Certe volte scrivo perché non so come occupare il tempo, soprattutto ora che la mano mi fa male e non posso suonare, soprattutto ora che non ho strumenti da poter percuotere. Soprattutto prima di fare delle gigantesche stronzate! Guardo la tv e non vedo altro che macchie di pixel impazziti che sbattono contro le pareti, falsamente tridimensionali del tubo catodico, sempre più veloci, sempre più veloci. Senza senso. Vedo imbambolati fantocci che spezzano il loro tempo dietro uno schermo trasparente, anche un gatto rinchiuso in una bara da un solo vetro può rendere imbecilli genti ferme a far finta di guardare. Senza senso, la perdita della facoltà di discernimento del reale. Eppure dà la carica, la spinta vitale per sorreggersi agli appositi sostegni della realtà . I supermercati, le farmacie, i negozietti a mezz’euro, tutti sono tv. È un grande, enorme, magnifico, strabiliante e impaziente “Truman Show†quello che vive fuori dalle quattro mura delle nostre tv; siamo tutti reclutati come comparsate da battute, quando capita, meglio se in silenzio, e siamo tutti attori da finte fiction di quarta categoria, sottotitolate in Spagnolo. Il gobbo, dietro le nostre spalle, ci dà le battute e ci sentiamo in colpa quando la gente, fuori non è contenta della tv che sta guardando e viviamo in attesa della nostra cacciata dal paradiso della soap che registrano quando camminiamo. La vera depressione è quando non siamo più i nostri protagonisti preferiti, quando un ascensore ci cade sulla testa e ci costringe in coma vigile sdraiati sui nostri letti perché, così, siamo costretti a rimanere in silenzio a guardare la nostra tv. Senza speranza di nuovi contratti, aspettiamo che qualcuno cambi canale per noi, per farci rivivere come attori di nuove avventure. Fruste che combattono leoni, giocolieri che fanno volteggiare sedie infuocate, e nani che scorrazzano felici e donne barbute di inimmaginabile bellezza e noi come direttori del circo più grande e stupido e velato di intelligenza e trasparente e leggero e flebile e lussurioso. Tutto questo a soli tre euro e i bambini entrano gratis! Non ne facciamo mai a meno, anche quando ci sentiamo lontani e ormai liberi, torna l’infettante morbo dei raggi emanati dalla scatola parlante, ci sorprende mentre camminiamo felici e spensierati e non possiamo farne a meno, siamo attratti dalla Sua ipnosi dilagante e ci sentiamo calamitati verso una poltrona, un divano, un letto e silenti non facciamo altro che morire senza respirare, le parole scompaiono lentamente. I muscoli si atrofizzano e i neuroni diventano cloni di loro stessi programmati per non pensare ma solo per diventare, pian piano, argilla al sole. Non esistono rimedi. È solo il silenzio che ci rende più forti, e solo la parola può renderci liberi. - EMANUELE, SPEGNI LA TV!