Thy Sin was born at the end of 2004 from the ashes of the band Funeral Dusk (symphonic black metal band like Cradle of Filth, which played with bands like Theatre des Vampires, Ensoph, Abhor, And Harmony Dies) by the three remaining member: Alberto on guitar, Giulia on bass and Alessandro on drums.
The new line up was completed by the coming of guitarist Luca and the singer Riccardo.
Thy Sin worked to improve the sound giving more space to melodic lines and arrangements that moved from the previous goth sound toward more complex and prog oriented structures.
The band took part in many contests and played in many concerts and festivals in northern Italy.
The sound increased in power and precision, tinging of epic and progressive scores thanks to Riccardo’s powerful and clear voice.
The band entered the studio to record its first demo “Behind the Unsaidâ€, a five tracks cd wich includes re-arranged old songs (“The Death and the Devilâ€,“Longer to the Lightâ€and “Creation of an Endâ€) and newest ones like “Conjuration of Life†pt.I & II.
After the recording of the demo Riccardo left the band in consequence of musical incompatibility and personal problems. Alberto became the front man and this permitted the group to move from rock vocal partitures to a sound pervaded with epic and melancholic atmospheres, progressive openings and metal flavour.
After a long collaboration Luca decided to leave the band because his wimp mind moving to a “less metal†genre.
So the story restart from the begin and Thy Sin are now
SEARCHING FOR A GUITARIST!!!!
IF YOU’RE INTERSTED IN PLAYING WITH US SEND A MAIL TO: [email protected]
ORDER YOUR COPY OF "BEHIND THE UNSAID" NOW!
MAIL TO [email protected]
BEHIND THE UNSAID REVIEWS:
METAL MANIAC MAGAZINE(Gennaio 2008):
Ci mettiamo le mani nei capelli , qui si rischia di dover mettere ogni mese 10/12 top demo, tanto si è elevata la qualità dei promo che voi piccole (un eufemismo) band inviate in redazione. Prendi i Thy Sin, ad esempio: è chiaro che ci sono particolari per migliorare, e sarebbe strano se non fosse così. Ma al primo demo il gruppo trevigiano centra comunque un buon risultato, muovendosi fra rabbia feroce e malinconie gotiche, mantenendo però sempre ordine e lucidità . Cinque le tracce qui dentro, agitate da un clima oscuro, rese brillanti dalla discreta capacità tecnica mostrata dalla band e accompagnate nel loro cammino dalla voce di Riccardo, bene nei tratti melodici, un pò forzato (e meno incisivo) quando si tratta di sfogare rabbia. Ma, come detto, a colpire è l'umore decadente creato dalla band, in tracce lunghe e dalle numerose variazioni "sul tema". Materiale giusto da cui un bravo produttore potrebbe tirare fuori qualcosa di significativo nel campo di un dark metal dal tocco progressivo.
VOTO: 7
METALDEMONS.ALTERVISTA.ORG (DEMO DEL MESE MARZO 2008): http://metaldemons.altervista.org/recensioni/gruppi/thysin.h tm
Provenienti dalla provincia di Treviso i Thy Sin sono un progetto nato sul finire del 2004 dallo split dei Funeral Dusk, band dedita a sonorità vicine ai Cradle of Filth che vantava live-set in compagnia di Theatre of Vampires, Ensoph e Abhor. "Behind the Unsaid" si muove su coordinate heavy caratterizzate da sprazzi power e prog finemente estremizzati da un'impostazione vocale prevalentemente vicina al growl e improvvise sfuriate decisamente più in linea con il passato della band. Coraggiosa la scelta di porre in apertura di demo gli oltre nove minuti dell'imponente "The Death and the Devil" ricca di momenti sia muscolari che acustici per un'alternanza di temi ed atmosfere che finirà per diventare una costante quasi imprescindibile del sound dei Thy Sin. Uno sforzo ancora maggiore lo si può notare nella seguente suite "Conjuration of Life" divisa in "Damnation" e "Redemption": quasi un quarto d'ora di musica promiscua e magnetica, dai contorni labili nella prima parte, più incline all'aggressività nella seconda. Un numero crescente di riffs e intrecci chitarristici considerevolmente variegati e un approccio lievemente più duro è ciò e cui si va in contro ascoltando le meno complesse "Longer to the Light" e "Creation of an End", episodi dal songwriting non necessariamente audace come mostrato in precedenza ma ugualmente seducente, il tutto illustrato dalla più che dignitosa prestazione del cantante Riccardo Tocchetto (oggi non più in forza alla band) ma soprattutto da una manciata di brevi intermezzi recitati dall'affascinante bassista Giulia. Idee chiare ed uno stile già riconoscibilissimo: forse la ricetta più antica del mondo ma che fa dei Thy Sin una nuova realtà estremamente interessante.
