Ognuno può pensare ciò che vuole...
Think what you want...
"Life's history"
music performed by the greatest singer :
Katrine Madsen
Di seguito alcuni dei racconti che mi piace scrivere...
- Lo "spirito" della corsa
E anche oggi mi sono svegliata, ringrazio per questo, e dopo una bella colazione comincio i preparativi per la mia corsa.
Niente di particolare, decido se correre zen, senza cronometro godendo del paesaggio e del senso di libertà e di liberazione che la corsa sa darmi oppure se fare uno degli allenamenti impegnativi che il mio coach mi propone e mai mi impone e che “diligentemente†cerco di fare nella speranza di migliorare le mie prestazioni.
Eccomi al parco o se sono in Sardegna sul lungo mare, comincio a respirare, comincio a faticare, i primi 5/6 chilometri per un diesel come me, sono sempre pesanti, per poi cominciare a godere a pieno della splendida sensazione di sentire le gambe che girano, l’aria che ti entra nei polmoni. Cominciano anche i primi incontri lungo il percorso e qui cominciano le prime osservazioni sulla piacevolezza della varietà del genere umano.
In questi anni mi sono fatta una mia teoria, per carità è solo un’opinione personale, ma ho elaborato l’idea che chi dice che la corsa è noiosa, evidentemente corre solo con le gambe! Direte voi, e con che cosa dovrebbe farlo?
Beh sembrerà strano ma io penso che si possa correre con tutti i sensi ed in particolare con quello della vista.
Non mi riferisco solo alla possibilità di godere del panorama, non sempre a Milano le giornate ti permettono di apprezzare la bellezza del cielo, ma piuttosto alla possibilità di vedere l’essere umano nelle sue diverse manifestazioni.
Senza alcun giudizio di merito, ma solo per il piacere dell’osservazione ho individuato delle metriche “semiserie†che mi consentono di elucubrare sul runner che ho di fronte, su quello che a tutti costi cerca di superarmi e ancora su quello che mi passa con finta non calanche e che in cuor suo si compiace dell’avermi così facilmente passata!
Un pantaloncino ed una maglietta e qualche accessorio possono dire tantissimo…
L’aspirante runner ambizioso
Vestito di tutto punto, maglietta e calzoncini rigorosamente coordinati di materiale tecnico, dotato di cardiofrequenzimetro, da lontano ti sembra un professionista. Man mano che si avvicina ti rendi conto che sta soffrendo come un pazzo ma vuole assolutamente darsi un contegno e quindi quando ti incrocia, trattiene il fiato, non vuole farti sentire che è stremato, allunga il passo, guarda il cronometro con insistenza come se fosse in gara. Passa, non ti guarda in faccia, non ti saluta e va oltre. Nella gran parte dei casi se ti prendi la briga di tornare indietro e di seguirlo, lo trovi dietro l’angolo fermo a riprendere fiato. Mi raccomando seguitelo con circospezione perché se siete incorsi in un aspirante runner ambizioso ed orgoglioso, potreste averlo sulla coscienza. Sappiate che potrebbe farsi venire un coccolone piuttosto che farvi vedere che non ce la fa più. Le donne runner di questo tipo sono ancora più curate, portano spesso una fascia nei capelli, un i-pod superaccessoriato e loro nella stragrande dei casi sono del tipo orgoglioso.
Il runner occasionale sportivo
In genere è vestito “all’americanaâ€. Pantaloni larghi, maglietta fuori, scarpe non sempre adatte. Qualche volta calza una vistosa ginocchiera che esibisce come una ferita di guerra. Ha in genere una bella corsa sciolta, facilità di falcata, si gode il panorama, anche lui non ti degna di uno sguardo e se ti supera lo fa senza “strappiâ€, con leggerezza, è troppo preso dal sentirsi atleticamente ok.
Non so come mai ma è rarissimo incontrare una runner di questo tipo, sarà forse perché le donne quando decidono di fare una cosa la fanno sino in fondo e generalmente non si permettono distrazioni.
Il runner occasionale sedentario
lo si può incontrare in particolari periodi dell’anno, dopo l’estate, dopo le feste, quando si sente in colpa per aver partecipato a qualche lauto pranzo di troppo o se è un previdente, prima di questi periodi per assicurarsi una minima riduzione del senso di colpa.E’ vestito come il runner occasionale sportivo anche se in genere la maglietta non cade così bene sui pantaloncini…Nella maggior parte dei casi ha comunque addosso qualcosa di troppo, k-way, calzettoni lunghi, paraorecchie…è dura a morire l’idea che se non si suda non si brucia.Quando lo incontri è un po’ imbarazzato, tiene lo sguardo basso, pensa che tutti quelli che hanno un passo un po’ più veloce del suo siano dei campioni olimpici. Non ti saluta. Se sei in vena di generosità , rallenta e fatti superare oppure fagli sentire il fiatone, avrai fatto di lui un uomo contento che tornerà a casa soddisfatto e che magari il giorno dopo ritornerà in pista. Facendo così un giorno o l’altro potreste scoprire di essere stati gli artefici del “fuoco sacro†di un runner esaltato.Le runner occasionali sedentarie, in genere corrono in coppia con un’altra runner dello stesso tipo e con cui durante la corsa cercano di distrarsi, osservano tutto e tutti, quando le incroci ti fanno uno screening e poi le senti confabulare…questa è sicuramente dopata!!! Come tutte le donne hanno una riserva inesauribile di fiato…per parlare.
