About Me
"SPECIAL K" _ SOTTOTORCHIO
Classe 84.
Nato in un paesino sperduto della provincia barese di cui non ricordo il nome, non parlo di me in terza persona.
I primi 10 anni della mia vita li ho trascorsi a Bari, San Pasquale.
Figlio unico fino agli 11, posso dire di non aver conosciuto la fame, ma nemmeno la ricchezza.
Appartenente a quel ceto medio che se papà fa una truffa in meno sto mese ci si ritrova a dover ridimensionare le spese settimanali.
Infanzia opaca.
Le sberle le ho avute solo da mamma, l’unica a (pre)occuparsi di me, di mia sorella, della nostra educazione, della nostra vita.
A scuola penso fossi il classico sfigato, di quelli che talvolta si sentono pure fighi.
Le relazioni sociali non sono mai state il mio forte, ma qualche amico ce l’ho avuto pure io.
Ottima condotta, buon rendimento, nonostante i disturbi psichici, a galla dalla seconda elementare circa, ma che i miei hanno sempre ignorato, un po’ per timore, un po’ perché speranzosi che il tempo, magari, ci mettesse una pezza sopra.
Portato per la scrittura, fin da bambino.
I miei temi ammutolivano compagni e professori, per via della loro carica emotiva, e dell’accurata analisi introspettiva.
La matematica.
Mi sono più volte riproposto di scansarla nell’arco della carriera scolastica, e così, salendo di grado, sono passato dalle medie allo scientifico, sino a giungere alla mia laurea in ingegneria.
In tutto questo, la musica.
Se c’è una cosa che devo a mio padre, a parte il mantenimento, è la cultura musicale.
Da lui ho ereditato la passione per la bella musica, quella da scantinato, che profuma di polvere e umidità .
Era il 99 quando ho iniziato a fare rap.
Quando i baggy erano una status symbol che ti costava lo sbeffeggio della città , oltre a un consistente rischio di essere pestato nel caso in cui avessi solo timidamente provato a ribellarti allo stato delle cose.
Quando internet era ancora un lusso per pochi, e la poca cultura personale era frutto di acquisti, prevalentemente durante le feste, coi pochi spicci accumulati e coi buoni.
Non eravamo in molti allora, e quei pochi che c’erano, la maggior parte, erano delle gran teste di cazzo.
L’ambiente “hiphop†d’altronde non ne è mai stato carente.
Ne ho viste di ogni in questi anni di militanza.
Dal nonnismo di chi già c’era, all’arroganza degli ultimi arrivati.
I cazzotti, gli insulti, le minacce, i tradimenti.
Gente che và , gente che viene.
Che tutte queste inversioni di marcia, cambi di bandiera, continui, non sono stati altro che il ripetersi di eventi identici, simmetrici, con larga soglia di prevedibilità , e che mi hanno portato a non stupirmi più di nulla.
Qualsiasi cosa accada, quaggiù, è già accaduta.
E’ con questa maturità che affronto la vita di tutti i giorni.
Con o senza di voi.
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T.O.BA live 23/12/07
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