I Lab Eleven nascono, all’inizio del 2004, un po’ per caso ma soprattutto dal desiderio di far musica, dalla passione, dalla rabbia e a quell’esplosione di spirito tipica di quel momento della vita, in cui senti il bisogno di impugnare uno strumento e trovare quella briciola di coraggio in più per gridare al mondo. Con l’arrivo in formazione di Daniele, nel febbraio di quello stesso anno, inizia ufficialmente l’avventura di questa band. Non è semplice e non lo è stato, soprattutto nei primi mesi, riuscire mettere insieme la vena melodica del chitarrista con le ritmiche grintose del basso ed tempi hard core della batteria; soprattutto se includiamo una voce che prima di uscire abbastanza cattiva da soddisfare Fabrizio, ha dovuto sopportare un estenuante allenamento fatto di piccoli ma costanti miglioramenti. Da questa sorta di “smarrimento collettivo†nascono i primi pezzi come risultato di un compromesso di preferenze musicali (anche se detestiamo definirlo tale). Servirà ancora non poco tempo affinchè il sound si rivolga naturalmente verso la scena Death, Thrash e Hardcore andandosi ad arricchire di quello stile e personalità proprio, a cui i Lab Eleven non vogliono assolutamente rinunciare. Un costante, quasi forsennato, lavoro di composizione porta, a fine estate alla registrazione del demo, una autoproduzione comprendente quattro tracce autografe per un ascolto di circa 20 min di musica. Un lavoro vario (e perché no), un po’ rustico che li introduce tuttavia verso una dimensione, nuova e assolutamente esaltante. La promozione del â€disco†impegna e non poco il gruppo, che viene recensito su diversi siti internet e sull’ autorevole rivista del settore “RockHardâ€. Recentemente una seconda chitarra si è aggiunta a quella che ormai sembrava la più che consolidata formazione iniziale. Il quinto senso dei Lab si sta rivelando determinante per la ricerca di quello stile personale, la giusta direzione da seguire ed ha aggiunto ai suoni quella grinta in più che si allinea ampiamente con quegli intenti iniziali che gli hanno fatto bussare alla porta di Paolo. Cinque amici inseparabili insomma, oltre a cinque musicisti che si completano a loro modo e che continuano a fare musica, con l’assoluta voglia di portare avanti un progetto che tutt’oggi considerano ancora agli inizi, pronti ad imparare dalle critiche costruttive e gioire dei graditi elogi, senza fermarsi continuando a fare musica, continuando ad inseguire l’unica passione che li unisce veramente.
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