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francofranchi & ciccio ingrassia

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Franco Franchi (vero nome Francesco Benenato) nacque il 18 settembre del 1928 a Palermo.Quarto di 13 figli e di famiglia molto povera, Franco è costretto a fare un po' di tutto per sbarcare il lunario: realizzava calchi e icone sacre sui marciapiedi, fece il garzone in una pasticceria, il facchino abusivo alla stazione di Palermo e fu anche borseggiatore, nei periodi più "neri", nei mercatini rionali, di commercianti e clienti. Ma il richiamo dello spettacolo è molto forte e così decise di addentrarsi nel mondo dello spettacolo: iniziò a girare per le case e per i quartieri di Palermo suonando la gr ancassa e con un berretto raccoglieva il denaro di chi voleva aiutarlo. Durante i suoi numeretti, Franco inventava gag, capriole, macchiette e parodie di ogni genere pur di far ridere. capacità che poi lo porteranno avanti nella vita...... Francesco Ingrassia, nacque anche lui a Palermo il 5 ottobre 1922. Dopo aver ottenuto la licenza elementare, più per raccomandazioni che per effettive conoscenze (lui stesso rivela che solitamente marinava la scuola oppure andava in giro a fare commissioni per conto del professore, che per sua fortuna era lo stesso che presiedeva la commissione esaminatrice, e così era giunto in quinta elementare senza conoscere il programma scolastico). Nel 1936 si iscrive al primo ginnasio dell'Istituto "De Cosme" pur cosciente di non aver alcuna speranza di terminare gli studi. Il suo unico scopo era quello di avere la divisa nuova della scuola (un vestito nuovo all'epoca era ambitissimo) e, una volta ottenuta, lasciò gli studi dopo appena due mesi per dedicarsi al lavoro ed ottenere il denaro che sarebbe servito alla sua famiglia. Quarto di 5 figli, già all'età di 12 anni deve fare da aiutante alla maggior parte dei negozianti del rione (calzolaio, barbiere, salumiere, falegname, ecc...). cominciò ad inventarsi un personaggio su misura: si esibisce in macchiette intrattenendo il pubblico con battute e gag improvvisate a seconda della situazione. Un altro espediente comico era la sua fisicità: alto, magro, allampanato, vestito con un pantalone corto e un cappelletto stretto, già questo garantiva una risata. Verso la fine della Seconda Guerra Mondiale forma con 2 amici (uno di questi era Enzo Andronico, un attore che comparirà in molti film di Franco e Ciccio; l'altro comico si chiamava Ciampolo) il trio Sgambetta. Nel settembre-ottobre del 1944 debuttarono a Termini Imerese, in quell'occasione Ciccio racconta che non avendo i soldi per comprare delle calze di seta nera per lo spettacolo, dovette colorarsi le caviglie con la vernice, un trucco che comunque funzionò pur dando qualche piccolo fastidio. Da allora abbandonò il mestiere di modellista e iniziò a girovagare l'Italia per apprendere i segreti del mestiere. Nel 1945, quando gli americani liberarono l'Italia, il trio Sgambetta approdò anche al nord, iniziando da Torino, città in cui Ciccio ebbe modo di lavorare con l'allora esordiente Gino Bramieri. L'esperienza piemontese fu "macchiata" dal furto in una latteria compiuto da un siciliano, e fu indagato proprio il nostro Ciccio (che comunque fu scagionato dopo tre giorni). Poi ancora in giro per l'Italia, a Pescara, a Foggia, toccando molti teatrini di provincia. Nel 1950 nacque un altro trio formato da Ciccio, Cecè Doria e Maurel, il cui pezzo forte era un numero in cui andavano in scena vestiti da donna, un espediente di grande effetto comico spesso usato nell'avanspettacolo.Torna Su---------------------------------------------------------- ----------------------4. LE PRIME ESPERIENZE TEATRALI E L'INCONTRO