Quella mattina il sole un po’ pigramente non aveva ancora deciso di mostrarsi in tutto il suo splendore e cedeva il posto ad una leggera e soffice nebbiolina che rendeva particolarmente ovattato tutto il paesaggio circostante. L’erba che costeggiava il pontiletto cresceva seguendo uno schema tanto inusuale quanto stupefacente disegnando strane figure tra le dune ed era pregna della brina che una nottata umida aveva depositato così copiosamente.Anche la sabbia sotto i miei piedi aveva una consistenza particolare, compatta in superficie per poi rivelarsi morbida appena il mio piede imprimeva la sua forma su di essa, un po’ come il carattere di certe persone… Il mare stava lì a due passi da me, non lo potevo vedere a causa della foschia, ma potevo sentirlo in tutto la sua potenza, ma non per il fragore delle onde che ciclicamente si infrangevano sulla secca a poche decine di metri dalla riva, ne per quel suo odore di salsedine mista alla brezza mattutina…. Lo sentivo nell’anima come se mi fosse sempre appartenuto e come se io sempre gli fossi appartenuto, sentivo il suo respiro penetrarmi nei polmoni e riempirmeli talmente tanto da farmi quasi tossire. Per chi come me , vive lontano dal mare, l’esperienza della sua vista è tanto più intensa quanto è la distanza che periodicamente ci divide, ma molte volte è spesso dolorosa……
Considero il mare come un genitore, mi ha insegnato molto più lui di mio padre, ma penso di amare entrambi allo stesso modo, infatti a nessuno dei due ho mai detto davvero quanto tengo a loro, ma so che loro lo sentono, come io sento loro.
La spiaggia oggi è deserta , la giornata è particolarmente fredda e l’ora certo non è quella delle passeggiate, ma il surf è così , le onde risentono della marea e di conseguenza gli orari migliori per surfare volte sono incompatibili con la vita delle normali persone…. E poi mi piace arrivare presto alla mattina, nella vita che conduco tutti i giorni i ritmi sono scanditi dalle abitudini e dalla società , qui è diverso, non esistono orologi, calendari , stagioni , solo sensazioni. E mi piace anche perché la strada che percorro per arrivarci è sempre deserta a queste ore e in questa stagione e vedere come cambia il paesaggio senza la presenza di schiere di vacanzieri mi fa per un attimo credere di essere un privilegiato.Per non parlare poi dell’alba….. un privilegio di pochi, gli stessi pochi che la società considera persone di serie B come spazzini, edicolanti, prostitute, poliziotti, guardie giurate….gente della notte e custodi dell’alba di un giorno che verrà e che non conosceranno mai se non nel torpore di un caldo letto , quando il mondo è ormai già all’opera.
Vengo a fare surf il più spesso possibile, anche nei mesi più freddi e con le condizioni meteo più proibitive, anzi talvolta sono quelle che preferisco, indescrivibile è la sensazione di stare in mezzo al mare nel pieno di un temporale , con la superficie increspata dalla pioggia che ricadendo violentemente sul pelo dell’acqua sortisce quasi l’effetto contrario alla caduta e lancia minuscole goccioline anche verso l’alto rendendo impossibile la vista , è allora che chiudo gli occhi e sento quel pizzicolio su tutto il mio corpo unito al tamburellare della pioggia sulla tavola, mi rendo conto che la vista è davvero un senso sopravvalutato…..Spesso un tuono mi fa sobbalzare e mi ricorda quanto incosciente sono a starmene li in mezzo , ma non provo paura, stranamente mi sento a mio agio so che li è l’unico posto dove dovrei stare in quel momento, mi sento a posto con me stesso e con il mondo che mi circonda….
A volte accade che passeggiando con la tavola sotto braccio nel breve tragitto che divide la spiaggia dal parcheggio , qualche anziano, a cui la vita e le esperienze sembrano aver levato il sonno,si avvicini e mi chieda : “Ma non entrerà mica in acqua con stò mare e con stò freddo!â€.Non sarebbe neppure necessario rispondergli, perché quando guarda i miei occhi e le mie labbra che si schiudono in un sorriso sincero, ritrova le stesse emozioni di quando anche lui pensava che la vita non sarebbe mai finita e gli avrebbe regalato solo cose belle….
Appoggiai le mie cose a margine del baracchino che in estate è quell’oasi di ristoro e freschezza dove nascono amicizie e nuovi amori, facendo bene attenzione a nascondere da occhi indiscreti quelle poche cose che mi porto a presso quando scendo in spiaggia , un paio di ciabatte malconcie che mi trascino dietro dal Portogallo , un telo per asciugarmi, la wax per la tavola e una chiavetta per serrare le pinnette. Mi infilo prontamente le scarpette e un’altra licra sotto la muta, in febbraio l’acqua è particolarmente fredda e se anche la temperatura esterna può arrivare a 10/12 gradi , quel liquido gelato che tante emozioni mi regala, sarà in grado di congelarmi o farmi finire in ipotermia nel giro di un’oretta al massimo se non ricordo di guardare l’orologio, si perché preso dalla foga di cavalcare un’onda ogni volta diversa si finisce con il dimenticarsi del tempo che trascorre cacciandosi a volte anche in grossi guai …..
