sonoro, che viene calcolato in decibel. L'intensità di un'onda sonora è invece definita come la quantità di energia che passa attraverso l'unità di area nell'intervallo di tempo unitario. Quindi se l'energia E passa attraverso l'area A nel tempo t, l'intensità I dell'onda è I = E / At = Pac / A, dove si è tenuto conto della definizione di potenza Pac come rapporto fra l'energia e il tempo in cui viene sviluppata (Pac = E / t).L'intensità si può esprimere anche a partire dalla pressione e dalla velocità dell'onda (indicando con T il periododell’onda).Come si può vedere l'intensità decresce come il reciproco del quadrato della distanza: e quindi molto più rapidamente della pressione Anche per l'intensità si dà una definizione di livello in unità logaritmiche (decibel):In questo caso l'intensità di riferimento Io vale 10-12W/m2Il timbro, è la qualità che, a parità di frequenza, distingue un suono da un altro. Il timbro dipende dalla forma dell'onda sonora, determinata dalla sovrapposizione delle onde sinusoidali caratterizzate dai suoni fondamentali e dai loro armonici. Dal punto di vista della produzione del suono, il timbro è determinato dalla natura (forma e composizione) della sorgente del suono e dalla maniera in cui questa viene posta in oscillazione.La scomposizione di un suono nelle proprie componenti sinusoidali fondamentali è detta analisi in frequenza. La frequenze vengono misurate in Hz, ovvero oscillazioni al secondo. Le armoniche di un suono sono suoni con frequenze che sono multipli interi del suono principale. Nella musica, tanto più un suono è composto da diverse componenti, tanto più esso risulta complesso: si va dal suono di un flauto dolce, composto dalla fondamentale e da pochissime armoniche, al suono degli strumenti ad arco, composto da moltissime frequenze armoniche secondarie.Tanto più le frequenze secondarie che si sovrappongono alla principale non sono armoniche (ovvero hanno frequenze che non sono multipli interi della fondamentale), tanto più ci si avvicina al rumore.Si può distinguere il concetto di suono da quello di rumore. Il suono è in generale una sensazione che nasce nell'uomo quando una perturbazione abbiamo a che fare con suoni i cui stimoli acustici hanno le componenti in frequenza (vedi trasformata di Fourier) multipli della frequenza fondamentale. Il rumore è comunemente identificato come una sensazione uditiva sgradevole e fastidiosa o intollerabile. L'orecchio umano è più sensibile agli stimoli acustici le cui frequenze siano comprese fra i 20 Hz e i 20 kHz.-------------------------------------------------------- -Il basso elettrico nasce in California nell'ottobre del 1951, ad opera di Clarence Leo Fender (Fullerton - U.S.A. 1909 - 1991). Il suo nome era "Fender Precision Bass", assomigliava ad una chitarra Telecaster (chitarra elettrica solid-body lanciata dalla Fender nel 1948, con il nome di Broadcaster) con un lungo manico e solo quattro corde, accordate, come il contrabbasso, per quarte giuste (MI-LA-RE-SOL), un'ottava sotto le quattro corde più basse della chitarra. L'idea di Leo Fender, scaturita consequenzialmente all'invenzione della chitarra elettrica solid-body, era quella di fornire ai chitarristi e ai contrabbassisti, uno strumento cordofono elettrico dal registro basso, con i tasti, agevole da suonare, con un suono potente e definito e, fattore non secondario, comodo da trasportare. Il processo storico e tecnologico che ha portato all'invenzione del basso elettrico è legato a filo doppio con quello della chitarra e del contrabbasso. Diamo quindi un breve sguardo alla storia di questi due strumenti, osservandola in modo particolare dal punto di vista dell'amplificazione del suono, argomento direttamente collegato con la nascita del basso elettrico.Il contrabbassovioloneIl contrabbasso è uno strumento che appartiene alla famiglia delle viole (violino, viola, violoncello), possiamo dire, date le sue dimensioni, che è un violino gigante. Come il violino, la principale modalità di azione sulle corde viene esercitata dall'archetto, ciò non esclude l'uso del pizzicato sia in ambito classico che, soprattutto, nel campo jazzistico. Le origini degli strumenti ad arco si perdono nella notte dei tempi e, senza dilungarci troppo, diciamo subito che il contrabbasso deriva, come gli altri strumenti della sua famiglia, dal nutrito gruppo delle viole medievali e in particolare da quelle dette "da gamba". Cominciamo ad avere notizie di questo strumento nel corso del '500, il nome e la forma sono ancora incerti: contrabbasso di viola, basso di viola, arciviola contrabbassa, violone sono i suoi appellativi. Anche il numero delle corde (3, 4, e 5 corde) e l'accordatura stessa (per quinte o per quarte) non si stabilizzeranno fino alla metà dell'ottocento. Nei due secoli successivi, con l'affermarsi della musica strumentale e il conseguente