METALITALIA.COM:
http://www.metalitalia.com/cds/view.php?search=thy+sin&i d=17&action=search&button=T+r+o+v+a&cd_pk=6007
Nati dalle ceneri della symphonic black metal band Funereal Dusk, i veneti Thy Sin fanno il loro esordio discografico con la pubblicazione di questo bel demo, intitolato “Behind The Unsaidâ€. Lasciati da parte i trascorsi à la Cradle Of Filth, il quartetto trevigiano si propone di unire l’approccio aggressivo del death-black ad un elegante mood progressive, senza dimenticare una marcata aura gothic che pervade un po’ tutto il progetto, dalla scelta del monicker all’artwork, fino alle photosession per il foglio promozionale. I cinque brani che vanno a comporre questo lavoro sono tutti di lenta assimilazione, in quanto la loro lunghezza è notevole e, nonostante si sprechino i passaggi melodici e l’orecchiabilità di alcune soluzioni, il lato prog dei Thy Sin porta le canzoni ad un livello di comprensione più difficoltoso. Difettanti in generale di un’atmosfera più tratteggiata e forse un po’ troppo freddi, i pezzi si articolano dignitosamente attraverso continui cambi di tempo e variazioni nell’approccio vocale, non lontani dalle classiche strutture Opethiane, ma non ancora accostabili a quanto partorito da Akerfeldt e compari nel corso degli anni, soprattutto sul piano emozionale. La voce di Riccardo Tocchetto – attenzione però, Riccardo non fa più parte del gruppo, sostituito alla voce dal chitarrista Alberto Gasparini – è decisamente versatile, capace di scendere verso growl profondi e risalire in alto per gorgheggi e modulazioni anche arditi. I ragazzi danno spazio a tutti gli strumenti e la registrazione del CD è potente ed accettabile, anche se non scevra da difetti. Segnalando che i Thy Sin hanno ampi margini di miglioramento, in quanto dotati di buone dosi di fantasia e tecnica, non ci resta che consigliare questa band ai più curiosi di voi. Vedremo in futuro cosa combineranno alle prese con nuove vocals…
VOTO:7
EUTK.NET:
http://www.eutk.net/album.aspx/8491/
Questi Thy Sin non sono niente male, e si presentano con uno stile allo stesso tempo ambizioso e tutto sommato anche tradizionale. La loro sfida è quella di unire l'asprezza del Death Metal con sonorità più melodiche come quelle del Progressive Metal, di conseguenza il risultato è generalmente più che discreto anche se in alcuni frangenti ci sono delle risacche dettate più che altro dalla giovane età dei componenti e dalla inesperienza. Se qualcuno sta già pensando al nome Opeth è bene dire che è fuori strada, qui la situazione è più greve e bastarda, anche se come già detto non mancano spunti melodici dettati dalla voce pulita nei ritornelli del cantante. In 35 minuti buoni di musica i Thy Sin dimostrano ottime capacità di scrittura dei brani, soprattutto nel piccolo concept suppongo contenuto in The Conjuration Of Life Part I: Damnation e il suo seguito The Conjuration Of Life Part II: Redemption. Queste due canzoni possono essere prese come riassunto stilistico per i Thy Sin, dove l'incrocio fra accelerazioni e pesantezza tipica del Death Metal (senza mai raggiungere i livelli dei Vital Remains...) si fondono in modo equilibrato con la voce femminile e gli arrangiamenti raffinati, che però non vengono molto enfatizzati da una produzione tutto sommato aggressiva e grezza. In sostanza un buon demo con spunti interessanti.
VOTO: 7
METAL-ZONE.IT:
http://www.metal-zone.it/recensioni2008/thysin.html
Nati dalle cenerei di Funereal Dusk e Corpus Engraved, i veneti Thy Sin danno alle stampe un demo di cinque brani il cui stile si presenta come un black/death metal dalle aperture melodiche di matrice prog. Un discreto songwriting si nota, oltre che nella convincente opener, in “The Conjuration Of Life Part I: Damnation†e “The Conjuration Of Life Part II: Redemption†caratterizzate da ottimi arrangiamenti e da un breve ma soave parlato femminile che smorza la durezza del black/death cui danno voce riff rocciosi e cadenzati oltre ad un espressivo growling non troppo gutturale ma sinistro: non ho, invece, per nulla digerito le clean vocals ma è questione di gusti. Strutturalmente meno complesse si presentano “Longer to the Light†e “Creation of an End†che ritengo, peraltro, essere episodi accattivanti per l’aura maggiormente sinistra che trasuda. In definitiva, “Behind The Unsaid†presenta qualche spunto interessante ma credo che il gruppo debba ancora trovare la strada da seguire: io ridurrei il minutaggio delle composizioni e punterei sul black/death che considero l’aspetto più riuscito della proposta esaltato anche da una produzione volutamente grezza.
VOTO: 70