Myspace Layouts by Pimp-My-Profile.com
...storia della bambina che non riusciva a piangere...Guardò in giù
l’insostenibile perfezione di quell’arte
in un mosaico di Fede e Passione
attorcigliato ad una cupola,
composto di piccoli brillanti pezzi d’amore.
Guardò in giù
quella città tonante e rugosa
che secoli di gloria avevano espanso
e la rugiada nei suoi occhi
immaginava un mosaico di Pace e Giustizia
color arcobaleno.
Guardò in giù
quella Nuova Y. CittÃ
così grigia e falsa dalle strade,
eppure un così bel gioiello di perle
dal centoduesimo piano,
ma neppure da quell’altitudine
le gocce nascoste fra le sue palpebre
seppero precipitare.
Guardò il perfetto tramonto,
navigando fra Terra, Mare e Vento,
il cielo
era metà rosa giorno e metà cobalto notte
ed il mare
era metà rosso sole e metà giallo luna.
Guardò il perfetto tramonto
cavalcando la sua bicicletta
nel buco dorato
fra le scure nuvole blu
e voleva sentire fiumi scorrere sulle guance,
ma erano aride.
Guardò la luna ombrosa
al ritmo di un tamburo
ed urli di coyote
e perfino il cielo pianse
una stella cadente,
ma non lei.
Successe
quando un’incomprensibile eco
le sussurrò canti di balene
e battiti d’ali,
le svelò il color verdeacqua,
le offrì l’ultima foglia dell’autunno
e l’ultima conchiglia dell’oceano
e le incastonò una nuova lacrima
dolcesalata
in una fossetta,
aprendo i suoi occhi
all’estate.
SERENATA AD UNO STRANIERO
…melodie da una dimensione parallela
che lascia solo un brivido malinconico
il mattino dopo…
Le nostre spalle si incontravano
mentre l’universo cantava;
io arpeggiavo fra i tuoi capelli
note non degne di essere terrestri,
mentre tu ascoltavi il fruscio del mare
nella conchiglia del mio orecchio,
spiavi viaggi nelle linee dei miei palmi,
e ci abbracciavamo incastonandoci fra pieghe e conche
e le nostre labbra si coloravano di bronzo nell’incontrarsi
e il sole si nascondeva per l’imbarazzo del nostro splendore
ed era di nuovo notte
ma le lenzuola
questa volta
odoravano di una sola fragranza,
la nostra perfetta primordiale composizione…
…e con un sospiro
osservavamo la nostra attrazione urlante
svanire
in un silenzioso sorriso
quando i nostri nomi
sarebbero stati sufficienti
e ci cullavamo rabbiosamente
con un
« Non era destino… »
pensando che gli accordi della nostra canzone
non meritassero note terrestri…
… ma poi tornava notte
ed io ero la marionettaia,
io intrecciavo la trama,
bevevo il succo del tuo cuore
spremendolo e leccandomi le dita,
ricercando il mio stesso profumo
nelle spalle di un abbraccio
trafitta da aghi di stelle
sentendoti dire
dopo nessuna parola
innamoriamoci degli sconosciuti che siamo
Il treno corre
ma non lascia indietro…
Scava
sconvolge
scioglie i nodi
da troppo tempo solo allentati.
Scava e sconvolge
col suo fischio assordante
che sibila sentenze e mormora speranze.
I binari erano già segnati…
Lo erano?
Sarebbe stato forse meglio
scendere
alla fermata precedente?
Stazione Paradiso
impossibile scendere
I nostri essere
l’uno nel rispettivo altro
si sono cercati
si sono riconosciuti
sfiorandosi genuinamente.
Ma non ci siamo ricomposti.
Non ancora.
I nostri essere
scalpitano ancora
l’uno nel rispettivo altro
non lasciamoli soffocare.
Innamoriamoci
della ricerca
del nostro conoscerci
lentamente
non lasciamo che il treno avvolga tutto
in una nube di vapore.
Riprendiamoci i nostri essere
e riabbandoniamoli ancora
e rifondiamoli
ancora
e ancora
e ancora…
Cresciamo parallelamente
in un tempo che è nostro soltanto
lasciamo correre i nostri treni
sugli stessi binari
verso la stazione paradiso.
Culliamoci
con le nostre artistiche espressioni.
Non neghiamoci.
Il motore è ancora vivo.