Infilo anche i guanti che essendo delle manopole mi consentono di tenere al loro interno le dita mobili e mi assicurano una maggiore riserva di calore , anche se la remata risulta più difficoltosa . Allaccio il leash e con fare deciso mi avvicino al bordo della spiaggia dove la marea lentamente sta cambiando ,e,come una madre premurosa ma risoluta scopre dalle coperte il proprio figlio per mandarlo a scuola , lo stesso fa la marea con una porzione di spiaggia lasciando che le onde si infrangano sempre più in dentro lasciando scoperta una porzione di sabbia umida e densa ,ricca di tutti gli odori di quello splendido universo.
Entro lentamente osservando i riflessi che un sole ancora indeciso proietta sull’acqua e pian piano mi sento avvolgere in un liquido ghiacciato, che in un lampo mi sveglia dal mio torpore mattutino e mi rende trmendamente vigile, ma non è nulla in confronto al primo dive duck della giornata(il dive duck è un manovra che si compie per arrivare nella zona da dove partono le onde e che consiste nel lo scivolare con tutta la tavola e il corpo sotto l’onda per poi riemergere da dietro n.d.a.) che mi paralizza quasi tutti i miei nervi e mi scatena un violento mal di testa che però si esaurisce in una manciata di secondi.Remo forte , quasi come se stessi scappando da qualcosa, dai miei dubbi, dalle mie paure , ma remo forte anche perché quella fuga so che mi porterà nel luogo dei mie sogni, dove finalmente mi sento a casa e felice……
Le mie giornate di surf spesso iniziano nel modo più tradizionale, sguardo ai vari siti meteo, conferenza telefonica con gli amici, giro di sms con la gente del posto per avere la certezza delle onde e poi partenza……Se ripenso ai primi anni in cui la tecnologia non la faceva certo da padrona e l’unico modo per sapere se c’era onda era proprio quello di andare a controllare di persona….. Madonna…. Quanti pacchi e quanta strada , quante avventure, quante storie da raccontare…A volte non è tanto importante la destinazione quanto il viaggio che compiamo per raggiungerla. Così si fanno nuove amicizie, si cementano le vecchie ci si scopre spesso in una veste diversa da quella che siamo abituati ad impersonificare nella vita di tutti i giorni……. .
Ci sono delle volte però che il mare mi chiama e viene furtivamente ad abitare i miei sogni, allora non guardo il meteo , non chiamo nessuno, infilo la tavola in macchina e mi preparo per sentire ciò che ha da dirmi…. Immancabilmente c’è onda. Non so se esiste davvero una correlazione fisica tra i miei sogni e la presenza delle onde, magari legata all’abbassamento della pressione atmosferica , ma mi piace pensare piuttosto che esista un vincolo segreto tra me e lui, un tacito accordo che attraverso la gioia e la sofferenza si intensifica sempre più.
Oggi è una di queste volte….. e mentre raggiungo la line up mi accorgo che un senso di vuoto e solitudine mi riempie il cuore…. Appena mi metto a cavalcioni sulla tavola per aspettare il set buono improvvisamente ricomincio a pensare a lei…..
Non mi ero accorto fino a quel momento perché il mare quel giorno avesse voluto avermi li con se , ma sapevo che c’era una stretta correlazione con quello che provavo in quei giorni. Non la vedevo e non la sentivo ormai da un po’ e questo oltre che a farmi male mi rendeva anche estremamente debole. Avrei voluto rivederla, cercare il suo sguardo , ma so che mi avrebbe provocato molto dolore… All’improvviso mi resi conto che in realtà la stavo guardando, e potevo anche sentirla….
Il vento caldo di scirocco che cominciava a soffiare era come il suo respiro che spesso , furtivamente, avevo ascoltato appoggiandomi al suo petto dopo aver fatto l’amore….. due piccole dune in lontananza avevano la stessa forma dei sui seni, e da quella distanza la fine sabbia bianca ne ricordava anche il colore….. Mi sforzo di concentrarmi su qual cos’altro, ma mi rendo conto di aver fatto passare almeno tre set buoni, allora chiudo gli occhi e mi concentro, ma l’odore della salsedine comincia punzecchiarmi il naso e mi entra dentro ai polmoni , allora respiro più forte come se stessi aspirando uno shilom per meglio abituarmi, ma il risultato che ne ottengo alla fine e che una profumata fragranza mi aleggia intorno ricordandomi nuovamente il profumo unico della sua pelle, un misto di passione e tenerezza , un profumo che inebriava spesso il mio piccolo appartamento e che io come un bimbo in cerca di coccole ricercavo tra le lenzuola del mio letto appena lei la mattina silenziosamente usciva dalla mia vita…..
