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About Me

Abbandono il mio corpo,torno bambina. Dapprima nella muta, poi il nero muta, schiarisce e incupisce a vicenda , vibra oscilla vibra, brevemente lungamente :qualcosa come pietre mi tocca, lo tocco: è come acqua, no fluido gassoso, tiepido viscoso , no gelato rovente, filamentoso che tesse i fili della rete: voglio distinguere , ed è male. Vorrei riprendere il mio corpo non più mio , punto d’incrocio nella rete del mondo e dei mondi, aggrapparmi ad esso in mancanza d’altro. Ho già cessato d’essere bambina. Sono in piedi . Ma poco giova. Soffro la sensibilità d’essere lacrima gelata che muta in ago poiché non può alcun astro o mondo riflettere. Per mio esercizio allineo le parole in energia e amore, energia e bellezza, velocità ed energia, velocità e bellezza…getto l’una sull’altra velocità e bellezza , velocità e energia, energia e bellezza, energia e amore… e,per fermare l’attenzione ,ma sempre più veloce ,tanto veloce da non poter vedere , velocità e bellezza , bellezza e velocità, velocità e bellezza , bellezza e splendore : le esplosioni impercettibili tornano a me nutrito barlume di scintilla. La particella già beatificata spezza la lacrima chiusa nel suo gelo eterno davanti alla soglia delle meraviglie.Ecco io posso arrivare fin là, dove il mondo colorato vero o falso si dissolve e fermarmi in quella soglia; ma oltre tale confine non ho più le parole e le figure. Richiudere la porta dietro se stessa,fino ad un’altra immaginazione . Lo ignoro però, per non turbare quella delicata,miracolosa indifferenza. Rallento, tengo attento lo sguardo a ciò che operi tu, ma anche tu vedi come mi sto spogliando dallo splendore accattivante di immagini e parole . Le nostre parole sono ora maschere del vuoto, ed è un bene poiché posseggono energia. Con vivi sensi sarò giusta verso il nero tanto più che sollecita i miei affetti. Mente la dura dolcezza del nero, la seta felina del nero, l’attrazione del nero… nostalgia? Penso, direi che il nero asseconda il leggero perché è amico del suono , nel nero l’immagine dalla luce si stringe fino a quel nobile venir meno per ricomporsi alle porte dell’orecchio in ritmo e suono con e senza voce.Quanto a me, sono all’inferno, lo so, però nessuno negherà al mio inferno di volgersi al paradiso e di tentarlo. E chissà che non possa, per una volta, l’inferno stesso essere accolto per amore in paradiso. Le altre creature mutano e passano, mutano senza pensarvi, senza ritirarsi, con naturale naturalezza anche quando il mutamento le condanna alla fine… e sembra che senza saperlo lo abbiano accolto. L’uomo non sa essere natura con la natura del movimento , del mutamento. Dunque sostengo il nero che mi spoglia così singolarmente . Il nero cui più non giungo impreparata. L’occasione mentre la dico forse già decade. Ma no, perché il tempo del nero passa lento. Anzi no, veloce,o meglio senza tempo.Sarebbe esistenziale un sonno Oserei chiedere anche un sogno. Ad un tratto nel tendere l’attenzione mi sento precipitare ed aumentare in modo vertiginoso le forze. Precipito ed ascendo. E Si Sta Bene QuiE’ vero che lo conosco, il sonno massima parte dei miei passaggi energetici.Poiché non so intrecciare i due versi del sonno, lo svantaggio può diventare voragine e lo diviene.Ed in tutti quei pensieri piango. La voragine poi riporta sonno e sogno così che la voglia di risveglio Ed il desiderio di sogno si rincorrano in me.

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