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My Interests

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“Il clown in giro per la città?

Cammina, piange, scappa, salta, guarda, ride, si innamora, odia, insegue, mangia, si dimentica, saluta, si addormenta, si sveglia, saluta .
Semplicemente ascolta, semplicemente reagisce.”
Alberto Cacopardi

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La nostra storia, quella dei nostri antenati, le esperienze che ognuno di noi ha affrontato nella vita si riflettono sul corpo.
La postura, la camminata, il respiro… sono elementi che inevitabilmente dicono qualcosa di noi, di come siamo e del rapporto che abbiamo con il mondo; anche se spesso non è facile accettarlo. Un uomo che cammina con il naso alto che punta il cielo, ci sta parlando di sé.
Far ridere il pubblico di noi, della nostra stupidità ci porta a ridere noi, in prima persona, della nostra natura. Diventiamo così osservatori del nostro modo di affrontare il mondo, acquistiamo consapevolezza e ci accettiamo; possiamo quindi uscire dalle gabbie che ci creiamo.
Forse se quell’uomo che cammina puntando il cielo, indossasse il naso rosso, potrebbe capire come mai non vede gli altri.
Questo lavoro parte dallo stato clownesco: la ricerca dell’istintualità basata su un basso livello di coscienza, sulla stupidità innata delle persone, che ci permette di reagire abbassando i filtri e le maschere che sviluppiamo nelle relazioni.
E così lo sguardo diventa follemente aperto, sincero, come quello del bambino: si riscopre lo spazio che ci circonda e le persone che ci stanno vicine.
Come formatori cerchiamo i percorsi che si avvicinano il più possibile a cogliere un lato autentico di ognuno, lavorando fisicamente per rimettere in gioco l’energia del corpo lontano dalle barriere della mente.
Da qui parte la creazione del personaggio clownesco che entra in scena, mostrando il suo mondo e quello che lo circonda.
Come compagnia vogliamo cogliere la poeticità di questo linguaggio che vede il mondo con occhi differenti, sinceri.