capitan gian

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SEE OTHER COMMENTS! Descriversi è come piazzarsi davanti ad uno specchio, scrutando i piccoli tratti, le pieghe, le espressioni. Non so se sono bravo a farlo, non so se lo sono mai stato. Ci provo. Sono un'anima instabile e bilanciata allo stesso tempo, sono un sognatore distratto che continua a viaggiare in un mondo suo, sono un alito di vento che si muove tra brividi invernali e polline d'aprile. Sono una carta a più strati, a volte flessibile, a volte rigida e impenetrabile. Mi sento come un gioco ad indizi, ho tra le mani svariate possibilità ma non ho ancora scelto quella che mi si addice. Sono un misto tra euforia infantile e malinconia adulta, un giorno gli occhi si posano sul mondo con curiosità, in altre occasioni divento restio e sfiducioso, o sfiduciato, dipende dai casi. Non ho molte certezze tra le dita, ma quelle che ora possiedo mi bastano per sopravvivere ai tumulti della mia personalità. Sono un capitano, a bordo della sua nave, e solco un mare che è solo mio. Spesso mi fermo in nuovi porti, cerco nuovi orizzonti, mi lascio trasportare da sussurri benevoli, e in molti casi ne resto scottato. Ho piccole cicatrici che pungono di sale, sapore amaro e dolce allo stesso tempo, affreschi su pareti di antichissima data, libri impolverati dallo scricchiolio di scaffali di legno intagliato. Sono un misto tra vecchio e nuovo, tra lucido e opaco, tra musica e parole. Scrivo interminabili diari di bordo intessendo album di fotografie sbiadite, di occhi ed espressioni, di gesti, di carezze e abbracci. Mi fermo in questi luoghi e raccolgo, ciò che vedo diventa mio, anche solo per un istante che sembra durare una vita intera. Poi torno sui miei passi, a volte riesco a portarmi via qualcosa, a portare qualcuno con me, condivido le mie poche, piccole cose con passanti attenti e sinceri, e cresco tra profumi e atmosfere di albe mai viste. Riparte sempre, questa nave, anche dopo il fragore di agitate tempeste. Mi riporta nella rotta solitaria a cui sono destinato, ma il timone è stretto tra queste lunghe mani, e gli sguardi sinceri mi confortano, e mi ripetono che saranno là ad aspettarmi. Io ci credo, e da buon sognatore solco ancora questo mare, confidando nella buona sorte e nel cielo del mattino. E la sera mi attende ancora con i suoi colori, chiudo gli occhi e scompare il peso della gravità, mi aggrappo su nuvole di cotone, ma con l'udito resto incollato a quel mondo che ancora mi appartiene, alle estati nei cortili, nell'eco di frasi frantumate. Ma poi, tra alta e bassa marea, continuo a navigare. Non credo potrei riuscire a smettere di solcarlo, questo mare. [ http://particellesospese.blogspot.com/ ] [ http://cinetecaemozionale.blogspot.com/ ] [ http://www.flickr.com/photos/ilcerchioverde/ ] <[b>Alfred Hitchcock Retrospective: un percorso visivo nelle atmosfere dei suoi film]