sviluppo della liuteria (soprattutto italiana: Amati, Stradivari, Guarnieri, ecc.), gli strumenti ad arco raggiungono il massimo splendore, sia in tecnica costruttiva che in quella musicale. Il ruolo del contrabbasso si limita, fino alla fine del '700, al raddoppio, un'ottava sotto, della parte del violoncello, sostenendo così umilmente l'edificio armonico.Giovanni BottesiniCon il diciannovesimo secolo il contrabbasso acquista sempre maggiore rilievo, confermandosi voce indispensabile ed espressiva nelle dinamiche dell'orchestra, il numero delle corde si fissa a quattro, accordate per quarte giuste (MI-LA-RE-SOL). Dalla fine del settecento ai primi del Novecento, tre grandi contrabbassisti - Domenico Dragonetti (1763-1846), Giovanni Bottesini (1821-1889) e Sergej Kusevitzkij (1874-1951) - stabiliscono i nuovi standard dell'evoluzione tecnica sul contrabbasso, iniziando una produzione di carattere solistico e virtuosistico. Con loro lo strumento si affranca dal consueto ruolo di fondamento armonico (peraltro essenziale) e sperimenta tutte le sue possibilità tecnico-espressive. Il secolo elettrico riserva al nostro "dinosauro barocco" una nuova primavera, oltre a continuare la sua militanza in ambito "colto", il contrabbasso incontra la tradizione afroamericana nella sua espressione più importante: il jazz. Inizialmente in concorrenza con il basso tuba, lo strumento veniva suonato ancora con l'archetto, racconta la leggenda che nel 1911, Bill Johnson, durante un concerto con la sua Original Creole Jazz Band, ruppe l'archetto e fu quindi costretto a pizzicare le corde con le dita fino al termine della serata. Il pizzicato si impose dunque sull'arco, questa tecnica favoriva infatti la concisione dell'impulso ritmico. L'elemento ritmico venne poi enfatizzato dallo stile "slap", che consisteva nel percuotere le corde con tale forza che esse rimbalzavano sulla tastiera realizzando così un effetto percussivo, il maggiore esponente di questa tecnica fu Pops Foster bassista della scena di New Orleans.Nel 1924, l'ingegnere acustico Lloyd Loar, della Gibson Mandolin-Guitar Co di Kalamazoo, Michigan, dopo aver definito gli standard per i mandolini ed i banjo e inventato la chitarra acustica con buca ad effe, sperimentò un contrabbasso elettrico, Loar creò un magnete "elettrostatico" che però non ebbe applicazione pratica per la mancanza di sistemi di amplificazione adeguati, il magnete inoltre era piuttosto primitivo e provocava rumori indesiderati. E' il primo episodio di quel processo che porterà alla nascita del basso elettrico. L'esigenza di amplificare il contrabbasso è la stessa che spingerà all'amplificazione della chitarra: questi strumenti venivano sovrastati in volume dai fiati e dalla batteria.Intorno agli anni '30 vennero progressivamente adottate le corde d'acciaio al posto di quelle di budello, la sonorità acquista più precisione e potenza. In questo decennio continuano gli esperimenti per "elettrificare" il contrabbasso, ma il Rickenbacker Bedpost-Bass, i contrabbassi Vega e Regal, tutti concepiti con il corpo dello strumento ridotto a minime dimensioni, non ottennero risultati commerciali. Si afferma in questo periodo, con l'esplosione dello swing, lo stile regolare poggiato sui quarti detto "walking bass", i suoi maggiori esponenti sono John Kirby e Walter Page.Jimmy BlantonNel 1939 appare come una meteora, morirà nel 1942, Jimmy Blanton, scoperto da Duke Ellington, è il contrabbassista che apre il nuovo corso dello strumento nel jazz, esplorando, oltre la consueta funzione ritmico-armonica, le sue possibilità melodico-improvvisative. Dopo di lui si fanno strada tre importanti musicisti: Oscar Pettiford, agile e melodico; Ray Brown, ritmicamente solido e swingante; Charles Mingus, band-leader visionario e innovativo. Intanto durante il corso degli anni '40, si viene affermando la musica popolare fatta dai neri per i neri, è il blues che si urbanizza, in un processo che porterà alla nascita del rhythm and blues (denominazione nata nel 1949 in sostituzione di "race records"), del rock'n'roll, del soul e infine dei generi afroamericani degli anni '70 come il funk e la disco. Fino al '51 è il contrabbasso a ricoprire il ruolo di sostegno ritmico e armonico, poi con l'avvento del Fender bass verrà sostituito progressivamente dal basso elettrico.Willie DixonUomo simbolo di questo passaggio è stato Willie Dixon, bassista session-man, mitico autore di blues straordinari, contribuì al lancio di personaggi come Chuck Berry e Bo Diddley. Da citare anche i contrabbassisti di rock'n'roll Bill Black (Elvis Presley) e Marshall Lytle (Bill Haley).Nel 1949 la storia dell'amplificazione di questo strumento fa un passo avanti decisivo, Bill Everett, un bassista di New York, affronta il problema inserendo attraverso il puntale (un'asta di metallo su cui poggia il contrabbasso), un microfono