ARTISTICOGli inizi teatrali furono molto duri per entrambi, visto che eravamo nel periodo del dopoguerra, c'era miseria e quindi la maggior parte delle persone non poteva permettersi di andare in teatro. Così sia per Ciccio che per Franco i primi anni da artisti sono all'insegna della fame e della povertà, ma le difficoltà comunque non scoraggiano affatto i due attori siciliani. Ciccio perfeziona il suo personaggio e crea nuove parodie e nuovi numeri costruendosi già un nome all'interno del mondo dello spettacolo; Franco, dopo il carcere, incontra Irene Gallina (sua futura moglie da cui avrà due figli: Maria Letizia nata il 31 luglio 1961 e Massimo nato il 10 maggio 1965) e decide di mettere la testa a posto: comincia a lavorare in teatro e nel 1950 riesce addirittura a debuttare nel prestigioso teatro di Palermo, il Golden. Il 17 settembre del 1953 si sposa e nel 1954 incontra Ciccio con il quale debutta in coppia. I due si conoscevano di vista già da tempo, (quando Franco si faceva chiamare Ciccio Ferraù e Ciccio stava facendo del teatro); allora Franco guardava con un senso di ammirazione e di rispetto Ciccio, visto che in ambito teatrale aveva già una certa esperienza. L'occasione per debuttare insieme avvenne quando il capocomico della compagnia di avanspettacolo "Pasquale Pinto", Giuseppe Pellegrino di Catania, propose a Ciccio di sostituire uno dei suoi comici Nino Formicola (che si era ammalato durante il viaggio da Napoli a Palermo) nello spettacolo che dovevano fare in Sicilia. Ciccio all'inizio rifiutò, perchè era tornato a fare il tagliatore-modellista di calzature e propose a Pellegrino di assumere Franco al suo posto. Inizialmente il capocomico non voleva scritturare Franco perchè voleva puntare sul sicuro, ma Ciccio insistette così tanto (perchè credeva nella sue qualità) che alla fine Pellegrino accettò a patto però che venisse anche Ciccio, in modo che se Franco si fosse rivelato un fiasco avrebbe avuto un valido ricambio. Così il gran debutto avvenne nel teatro "Costa" di Castelvetrano presso Trapani.Torna Su---------------------------------------------------------- ----------------------5. IL PRIMO SKETCH INSIEMEAl debutto fu Franco a suggerire a Ciccio di interpretare un numero insieme: Ciccio entrava per primo e mentre intonava la canzone malinconica "Core n'grato" Franco faceva la sua irruzione cominciando a disturbare il compagno dando fondo a tutte le sue gag pur di metterlo in difficoltà (dall'imitazione della scimmia a quella del coccodrillo, dal pianto funebre siciliano alla bilancia, dal burattino alla danza del ventre). Fu un grande successo dovuto all'originalità delle battute e alla grande mimica dei due comici. La canzone era un mero pretesto per dar sfogo a tutto l'estro dei due siciliani. Al brano normale si sostituivano una serie di situazioni esilaranti che consentivano ai due comici di esprimere tutta la loro strabiliante comicità. Inizialmente "Core n'grato" durava 5 minuti, poi, in seguito a continue trovate e miglioramenti, si dilatò fino a 9 minuti. Quello sketch fu il loro trampolino di lancio verso il successo ed oggi rappresenta una pietra miliare del loro repertorio. Dopo questo felice episodio, Franco e Ciccio decisero di continuare a lavorare insieme e misero a punto nuovi sketch e nuove gag. Bisogna dire che allora Franco, oltre a non essere un esperto di tecniche recitative, era anche piuttosto povero nel gergo teatrale, pertanto all'inizio Ciccio gli faceva un po' da "tutore" artistico.Torna Su---------------------------------------------------------- ----------------------6. I SUCCESSI TEATRALI E IL DEBUTTO NEL NORD ITALIALa collaborazione artistica fra i due comici siciliani si consolidò ben presto in una