LIBERTEA è nata da appena 8 mesi, nel dicembre del 2007. Tutto ha avuto inizio dal laboratorio teatrale dell'I.T.C. Luigi Sturzo di Bagheria, condotto da cinque anni da Claudio Russo. Sono stati anni in cui abbiamo condiviso momenti intensi, di gioia e di difficoltà ; abbiamo imparato ad esprimere liberamente le nostre emozioni fra di noi ed a manifestarle agli altri, con entusiasmo, in uno spettacolo; abbiamo costruito un gruppo di amici, superando incomprensioni e antipatie, a volte anche litigando, ma sempre crescendo, stretti attorno alla passione del teatro che ci accomuna; così la nostra Associazione è nata da sola, quasi naturalmente. E' ancora piccola e poco conosciuta, ma tutti noi siamo determinati a lavorare per contribuire alla vita culturale del nostro territorio - quello bagherese - ricco di antica storia, di straordinarie opere d'arte, di autentici talenti riconosciuti in tutto il mondo, ma poco e mal valorizzati nel luogo che li ha visti nascere. Un'utopia?... Un sogno?... Ma il teatro ci ha insegnato che per fare qualcosa di positivo, qualunque cosa, bisogna credere in se stessi sempre e comunque, bisogna sfidare, combattere e vincere in se stessi lassismi e cattive inclinazioni e, soprattutto, che non bisogna mai perdere la voglia di sognare!
Per il momento l'Associazione sta partecipando al progetto "E...state insieme" del Comune di Bagheria con un laboratorio teatrale per adolescenti.
"Il mio mestiere è quello di raccontare storie agli altri, debbo raccontarle, non posso non raccontarle. Racconto storie di altri ad altri o racconto storie mie a me stesso o agli altri, le racconto sul palco di legno con altri esseri umani in mezzo a oggetti e luci, se non ci fosse un palco di legno le racconterei per terra, in una piazza, in una strada, in un angolo, a un balcone, dietro una finestra. Se non ci fossero esseri umani assieme a me le racconterei con pezzi di legno, brandelli di stoffa, carta ritagliata, latta, con qualsiasi cosa esista al mondo. In qualsiasi modo racconterei perchè l'importante per me è raccontare le cose ad altri che ascoltano. Lo capite che il resto non conta quasi nulla? Cosa mi parlate di teatro, di cinema, di altro: appeso ad un filo in una piazza, seduto su una sedia, venti metri da terra, sarebbe anche quello un modo di raccontare cosa può fare un'uomo solo, lassù con la sua sedia, raccontare che esiste, che sta in equilibrio, che può cadere e non cade, che ha paura e non lo fa vedere, mille mille altre cose. Non capite questo se non avete proprio mai capito niente, ma l'importante è che non m'importa più di essere capito, mi basta essere ascoltato."
Giorgio Strehler