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Associazione Horti Lamiani Bettivò Arte contemporanea Via Giolitti 163 00185 Roma Tel. 06 446 02 92 [email protected]
Gli oggetti del nostro banale quotidiano diventano altro, pur restando se stessi. E, inspiegabilmente, possono comunicare molto più di quanto siamo abituati a immaginare. È questa l’arma nelle mani dell’artista Giglio...
Domenico Giglio (Caserta, 1952), ARTISTA e organizzatore di eventi culturali, offre al pubblico il suo Giudizio Universale 9999. Passo dopo passo, opera dopo opera, viene presentata una summa della sua carriera artistica, da sempre ancorata al reale. Sebbene sia stata definita concettuale, l’arte di Giglio, già a partire da oltre vent’anni fa, quando ebbe inizio, ha sempre mostrato un attaccamento doveroso, quasi morboso nei confronti di tematiche concrete, legate al sociale, alla politica, alla cultura. Ancora oggi parte dal passato per ripercorrere, con un nuovo passo più deciso e consapevole, il presente con cui si trova a interagire. Certo è che la sua comprensione della realtà, unico soggetto delle opere che realizza, non può prescindere dai principali movimenti artistici nati durante il secolo scorso (come la smaterializzazione e la decostruzione in voga negli anni ’70, o il surrealismo). Eppure può superarli, con una continua, inesausta volontà di rinnovamento. Lo dimostrano le Impronte e “le tele sotto plexiglas” realizzate a partire dagli anni ’90 che, impossibile negarlo, vogliono riportare l’attenzione verso ciò che giorno dopo giorno accade nel mondo. Gli oggetti di uso comune (si veda Ananas al caffè, 1999) vengono legati indissolubilmente alle tele per assumere su di sé nuove caratteristiche. In altre parole, quello che davvero conta è la problematicità del presente, il conflitto che, volenti o nolenti, il nostro stesso essere al mondo provoca in modo ineluttabile.Ma questa mostra offre ancora di più: quando si distoglie lo sguardo dalle pareti affollate dalle tele, ecco che arrivano le Scatole, la cui serie possiede una forza emotiva non indifferente. Forse sarà per colpa di quel suo passato così difficile da perdonare, forse sarà per la sua spiccata attitudine al ragionamento e alla dialettica, ma l’arte di Giglio afferra gli occhi e arriva a colpire nel segno. Si veda la scatola intitolata Io venni da Capodimonte (2005), in cui i frammenti di tela del Cinquecento, uniti alle cartoline datate 1980 e alle polaroid, creano un insieme di grande suggestione: i materiali, così eterogenei e per loro stessa natura immobili, imprigionati nel legno chiaro, sembrano in realtà liberi di fluttuare alla ricerca di nuovi significati, più veri e credibili.Inutile negare che la figura di Giglio non sia per forza di cose scomoda, troppo complessa per essere immediatamente riconoscibile. Ma si avverte sempre la necessità di un confronto, anche quando i mondi che si trovano a dialogare sembrano inconciliabili. L’arte è il linguaggio privilegiato che serve a Giglio per vivere ed esprimersi, ma non solo. L’arte è necessaria per spingere il pubblico a sforzarsi di riflettere ancora. Ed è fondamentale, affinché lui stesso, in prima persona, come uomo e come artista, possa riuscire a non smettere di interrogarsi.
Giudizio universale 9999Giovedi' 18 settembre 2008, alle ore 18.30, presso la galleria Hybrida, si inaugura la mostra personale di Domenico Giglio dal titolo *Giudizio universale 9999*. L'evento nasce dal desiderio di raccogliere alcune delle fasi della ricerca artistica di Domenico Giglio che, dalla fine degli anni Ottanta, si e' articolata in progetti, iniziative, vere e proprie azioni per l'arte. I suoi lavori vertono, con una prassi concettuale e sempre ancorata al reale, su tematiche complesse quali il *Controllo Sociale* o le *Istituzioni Totalizzanti*, che affrontano anche la questione dell'identità, sia singola che collettiva.L'artista non tratta il sociale in astratto ma partendo da fatti, avvenimenti sociopolitici nazionali e internazionali. Come lui stesso spiega: "Cerco di cogliere le situazioni estreme esasperandole, in modo che arrivi l'impatto emotivo del concetto espresso e il senso estetico del proporre un'opera". In mostra verranno esposte alcune opere atte a ripercorrere la ricerca artistica di Domenico Giglio: dalle *Impronte* alle tele sotto plexiglas degli anni Novanta, le opere dimostrano come sia presente un continuo avvicinamento ma anche discostamento da storie e movimenti dell'arte del Novecento, filtrati e ripensati all'interno di una pratica artistica che privilegia l'attualità, il presente piu' problematico, le contraddizioni del reale.Saranno inoltre esposte le *Scatole*, in un allestimento che cerca di provocare coinvolgimento ma anche interrogazione, perdita di riferimenti certi e al contempo desiderio di capire meglio e mettere a fuoco. Le * Scatole* non contengono reliquie ma oggetti e parole che, su una linea che si ricongiunge ai processi di smaterializzazione e decostruzione degli anni Settanta, declina le esperienze artistiche del passato, dal surrealismo alle pratiche di appropriazione del reale, verso nuove forme di sperimentazione. Giglio usa la pittura, l'oggetto, la parola con modalità che se da una parte interrogano i loro significati all'interno dei contesti sociali e culturali, dall'altra pongono diverse prospettive di senso, connettendo tra di loro gli oggetti ma anche i gesti, i comportamenti, le convenzioni, i riferimenti individuali. Giglio tenta infatti di connettere, provocare corto circuiti, di mettere in relazione le storie collettive, di fare pratica *in comune* di quanto sembra destinato a restare isolato.Da alcuni anni infatti il lavoro di Domenico Giglio, artista ma anche organizzatore di eventi culturali, prende spunto da fatti di cronaca indagando sul sociale, nel tentativo di far riflettere il pubblico su quanto accade nel mondo. Tra le iniziative da lui ideate e realizzate le grandi manifestazioni collettive itineranti: *Inchiostro indelebile. Impronte a regola d'Arte*, (2003) una mostra in cui intellettuali di tutto il mondo e personaggi politici e dello spettacolo hanno "lasciato" una loro impronta poi "rielaborata" da artisti nazionali e internazionali; *S/ago/me547*, (2004) mostra in progress dedicata ai bambini che ogni giorno muoiono nel mondo a causa di guerre e atti terroristici. A ottobre si terrà al MUSPAC - Museo Sperimentale d'Arte Contemporanea dell'Aquila, la mostra *Falce e martello*, un momento di riflessione sull'importanza dei simboli nell'immaginario collettivo nelle società contemporanee.

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