profonda amicizia. L'esperienza e la maggior padronanza del linguaggio di Ciccio si fondono perfettamente con la vitalità e la grande potenzialità comica di Franco. Dopo un periodo di prova nella maggior parte dei teatri siciliani, Franco e Ciccio approdarono a Napoli. Qui ottennero un enorme successo al Salone Margherita, dove fecero moltissimi spettacoli (generalmente dei collage di sketch). Benché i due comici erano ormai diventati noti, finora avevano frequentato soltanto i teatri di serie B del sud e il loro tenore di vita era ancora basso (dormivano nello stesso letto e non sempre mangiavano). Un'altra svolta nella loro vita avvenne quando vennero notati da un altro capocomico siciliano, Giovanni Di Renzo che li aveva visti durante uno spettacolo tenuto al "Politeama" per i vigili urbani. Di Renzo affermò che se Franco e Ciccio avessero ottenuto anche al nord almeno il 50% del successo che avevano riscosso lì, sarebbero diventati i migliori comici italiani e così vennero ingaggiati per una tournèe al nord. Il capocomico gli anticipò 10.000 lire (che spesero subito e per questo furono costretti a fare un prestito per pagare il biglietto ferroviario per Milano). Nel 1957 Franco e Ciccio si esibirono in molti teatri lombardi. Il debutto al nord avvenne a Como con lo spettacolo "Al Texas Club" scritto da Gallucci, che poi portarono anche a Bergamo (al teatro Duse). Il secondo lavoro che presentarono si intitolò "Due in allegria e Cinque in armonia" scritto da Amedeo Sollazzo. In questo spettacolo Franco e Ciccio interpretavano lo sketch di due legionari (ripreso poi nel film del 1962 "I due delle legione"). In Lombardia Franco e Ciccio riscossero successo e apprezzamenti dando prova che la loro comicità era universale e quindi non legata a confini regionali. Dopo la Lombardia, Franco e Ciccio cominciarono a girare nel 1959 i teatri del Veneto. Durante un loro spettacolo a Belluno, Franco rimase imprigionato con le ballerine nel teatro dove era scoppiato un incendio. Fortunatamente riuscì a trovare l'estintore e si salvò. Questi due lavori gli valsero il primo riconoscimento ufficiale, il premio "Mascotte", assegnato dall'omonima rivista d'avanspettacolo, come rivelazione dell'anno. Nella stessa compagna faceva parte anche un'orchestra denominata "Complesso Calì", di cui faceva parte Rosaria Calì, che Ciccio sposerà il 5 settembre 1960 a Genova, durante una tournée. Da Rosaria, Ciccio ebbe un figlio, Giampiero, nato il 18 novembre 1961 che, dopo essersi laureato in giurisprudenza, seguirà le orme paterne entrando nel mondo dello spettacolo. Con "Due in allegria e cinque in armonia" Franco e Ciccio si esibirono anche in Francia, grazie all'interesse dell'impresario francese Metz. Nonostante il loro francese fosse del tutto incomprensibile, riuscirono a far ridere anche il pubblico d'oltralpe grazie alla potenza comica delle loro gag visive.Torna Su---------------------------------------------------------- ----------------------7. UNA COPPIA PERFETTANel panorama teatrale italiano si era affacciata una nuova coppia di comici siciliani (i primi comici siciliani) le cui potenzialità erano veramente eccezionali. Si trattava di un'alchimia unica: da una parte Franco, basso, tarchiato, zotico, esplosivo, il "cretinetto" della situazione, dall'altra Ciccio, alto, magro, colto, quasi aristocratico, la logica. All'inizio Ciccio cercava di affinare ai tempi e ai modi recitativi l'inesperto Franco, che con la sua irruenza, la sua vitalità e la sua fantasia, rendeva estremamente comico ogni sketch, infarcendolo con lazzi, deformazioni dialettali e gag che mandavano in visibilio la folla. Franco era veramente una forza della natura: oltre ad avere un buon orecchio per la musica (riusciva a scrivere canzoni pur essendo digiuno di teoria musicale), possedeva una vera e propria faccia di gomma, riusciva a fare delle espressioni uniche e indescrivibili, in più aveva anche una buona forza fisica che gli consentiva di eseguire dei numeri difficilissimi (come ad esempio la gag della bilancia, un numero in cui Franco simulava una paralisi a forma di V, quindi, con il sedere a terra e testa e gambe sollevate, Ciccio poneva talvolta sul capo e talvolta sui piedi una bombetta che faceva sbilanciare il corpo di Franco, come una bilancia appunto, una cosa impressionante). Franco ricordava per certi versi l'estro di Jerry Lewis e le movenze di Totò, anche se, come lui stesso puntualizza: "..se Totò è marionetta, io sono pupo siciliano" (fra l'altro quella del burattino è una delle sue migliori imitazioni, peculiarità che gli fu molto utile per girare l'episodio Che cosa sono le nuvole?, proprio vicino a Totò, nei panni di marionette umane). La fantasia non mancava, la loro comicità era esilarante e ovunque andassero ottenevano sempre i maggiori consensi. Dopo aver dominato l'avanspettacolo e la rivista, ai due siciliani non resta che avventurarsi in altre forme di spettacolo per conquistare una notorietà globale.Torna Su---------------------------------------------------------- ----------------------8. IL DEBUTTO CINEMATOGRAFICOFranco e Ciccio debuttarono al cinema dopo aver conosciuto uno dei cantanti simbolo della musica italiana: Domenico Modugno. Lo conobbero nell'estate del 1958, a Reggio Calabria, dove lavorarono insieme in uno spettacolo di numeri staccati, organizzato da Gino Buzzanca (lo zio di Lando). Modugno era una delle attrazioni principali, mentre Franco e Ciccio chiudevano il primo tempo con uno dei loro sketch. Ebbero molto successo e Modugno ne rimase stupito e, dopo averli conosciuti di persona, promise loro il suo aiuto appena fossero giunti a Roma. Passarono due anni e nel frattempo Franco e Ciccio si accordarono con Ravera, un impresario teatrale, per fare una commedia musicale in Sudamerica. Gli vennero versate 250.000 lire come anticipo, una cifra enorme per loro, e quindi accettarono l'offerta senza ripensamenti. Lo spettacolo però non si fece più e, durante una serata a Roma, vennero contattati da Modugno che stava lavorando ad "Appuntamento a Ischia", diretto da Mario Mattoli. Inizialmente i due attori pensavano che volesse offrirgli una parte nel film, mentre in realtà la sua fu una proposta differente: Modugno voleva formare una compagnia con loro due come comici e suo fratello capocomico. Franco però non seppe resistere al richiamo del cinema: si avvicinò al set e venne notato assieme a Ciccio dal regista Mattoli, che aveva assistito ad alcuni loro spettacoli. Mattoli narra che, al primo incontro sul set, chiese a Franco e Ciccio di mostrargli cosa sapessero fare, per poter scrivere una scenetta ad hoc. Il regista ricorda: . Giunsero così ad un importante accordo: Franco e Ciccio furono scritturati per la parte di due contrabbandieri e percepirono lo stipendio di 50.000 lire per un impegno di 13 giorni. Sia Modugno che Mattoli furono molto entusiasti dell'interpretazione dei due siciliani e, una volta terminate le riprese del film, vennero contattati da Modugno che offrì loro la bellezza di mezzo milione di lire e un contratto di 5 anni con il quale erano legati al cantante. Firmarono subito. Restava però il problema del contratto con Ravera e dell'anticipo versato. Fu Ciccio che riuscì a strappare a Ravera il contratto e a ridargli l'anticipo: attingendo alle sue doti di attore drammatico, gli fece credere che Franco si era messo nei guai ed era finito in carcere!

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