Giordano Criscuolo, scrittore e silente cantautore, vive a Buccino (SA).
È laureato in Discipline Letterarie. Ha praticato giornalismo scrivendo come corrispondente per alcune testate della sua provincia. Il giornalismo lo disgusta.
Ha scritto i romanzi “Le Parole Che Non Scrivo†e "Come Su Un Solco Di Morrison Hotel", due storie d'amore e chitarre distorte.
Il Pop lo avvilisce.
____________________________________________________________ _Le Parole Che Non Scrivo
“Per la band, il mondo si divideva in Rock e in pop. Il Rock era la verità assoluta, il pop la finzione. Il Rock erano Le vecchie Iene, il pop le vittime dei loro servizi. Il Rock erano loro con il loro pensiero, il loro modo di vestire, la loro musica, la loro vita. Il pop erano quei fighettini e quelle puttanelle snob del centro commerciale con i loro pensieri, più che il loro pensiero, i loro modi di vestire, la loro musica, la loro vita. Il Rock era la 126 di Gianni o la Dyane di Manuel; il Rock erano i film di Gassmann, De Sica, Tognazzi e Totò; il Rock era la pisciata in compagnia; il Rock era l’amplificatore sfondato; il Rock erano Baudelaire, Verlaine, Rimbaud, Kurt Cobain, Liverpool, Jim Morrison, Woodstock, il 68, le passate okkupazioni, i professori rivoluzionari. Il Rock era un sasso volgare. Il pop una colorata gemma di bigiotteria.â€
Come Su Un Solco Di Morrison Hotel
“Restammo a guardare il soffitto per non so quanto tempo e ricordo che, contemplando le stelle fosforescenti che avevamo appiccicato, ti pensai. Non sai quanto ti pensai. La voce di Piero interruppe la quiete che si era venuta a creare. “Mi faccio d’ero, Aliceâ€. Lì per lì non capii il significato delle sue parole e allora cominciai a scansionare nella mia mente quella frase, lettera per lettera e, solo dopo aver ricucito insieme il tutto, mi resi veramente conto di cosa Piero mi avesse detto, anzi, a quel punto, confessato. Restai allibita, senza parole, come smarrita. “Sono solo tre mesi ma mi sento come un tossico da sempreâ€. Rimasi a guardare le stelle sperando profondamente che qualcuna si staccasse dal soffitto per poter esprimere un desiderio.â€
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Hanno Scritto (Le Parole Che Non Scrivo)
Mi sono ritrovato a bere birra e vodka in qualche stanza dove rimbombavano colpi di rullante sfondato, accordi pieni di rabbia, giri di basso basso. Ho riconosciuto la voce dell'amore che respirava sopra al cazzo, ho rivisto le mani di qualche compare che passava un super-cannone, sono affogato nell'apatia che travestita da vecchia signora succhiava il midollo della vita e donava pensieri troppo pesanti per entrare in un cervello ancora troppo piccolo per poterli sostenere. Ho letto un romanzo che parla di musica, amore, poesia, politica, ubriachezza, sensazioni, intuizioni, morte, pianto... Ho letto un romanzo che parla di vita, di quella fase della vita dedita alla costruzione della personalità , alla costruzione di un futuro migliore, alla costruzione del mondo. Anche se questo romanzo lascia in bocca l'amaro del romanticismo, quindi vuole essere per eccellenza un romanzo anti-romantico, anarchico, fatto di odore di piscio e vomito, di vodka e fumo, di rabbia e fanculo, di cazzo e Nirvana, ad una lettura più attenta si rivela estremamente romantico nel senso genuino del termine, o meglio è il tendere verso qualcosa, l'avvicinarsi senza mai toccare, il gustare senza poter assaggiare, è la consacrazione dello "Streben" romantico, è un quadro fatto di parabole che sfiorano infiniti assi senza mai riuscire a toccarli.
Gaspare Passarella
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Tra note di musica rock – quella di un tempo: Nirvana, The Doors, Deep
Purple – e l’ideale di un amore romantico, si svolge la vita del
giovane Manuel, chitarrista di una band. Annalisa è la sua Beatrice,
una ragazza fuori dal comune, diversa dalle altre. Il romanzo di
Criscuolo è un grido silenzioso verso un’epoca – la nostra – che ha
ammazzato il rock, le lettere scritte a mano, le vere rivolte, le
occupazioni scolastiche, la voglia di stare insieme e divertirsi con
spensieratezza. Una malinconica nostalgia attraversa la dura melodia di
questo libro. Il lettore può sentire il profumo un po’ invecchiato dei
mitici anni settanta, delle autogestioni, dei vecchi banchi di scuola.
Ma l’odore acre del presente ci riporta al suono monotono del nostro
tempo e Manuel diventa l’ultimo adolescente romantico, che si ricorda
di un lieve bacio come se fosse un dono eterno.
“ […] il Rock erano Baudelaire, Verlaine, Rimbaud, Kurt Cobain,
Liverpool, Jim Morrison, Woodstock, il 68, le passate okkupazioni, i
professori rivoluzionari. Il Rock era un sasso volgare. Il pop una
colorata gemma di bigiotteria†(p. 12)
Mariella Soldo
Fonte: http://notterrante.splinder.com/
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Intervista A "Libri Oggi"
- Canale 851 di SKY