Dietro al nome Urban Chill si cela Marco Ricci, autore, nel dicembre del 2001 del suo primo album omonimo per la Twilight Music. E’ piuttosto ostico definire questo genere musicale, vi basti sapere che si tratta di uno degli stili più contaminati! La Chill Out può essere tutto o nulla, a seconda dei punti di vista. A mio parere racchiude influenze ambient, dance e soul, ma fatica ad avere un’identità propria. Con quest’album Urban Chill, grazie alla sua arguzia nell’accostare i suoni, ricrea ambientazioni eteree e fuggevoli, evocando alternativamente paesaggi o situazioni metropolitane. Così le 16 tracce conducono attraverso affascinanti spazi, dove l’ascoltatore può l’immaginare quello che la spontaneità suggerisce. Il pregio del Chill Out è proprio quello di costruire una cornice dove inserire un quadro a nostro piacimento. “Good Morning Milkman†intreccia sonorità orientali, soul, blues, hip hop, che sfociano in creazioni come “A New Worldâ€, â€Bring The Rain†o ancora la track “Electostaticâ€, pura emozione strumentale, arricchita dalla chitarra di Pier Luigi Masciarelli. Se tutto il genere Chill Out è sperimentale,o alquanto fuori dalla normalità , l’open track “Je Serais Là â€, spiazzerà anche i più appassionati. Il testo è in francese, le atmosfere cupe e la base ritmica costruisce un’intelaiatura che blocca il fiato. Nell’album c’è anche un omaggio alle band di Tom Yorke: i Radiohead. Il terzo brano dell’album, “Talk Show Hostâ€, è un remake di un loro pezzo scritto per la colonna sonora di Romeo+Juliet. Ovviamente nel nostro caso è stato adattato per collimare con le atmosfere dell’intero progetto. Questo tassello artistico del Chill Out offertoci da Ricci vede la collaborazione anche di Claudio Corvini alla tromba, e dei vocalist Vittoria Brunetti, Roberta Frighi, Jahn e Orlando Johnson. Il risultato finale si apprezza grazie alle capacità di “regia†di Ricci e al prezioso lavoro di Marco Fullone nella cura della sequenza dei brani e del missaggio. Qualcuno sostiene che il Chill Out non abbia senso d’esistere, e anch’io ho dovuto ricredermi sulla sua validità . Anche se preferisco basi ritmiche di una vera batteria a quelle campionate, non posso che dare ragione a questo giovane musicista che s’è dimostrato un buon compositore e arrangiatore. Decisamente un album da tenere in considerazione…anche se non è il vostro genere preferito.