Tutti mi conoscono come Marc Chagall, ma il mio vero nome è Mark ZakharoviÄ Å agalov abbreviato poi in Chagall secondo la tradizione francese.
Vengo alla luce in quel caldo 7 luglio del 1887 a Vitebsk, piccolo paesino della Bielorussia. Vengo cresciuto principalmente da mia madre, che si occupa di allevare dopo di me altri 9 figli. Mio padre è mercante di arignhe.
La mia educazione si basa sulla forte osservanza delle tradizioni della religione ebraica.
Dal 1906 al 1909 studio prima a Vitebsk, in seguito all'accademia di Pietroburgo, dove divento allievo di Léon Bakst, futuro deputato della Duma e mio sostenitore economico.
Nel 1910 approdo a Parigi, dove vengo a conoscenza dei nuovi movimenti come Cubismo e Fauvismo. Frequento tra gli altri Guillaume Apollinaire e Robert Delaunay.
Nel 1912 prendo un atelier nel grande complesso de "La Ruche". L'edificio contiene altri 140 studi di artisti, tra cui ad esempio quello di Modigliani.
Il sopraggiungere della guerra nel 1914 mi costringe a rientrare a Vitebsk. Qui fondo l'Istituto d'Arte, di cui sarò direttore fino al 1920, quando abbandonerò il paese natale per sfuggire all’imposizione del potere rivoluzionario che vorrà fare della mia arte un mezzo di propaganda politica.
Nel 1923 mi reco a Berlino e successivamente di nuovo a Parigi dove nel 1931 viene pubblicata la mia autobiografia “Ma vie†nella traduzione di Bella, la mia prima moglie.
Nel 1933 a Mannheim, su ordine di Goebbels, i nazisti danno alle fiamme le mie opere. Con l’entrata in vigore delle leggi razziali nel 1937, ormai divenuto cittadino francese, sono costretto ad emigrare a New York nel giugno del 1941 insieme a Bella. In pochi mesi riesco a riprendere il lavoro dopo i drammatici avvenimenti storici. Il successo non tarda ad arrivare e il tutto viene coronato dall’esposizione al Museum of Modern della città .Viaggio molto in Italia, Olanda, in Inghilterra, Spagna, Grecia, lavoro a Tel Aviv, a Safed e a Gerusalemme (1960) dove realizzo le vetrate per la sinagoga. Nel 1963 realizzo su invito di De Gaulle i cartoni per il soffitto dell’Opéra di Parigi e nel 1977 mi è concessa la Gran Croce della Legion d’Onore.L'ultima parte della mia vita cambia scenario e si svolge in Provence: qui mi dedicherò a grandi opere di carattere pubblico continuando però ad infondere nella mia arte, attraverso il colore e la sinuosità della linea, la mia visione sognante di "innamorato" della vita.Qui morirò nel 1985 all'età di 98 anni.La mia vita è stata sempre all’insegna del viaggio e della scoperta: di ogni paese visitato sono riuscito ad infondere qualcosa nei miei quadri attraverso vibranti trasfigurazioni ed apparizioni sorprendenti. Non mi considero appartenente a nessuna corrente avanguardistica novecentesca: la libertà è stata sempre il mio sommo ideale, al di sopra di ogni altra cosa, sia che fossero gli ideali rivoluzionari del '17, che sottoscrivere i manifesti delle avanguardie.Everyone knows me as Marc Chagall, but my real name is Mark ZakharoviÄ Å agalov, which would have become Chagall in my French period. I was born on 7th july 1887, a warm summer day in Vitebsk, a little village in Belorussia. My mother brings me up: she has to take care also of my future 9 brothers while my father deals with his fish trade. I grow up in a strict observance of Jewish laws. I study at first in Vitebsk from 1906 to 1909, then I become the pupil of Leon Bakst, who will make a name for himself as an important politician and my economic supporter. I get Paris in 1910, where I bump into Cubism and Fauvism. I rent an atelier in a place called ‘La Ruche’: here I’ll meet the most famous contemporary artists such as Modigliani and all the other ones.
Then the first world war spreads all over the world and I have to go back to Vitebsk, where I will build the ‘Institute of arts’; later I’ll leave my fatherland to escape the revolutionary power, that wants me to produce arts for political aims. So I move to Berlin and afterwords again to Paris, where my first autobiography ‘ma vie’ (thanks to my first wife Bella) is published. The atmosphere of totalitarianisms makes itself felt all over Europe and in Manheim in 1933 nazis burn all my works. In 1937 I must go away for the racial laws, so I move to new York with Bella in 1941: I work hard and in a little time I menage to recreate all the paints I’ve lost and I expose them at the ‘museum of modern arts’ of the city. I travel a lot: from italy, to England, from Spain to Greece, I work in Safed, in Jerusalem. I work for de Gaulle who askes me to paint the ceilings of the opera de paris. The last part of my life is set in provence, the place where I live till my death in 1985.
I have always lived a life full of travels and adventure. I’ve always tried to represent in my works some particulars of each country I’d been to. I don’t feel to be part of any artistic movement: freedom has been, is, and will always be my supreme ideal…the one that I’ll never betray.
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