…Allontanandosi anche solo di poco dai ricchi centri storici si incontra una realtà molto diversa, quella degli sconfitti dalla vita,
quella che purtroppo tutti cercano di nascondere: Max la rende palese in tutta la sua verità che profuma di strada, profuma di realtà , di vita di ogni giorno: quella parte di vita che viene poco se non per nulla raccontata. Questa è la realtà di ogni giorno nelle nostre piccole metropoli moderne, dentro tante "normalissime" province del Nordest, una realtà però vissuta ai margini, per cui vera, diretta…
Mi chiamo Sara, -bEibe-, sono nata e cresciuta a Pordenone dove studio e vivo, e mi piacerebbe raccontare come ho conosciuto e cos’è “Storie dal Fondoâ€. Un giorno tra le mie e-mail mi capitò di trovare la presentazione di un libro intitolato “Storie dal Fondoâ€. Questo era un libro di un autore giovane, che non conoscevo, e colpita dal titolo e dal simpatico modo di fare (diverso dai soliti messaggi promozionali atti solamente a scopi di lucro copia-incolla-invia che sono solita cestinare all’istante) ho letto la presentazione: già il titolo mi aveva fatto un bell’effetto come se già mi avesse suggerito la trama, così nella mia prima lettura veloce fui istantaneamente colpita da alcune frasi, per citarne solo alcune: «(…)Uno su dieci ce l’ha fatta, io racconto gli altri nove», e «Il mio libro racconta l’altra parte delle nostre città , quella ai margini, quella vera, la parte non dorata, che pochi conoscono (…)». Penso che con queste due frasi si riassuma piuttosto bene il senso del lavoro di Massimiliano Santarossa, che ho avuto il piacere di conoscere e del quale ho una grande stima sia come scrittore ma soprattutto come persona, per questo ho deciso di aiutarlo gestendo questo profilo online: anch’io come lui voglio far conoscere una realtà conosciuta da pochi, che quasi mai viene raccontata, che poche volte viene così esaustivamente messa in copertina. Probabilmente per chi non conosce questa faccia delle nostre moderne piccole metropoli del Nordest, e si ferma solamente a centri storici dorati o alle rinomate boutique dei corsi principali, questi racconti sembreranno forse surreali, quasi poco credibili per essere attribuiti a queste realtà del nordest così belle a vedersi; a queste persone io assicuro che qualcuno questi fatti li ha visti e queste persone non solo le ha viste, magari sbadatamente girando l’angolo per poi voltarsi dal lato opposto, ma le ha conosciute e (per quanto paradossale, come dice anche Max, possa sembrare) ne ha tratto qualcosa di importante. Ve lo assicuro fermamente, perché io da una persona che apparentemente non aveva nulla da insegnarmi, e men che meno voleva insegnarmi qualcosa, ho tratto un grande insegnamento, del quale non avrei mai potuto farne a meno.
"Storie dal fondo" raccontate dagli sconfitti del Nordest
C'è un "altro" Nordest, che non approda alle prime pagine dei giornali, non fa tendenza nell'economia nè spaventa la politica: è il Nordest abitato dagli ultimi, quelli che sono stati espulsi dal mondo contadino ma non sono stati ammessi in quello post-industriale, che abitano le periferie e in banca sono perennemente in rosso, pericolosamente in bilico fra normalità e devianza. I protagonisti sono gli "ultimi in classifica", tutti personaggi veri, un po' buffi e un po' dannati, che animavano fino a qualche anno fa tante osterie di provincia, ora quasi spazzate via dai wine-bar, dalle enoteche, dalle paninoteche, dalle sale giochi. Come Boracho, il "penultimo dei commandos", loro sono stati per tutta la vita gli ultimi ad andarsene, mentre la nave barcollava nella notte e saliva loro dentro non l'acqua del mare, ma ettolitri di vino, di grappa, di Aperol tagliato col cognac. Travolti dalle sconfitte hanno cercato riparo nelle amicizie e trovato un'illusoria forza nelle droghe, e si sono perduti. Giovani precocemente invecchiati nel fallimento dei loro progetti, ma anche anziani che sono sono stati catturati in tarda età dalla loro felice dannazione, il gioco. Santarossa ha vissuto a lungo fra loro, ne è stato amico e compagno: ora è il loro biografo, prima che il tempo soffochi per sempre le loro voci.
Sergio Frigo, Il Gazzettino
"...autentico caso editoriale. Grazie al passaparola il suo Storie dal fondo, nel Nordest, è tra i romanzi più letti soprattutto dai giovanissimi".
Un passaparola del nord
"La mia generazione è nata nel mondo contadino, è cresciuta nel mondo operaio, oggi vive nel mondo tecnologico. Uno su dieci ce l'ha fatta, io racconto gli altri nove". Debutta così Massimiliano Santarossa, nato nel '74 a Villanova di Pordenone e oggi al centro di un autentico caso editoriale. Grazie al passaparola il suo esordio, emblematico sin dal titolo, Storie dal fondo, nel Nordest è tra i romanzi più letti soprattutto dai giovanissimi.
Strano gioco del destino per uno scrittore che ha voluto raccontare storie di ordinaria emarginazione degli "ultimi in classifica", schegge di vita che a queste coordinate geografiche dove tutto vuole apparire sinonimo di iperproduttività , stridono come il graffio su un vetro. Nel Nordest che sembra chiudere le sue porte a doppia mandata emotiva, Santarossa, per anni operaio in una fabbrica di materie plastiche, introduce negli inferni domestici di periferie e palazzoni dove perfino "il silenzio profuma di pericolo". In presa diretta dai sobborghi di Pordenone, che chiamano "la Manchester d'Italia", il suo romanzo testimonia le violenze insospettabili di chi quelle periferie abita tutti i giorni. Voci disperate di una generazione di Narcisi del Nulla che si ribellano nel silenzio affogando nel vino, nella droga e nella delinquenza esistenziale.
Gian Paolo Serino
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