Television:
"...spesso una trasmissione televisiva va molto al di là delle intenzioni che la animano,lasciando affiorare, come in una radiografia ,realtà ben diverse e significative:dietro lo smalto spettacolare,l'effervescenza , l'apparentemente civile spensieratezza di Canzonissima, o di trasmissioni consimili,come non intravvedere l'accidia mentale , la volgarità ,la sottocultura ,l'ammiccamento furbastro,l'immaturità , l'infantilismo di un paese rimasto ad uno stadio storica postbellico , anzi d'anteguerra?......"Federico Fellini
Books:
“La creatura, qualsiano gli occhi suoi, vede l’aperto. Soltanto gli occhi nostri son come rigirati, posti tutt’intorno ad essa, trappole ad accerchiare la sua libera uscita. Quello che c’è di fuori, lo sappiamo soltanto dal viso animale; perché noi, un tenero bambino già lo si volge, lo si costringe a riguardare indietro e vedere figurazioni soltanto e non l’aperto ch’è sì profondo nel volto delle bestie. Libero da morte. Questa la vediamo noi soli; il libero animale ha sempre il suo tramonto dietro a sé. e dinanzi ha Iddio; e quando va, va in eterno come vanno le fonti. Noi non abbiamo mai dinanzi a noi, neanche per un giorno lo spazio pure dove sbocciano i fiori a non finire. Sempre c’è mondo e mai quel nessundove senza negazioni puro, non sorvegliato, che si respira, si sa infinito e non si brama. Uno, da bimbo ci si perde in silenzio e ne è scosso. O un altro muore e lo diventa. Perché quand’è vicina, la morte non si vede e guardiam fissi fuori, forse col grande sguardo degli animali. Gli amanti, se non ci fosse l’altro, che preclude la vista, a quello spazio puro son vicini e stupiscono… come per svista è stato aperto loro dietro l’altro… ma oltre l’altro nessuno può andare, ed ecco a tutt’e due tornare mondo. Sempre rivolti al creato, in essi vediamo soltanto il rispecchio del Libero da noi stessi oscurato. O che una bestia muta, alzi gli occhi e guardi tranquilla attraverso di noi. Ecco quel che si chiama Destino: essere di rimpetto, e null’altro, e sempre di rimpetto.Se ci fosse coscienza della nostra specie, nel sicuro animale che pur per altra via ci viene incontro -, lui ci rigirerebbe col suo andare. Ma per lui, l’essere suo è infinito, è sciolto e senza sguardo sul suo proprio stato, puro come il suo sguardo sull’Aperto. E dove noi vediam futuro lui vede invece il tutto, e in quel tutto se stesso e salvo sempre.[…]E noi: spettatori sempre, in ogni dove Sempre rivolti a tutto e mai all’aperto! Riempircene a spagliare. Lo ordiniamo e frana. Lo riordiniamo e franiamo anche noi.Ma chi ci ha rigirati così che qualsia quel che facciamo è sempre come fossimo nell’atto di partire? Come colui che sull’ultimo colle che gli prospetta per una volta ancora tutta la sua valle, si volta, si ferma, indugia -, così viviamo per dir sempre addio.â€
Heroes:
chi si fa i cazzi suoi