dentro lo strumento e creando il primo amplificatore per basso (con un cono da 12'' e la straordinaria potenza di 18 watt!), nasce così la marca Ampeg (che si potrebbe tradurre "puntale amplificato", peg = puntale) futura produttrice di bassi e amplificatori. L'invenzione ha un certo riscontro commerciale e viene adottata da alcuni contrabbassisti importanti come Eddie Safranski (Stan Kenton Orchestra), Chubby Jackson (Woody Herman Big Band), Joe Comfort (Nat King Cole) e Oscar Pettiford.A cavallo tra i '40 e i '50 esordiscono altri importanti contrabbassisti come Percy Heat (Modern Jazz Quartet), Red Mitchell (Herman, Norvo, Mulligan), Paul Chambers (Davis, Rollins, Coltrane).Intorno al 1955 emerge l'astro di Scott La Faro, continuando la lezione di Blanton, fa del contrabbasso, pur mantenendone la sua funzione armonica, uno strumento melodico veloce e dialogante, raggiunse il suo apice artistico nel sodalizio con Bill Evans, morirà nel 1961 a soli venticinque anni. All'inizio degli anni '60, William Fowler sviluppa e mette in commercio il magnete piezoelettrico, montato solitamente sul ponticello.Nello stesso periodo muove i primi passi Ron Carter, erede di Blanton, Pettiford e Brown, influenzerà i contrabbassisti successivi con il suo stile solido e versatile. Siamo entrati così nell'era del basso elettrico, nel corso degli anni '60 e '70 la sua ascesa sarà irresistibile, la "vecchia nonna" tuttavia continuerà a svolgere un ruolo importante con contrabbassisti straordinari come Jimmy Garrison, Stanley Clarke, Dave Holland, Miroslav Vitous, Niels-Henning Ørsted Pedersen.Non si può chiudere questo breve e incompleto excursus nella storia del contrabbasso, senza ricordare il ruolo che questo glorioso strumento ha avuto oltre gli ambiti del jazz e della classica, il suo contributo è stato importante infatti nella musica etnica (soprattutto nei paesi dell'est), nel tango argentino, nella canzone d'autore, nella musica latinoamericana, ecc.
GLI UOMINI FANNO PROGETTI... E GLI DEI SORRIDONO...
IL GUERRIERO. Certo ora non dormi, mordi il labbro con i denti, fino a farlo sanguinare finchè non senti quel sapore. Fa male veramente? ti spaventa e ti diverte, come il primo tatuaggio o l'invidia della gente. Puoi trovare la voglia, posso darti la forza, un guerriero sa imparare ad amare il suo dolore puoi varcare la soglia se vuoi. Il guerriero è vivo ed è tornato con lo sguardo fiero e gli occhi lucidi, è tornato urlando al vento il suo canto per la gente oltre la paura oltre la solitudine. Sciogli in rabbia il tuo pianto, come fuoco al vento, e guardarlo divampare come gente nelle strade. Vuoi schiacciare le serpi? non parlar di canzoni coi giornali intelligenti coi disc-jockey più coglioni. Puoi trovare la voglia, posso darti la forza, ora tu potrai guardare i nemici sprofondare puoi varcare la soglia se vuoi. Il guerriero è vivo ed è tornato e sa dare un senso a giorni inutili alla fine del tuo viaggio hai aperto la tua mente ora puoi tornare, ora è dentro te
Il primo snowboard moderno è considerato lo snurfer (nome che fonde snow e surfer), costruito dall' ingegner Sherman Poppen per far divertire i figli. L'intento iniziale dell'ingegnere era di produrre una versione casalinga del monosci, ma i figli lo "cavalcavano" trasversalmente dando così l'idea di surfisti sulla neve e così l'inventore pensò di adattare un vero surf da onda aggiungendo dei bordi metallici e di brevettare l'attrezzo col nome, appunto, di snurfer. Nel 1979 si tenne a Pando Ski Lodge, nel Michigan, il primo "World Snurfing Championship" (Campionato mondiale di snurfing) a cui partecipò anche Jake Burton Carpenter con una tavola di sua costruzione. Ci furono molte proteste per la sua partecipazione alla gara con una tavola diversa dallo snurfer, venne così istituita una sezione a parte. Jake vinse la gara come unico partecipante. Quella gara è considerata la prima vera gara di snowboard. Durante gli anni 70 e 80 diversi progettisti rimaneggiarono lo snurfer creando vari modelli con vari nomi. Alcune migliorie resero gli snurfer più manovrabili, come cinghie per i piedi e flex migliorati, ma fu solo dopo anni di ricerche che il giocattolo diventò un attrezzo sportivo. Fu una visita di Burton in Austria ad alcune aziende sci che accese l'intuizione: la tavola doveva necessariamente prendere spunto da questa tecnologia per fare il passo decisivo: soletta in P-Tex prima, costruzione sandwich e lamine poi, portarono lo snowboard verso l'età adulta e lo proiettarono al di fuori dei campi innevati e verso le stazioni sciistiche. Fondamentale fu l'invenzione di Jeff Grell, a inizio anni 80, di uno spoiler posteriore per l'attacco, che permetteva la conduzione della tavola sulla neve ghiacciata, grazie ad un feeling e ad una risposta molto migliori. Ad oggi i praticanti di questo sport sono stimati in oltre 3,5 milioni.