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.Tutto è cominciato alla fine degli anni '80, quando dopo il diploma mi sono ritrovato davanti alla classica domanda amletica: ' E adesso cosa faccio?'. Avevo ben chiaro quali fossero le mie grandi passion i : la musica la break dance ei computers e fu così che scelsi di coltivare quelle che costavano meno visto le mie scarse possibilità dell'epoca. Formai assieme a tre amici breakers un gruppo , ci si allenava in strada su di un pannello di mitico linoelum e si guadagnava qualche soldo esibendosi ovunque ci chiamassero: feste di paese, festival di ogni tipo, scuole ecc. Cominciammo ad uscire anche dalla nostra provincia e a confrontarci con breakers di Bologna, Forlì, Reggio Emilia. Ai tempi ci si incontrava solo per sfidarsi e non si andava certo per il sottile visto che a volte, forse un pò influenzati dai film tipo 'beat street', si arrivava agli insulti e anche alle mani. Ogni sconfitta era un motivo in più per intensificare gli allenamenti; lo stile si perfezionava e le ferite aumentavano. Spesso per imparare determinate figure a terra ci provocavamo escoriazioni che non cicatrizzavano mai visto che comunque comtinuavamo a girarci sopra senza nessuna preoccupazione. Non per niente ora porto su di me le cicatrici di quel periodo ma daltronde un breakers senza segni sulla pelle non può capire la natura di questa danza spietata e affascinante dove lo stile è tutto. Dalla break al rap ai beats e agli scratchs il passo è breve. Cominciavo ad interessarmi ai grooves quindi ai dischi quei meravigliosi cerchi di vinile da cui tutto partiva. Afrika Bambaata, Grand master flash, James Brown, i miei primi idoli, coloro che con il loro sound permettevano a quelli come me si esprimere prima di tutto la voglia di ballare. Il mio rapporto con i dischi migliorò quando cominciai a lavorare in un negozio-magazzino dove si trattava per lo più musica dance. I djs erano di casa e cominciai ad approfondire la conoscenza di questo mondo che mi attirava ed incuriosiva sempre più. Non ho mai avuto pregiudizi sulla musica. C’era chi pensava di essere migliore di un altro solo perché proponeva un certo tipo di musica ( cosa che tra l’altro non è per niente cambiata tutt’oggi) e sembrava che chi suonasse house meritasse maggior rispetto di chi proponesse pop, commerciale o revival. Io che ho sempre vissuto la musica come fonte di divertimento e come motore per la mia espressività la amo tutta e mi posso divertire ascoltando e ballando un pezzo di Bob Marley così come mi piace il suono dei Chemical brothers o dei Prodigy. Mi diverto se la gente si diverte ed è per questo che grazie alle esperinze con il ballo e a quelle nei villaggi turistici successivamente, ho sempre vissuto la discoteca come un posto dove sfogare la voglia di ballare e perchèno di cantare arrivando io stesso ad esibirmi uscendo dalla consolle e solcando i palchetti spesso calpestati da cubiste svampite. In più di dieci anni di carriera ho lavorato in molti locali tra l’Emilia Romagna, la Lombardia, e il Veneto, alcuni nomi? Picchio Rosso (MO)- Emirò (PV)- Bandiera gialla (RI)- Supersonic (TV)- Palmariva (VE)- Odissea (TV) – M1 (TV) – Sottovoce (VI) ecc…. Assieme a Fred, mio collega ormai da quindici anni ne ho fatte veramente tante nei locali in tutta Italia, nella discografia ( dal Disco per l’estate a Sanremo), e nella televisione ma questo se vi interessa potete scoprirlo sul sito specifico dedicato a fred e jody : www.fredejodt.it . Ultimamente ho iniziato una bella collaborazione con dj Mak Kelly con il quale ho formato un gruppo di produzione Grooveria. I risultati ringraziando Dio non ci hanno messo tanto ad arrivare: il nostro progetto ‘ Smiling People’ al primo singolo ha raggiunto la numero 1 in tutte le radio dance charts ed il secondo singolo ‘Make me feel’ ha scalato le classifiche. Per saperne di più: www.grooveria.com.
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