Ho sempre avuto paura dell’amore, una paura fottuta , perché tanto sopporto il dolore quanto non sopporto la sofferenza, e l’amore per quanto mi illudessi fonda i suoi presupposti proprio sulla sofferenza…. Pensavo che dopo essere stato quasi ucciso dalle onde dell’oceano un’estate di un paio di anni fa niente mi facesse più paura…. Ma mi sbagliavo …… Il suo ricordo , ma soprattutto la situazione che era venuta crearsi tra di noi mi impediva anche le operazioni più semplici come mangiare e dormire e nonostante sapessi, o meglio, mi fossi imposto il da farsi non riuscivo a dimenticarla.
Bruscamente mi girai vedendo arrivare un bella sinistra di c.a un metro e mezzo , leggermente tubante, e iniziai a pagaiare energicamente e in un attimo fui in parete cominciado a pomparla per aumentare la velocità , erano movimenti decisi e istintivi , esattamente come quando la facevo mia nel divano rosso fuoco del mio soggiorno, gurdandola fissa negli occhi esattamente come ora guardavo il punto in cui volevo si dirigesse il nose della tavola…. Sentivo l’energia scorrere dentro di me, mi sentivo tutt’uno con quel magico elemento che mi permetteva anche se solo per pochi attimi di dominarlo e di farmi sentire vivo…. Ricordo che il sesso tra di noi era qualcosa di molto profondo, non per quello che facevamo, ne per come lo facevamo, bensì per quello che sentivamo. ….nel momento in cui lei si lasciava completamente andare al piacere spalancava gli occhi che diventavano due porte sull’infinito e mi permettevano di sbirciare come dal buco della serratura le fattezze della sua anima…. Non mi sono mai innamorato delle persone, ma della loro anima, di quello che agli altri sfugge e che spesso non sappiamo neppure noi di avere… Quando arrivi quasi a toccarla, diventa molto pericoloso, perché sia benissimo che non potrai più farne a meno se non a patto di provare pene dantesche….
Mi accucciai dolcemente, cercando di essere il più armonioso possibile, come se dovessi inchinarmi di fronte ad un sovrano, e allungando la mano le mie dita cominciarono a sfiorare quello spesso muro d’acqua che stava di fianco a me, trasmettendomi una sensazione strana, come di pulito e di armonia, come quando giocavo sulla sua schiena con le mie dita e disegnando forme improbabili su quel corpo che tante emzozioni mi regalava , spinsi forte il mio braccio dentro quella parete naturale frenando improvvisamente la mia corsa e venendo lentamente risucchiato da quel tubo che ormai mi inseguiva da parecchi metri….
Trovarsi nella green room(all’interno del tubo n.d.a.) è una sensazione unica al mondo….. Noi passiamo i primi nove mesi della nostra esistenza immersi nell’acqua e il legame che ci lega a questo fluido è fortissimo, stare li è un qualcosa che non si spiega a parole, molte volte prima di avere la fortuna di provarci di persona l’avevo chiesto a surfisti molto più in gamba di me e con mia grande sorpresa avevo potuto constatare che nessuno era in grado di darmi una risposta, ma tutti nell’attimo di quella precisa domanda , scostavano la testa di lato, come per cercare il mare e sorridevano, sollevavano le spalle e mi rispondevano :†non lo so devi provarci ,a parole non so proprio dirti “ e si rendevano immediatamente conto che non erano in grado di associarvi ne una similitudine ne un esempio calzante…. In effetti ci sono cose che si sentono e basta, il tentare di spiegarle ne vanifica l’essenza .
Ma mentre stavo lì in quella stanza dai muri verdi , troppo piccola anche per il mio metro e settanta, mi sentivo davvero a casa, al sicuro come quando lei mi stringeva forte tra le sue braccia e dolcemente mi guardava addormentarmi……….
Poi d’improvviso il tubo comiciò a chiudersi e conscio che le cose belle durano poco mi preparai ad una rovinosa caduta , trattenni il fiato e mi feci prendere da quel vortice impetuoso che sembrava quasi voler giocare con il mio corpo trscinandomi in un turbine di sensazioni e offuscandomi la vista. Qundo vieni travolto da un’onda molto spesso si finisce frullati e trovare la via per la superficie diventa difficile, magari si rischia di nuotare verso il fondo o non si ha abbastanza fiato per risalire, un po’ come succede nella vita.
Ripresi il controllo e riemersi aspirando a pieni polmoni per la prolungata mancanza di aria, il mio respiro era affannoso , pesante, come dopo aver fatto l’amore , lei mi toglieva il fiato , mi mancava il respiro ogni volta che che la sentivo gemere sopra di me e ogni volta che mi tuffavo tra le sue coscie per assaporare il frutto di quell’amore che tanto mi strazia il cuore…. Ora stavo di nuovo lì ad aspettare un’altra onda mentre guardavo il sole, che vinta la sua timidezza risplendeva alto e gioioso come il suo sorriso la prima volta che l’ho baciata.
Non so perché faccio surf e perché questo mi porta immancabilmente a fare delle scelte che condizionano la mia vita, ma so che ogni volta che esco dall’acqua sono una persona migliore, il surf mi ha insegnato molto sulla vita e la vita sta facendo altrettanto sul surf….
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