Il runner esaltato
E'facile incrociarlo ed in genere, ahimé per me, è anche uno che va piuttosto veloce, quindi occorre concentrarsi per poterlo vedere bene, un attimo ed è già passato. Sono vestiti di materiale tecnico, non tanto curati nei dettagli perché la troppo accuratezza la associano ad una mancanza di “professionalità â€. Partecipa assiduamente alle gare, non lo vedrete mai in una corsa rilassata. Esce ogni volta con l’intento di migliorare il suo personale. Se provate a resistergli nel caso decida di superarvi, potreste vederne delle belle…avete presente il film di Spielberg “Duelâ€?
La runner esaltata esiste, non si trova tanto facilmente ma è sicuramente più rilassata rispetto all’uomo e come tutte le donne è più avvezza all’osservazione. Quindi uno sguardo seppure distratto ve lo da, almeno per potervi inquadrare e capire se costituite una possibile avversaria da tenere a bada in qualche futura gara.
Ogni tanto, mentre si macinano i chilometri si trovano i runner, li vedi impegnati ma non esaltati, vestiti “giusti†senza esagerazioni, magari si, ci sono quelli un po’ più freddolosi che d’inverno non rinunciano ai guanti, o che se escono al buio calzano la torcia in testa come fossero dei minatori…la funzionalità è il loro must, ma quello che li contraddistingue veramente è che quando li incroci, ti guardano negli occhi, cercano di contraccambiare un cenno, un sorriso, un saluto perché sanno che tu te la stai godendo come loro e che non stai gareggiando contro di loro ma solo con te stesso alla ricerca di emozioni e di sensazioni. Quando l’incontro avviene è splendido perché anche se corri da solo ti rendi conto di non essere solo ma anzi di far parte di una comunità ricca di persone che amano come te le soddisfazioni che solo le cose semplici ti possono dare. E pensare che qualcuno dice che correre è noioso….
Paola LL
- Tempo tiranno
Sono le 18:00 apro la finestra della mia stanza e guardo fuori: un mondo di persone piccole piccole si fa strada sotto di me.
Le macchine passano: una, due, tre…una berlina, una station wagon, una bicicletta vecchia.
Scommetto che la prossima che passa è una Smart: no è una vecchia Uno, ce ne sono tante ancora in circolazione.
Dall’altra parte della strada due ragazzi parlano, sono sicura che stanno parlando di ragazze. Si capisce dal modo in cui si atteggiano, oscillano da un piede all’altro e si sbracciano nel sottolineare le loro parole. Sono giovani, forse sedici anni, magari anche diciassette, non uno di più.
Sono le 18:05 ancora! No no non voglio guardare l’orologio, c’è tanta gente in giro molto più interessante. Guarda, c’è un’anziana signora che vorrebbe attraversare e non la lasciano passare.
Certo lei è un po’ indecisa. Sono le 18:10 no no, basta con l’orologio. Ecco finalmente un automobilista che si ferma, le lascia la strada. Lei passa? Si ecco finalmente attraversa, ma non è possibile! Se la prende con chi è stato cortese con lei. Proprio vero che non c’è giustizia. Meno male che mia madre non è qui con me. Dice sempre che i giovani non hanno rispetto per gli anziani ma mi sembra che anche alcuni di loro non ne abbiano per i giovani. Ormai la tendenza è quella di fare di tutta l’erba un fascio. Si si meno male che lei non è qui con me affacciata, altrimenti sai che discussione. Oh e questi due che stanno a fare? Lei è proprio carina, lui lo diventerà . Lei lo sa già , lui deve ancora capirlo. Ragazzina goditi il momento, lui adesso non ha che occhi per te perché non sa ancora che tu lo pensi di continuo. Quando capirà che non sei la sola a volerlo, il suo ego avrà la meglio e per te questi momenti saranno solo bei ricordi. Le 18 e 30? Caspita il tempo comincia a volare, sarà un segnale. Scommetto che la prossima macchina è grigio metallizzata. Se si, lo considero un segno. No no, troppo facile, qui il 90% delle auto sono grigie metallizzate: non barare con te stessa. Fa un po’ freddo, quasi quasi mi metto la giacca pesante. Questo freddo mi intorpidisce la mente, il che potrebbe essere un bene, così smetto di pensare. Da quando ho imparato che il cervello può processare un pensiero alla volta è cominciato questo gioco affannoso. Sostituisco il pensiero che non voglio avere con quello di un’altra cosa, ma più il tempo passa e più lo devo fare velocemente perché il cervello sta diventando sempre più veloce a processare i miei pensieri. Si concentra su quello che gli dico ma poi immediatamente va su quello che vorrei non pensare ed io tac, pronta, glielo sostituisco con un altro.
Le 18:59. Vedi che funziona? Sono però stanchissima, esausta.Cos’è questa musica? Dimenticavo, ho lasciato il televisore acceso, sarà un programma a quiz. Potrei chiudere la finestra e provare a partecipare, come fossi un concorrente? No, questa non è la televisione. E' il telefono che squilla: è lui? Corro? No, lo lascio squillare, il tempo è tiranno ma io sono forte, so aspettare. Ecco un’altra berlina, una station wagon…
Paola LL
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