CONTROL è un film personale e ai miei occhi non è un film musicale. Devo confessare infatti che l’averlo considerato inizialmente un film musicale, mi aveva spinto a rinunciare all’impresa. Dopo aver fotografato tantissimi musicisti nel corso della mia carriera, mi sentivo già abbastanza etichettato, almeno in Gran Bretagna, come “fotografo del rock’ e quindi volevo evitare a tutti costi di vedermi appiccicare questa etichetta anche al cinema.
Nel 2004, mi sono preso quattro mesi di pausa per realizzare un libro sugli U2 che avevo fotografato per ben 22 anni. Seduto da solo a casa a guardare i provini delle foto scattate agli inizi degli anni 80, ho ricominciato a “sentire†quel periodo: il vento che soffiava mentre aspettavo l’autobus, la disperazione di non avere un luogo degno di essere chiamato casa, essere senza soldi, e quel magico rito di andare a comprare un disco e ascoltarlo subito. Da allora i tempi sono molto cambiati ma quelle sensazioni mi sono tornate subito in mente, compreso il fatidico 1979, anno del mio trasferimento a Londra. All’epoca desideravo fortemente cambiare aria e così quando uscì l’album dei Joy Division ‘Unknown Pleasures’, capii che dovevo lasciare l’Olanda e trasferirmi nel luogo in cui era nata quella musica.
Due settimane dopo il trasferimento in Inghilterra, scattai la fotografia – oggi famosa – degli Joy Division alla stazione della metropolitana. A ripensarci, è una storia veramente incredibile soprattutto pensando ad un ragazzo – e cioè io - che si trasferisce in un altro paese, conosce e fotografa il gruppo musicale che è all’origine del suo trasferimento e qualche decennio dopo dirige un film che parla di loro.
In un certo senso è come se avessi chiuso il cerchio e che questa fase della mia vita, dominata dai desideri e dalle emozioni che provavo da adolescente, si fosse conclusa. I Joy Division e Ian Curtis hanno avuto un’importanza fondamentale per me in quel periodo della mia vita e quando me ne sono reso conto, ha capito che avrei dovuto realizzare questo film.
Anton Corbijn - Maggio 2007
SINOSSI BREVE
Inghilterra, fine degli anni 70: Ian Curtis aspira a qualcosa di molto di più che vivere nella sua cittadina natale. Desideroso di emulare i suoi idoli musicali, come David Bowie e Iggy Pop, entra a far parte di un gruppo e sogna di diventare un musicista a tutti gli effetti ma nel giro di poco tempo, le paure e le emozioni che nutrono la sua musica sembrano consumarlo lentamente. Sposatosi giovanissimo e con una figlia, trascura i suoi doveri di marito e padre per inseguire un nuovo amore e per soddisfare le aspettative sempre crescenti della sua band. La tensione e la fatica minano la sua salute e con l’epilessia che va ad aggiungersi ai suoi sensi di colpa e alla sua depressione, la disperazione si impadronisce di lui. Cedendo al peso delle responsabilità , Ian si lascia consumare dalla sua anima inquieta e torturata.
SINOSSI LUNGA
Siamo a Macclesfield, nell’Inghilterra nord-orientale negli anni 70. Come tanti altri adolescenti, Ian Curtis é alla ricerca di qualunque distrazione che possa salvarlo dalla sua noiosa vita provinciale. Per provare qualche emozione forte a quattro soldi, insieme ad un amico si prende cura di vecchi pensionati rubando loro qualche campione delle numerose medicine che sono costretti a prendere. Squattrinato, ha un’unica passione, la musica e quando non sogna ad occhi aperti durante le lezioni a scuola, trascorre ore ed ore steso sul letto, fumando una sigaretta dopo l’altra ad ascoltare la musica degli MC5, The Doors, Velvet Underground, Roxy Music e David Bowie. E pur non sapendo suonare nessuno strumento, è determinato a trasformare la sua passione nella sua ragione di vita e nel suo mezzo di sostentamento.
Ian porta Deborah Woodruff, una ragazza della sua città , a sentire David Bowie in occasione del tour ‘Ziggy Stardust and the Spiders from Mars’. Tra i due sboccia l’amore. Tre anni dopo, Ian, a soli 19 anni, sposa Debbie, va a vivere con lei e nonostante abbia un impiego in un ufficio comunale, la passione per la musica continua a bruciare in lui.
Durante un concerto dei Sex Pistols, Ian conosce Bernard Sumner e Peter Hook, un incontro che sfocerà nella formazione di una band che si chiamerà inizialmente Warsaw e della quale Ian diventerà il cantante e l’autore dei testi.
Dopo aver fatto diverse serate soprattutto a Manchester,i Warsaw cambiano nome e diventano i Joy Division, per un problema di omonimia con un’altra band. Il gruppo acquista prestigio quando Rob Gretton diventa il loro manager e Ian riesce a far valere la risolutezza della band ottenendo un ingaggio per il prestigioso programma televisivo ‘Granada Reports’ dopo aver discusso (e insultato) il conduttore del programma Tony Wilson il quale, intrigato, diventa un grande fan dei Joy Division, e li mette sotto contratto con la sua etichetta discografica.
Nel frattempo, nel disperato tentativo di far quadrare i conti e mantenere la famiglia, Ian continua a lavorare all’Ufficio Sussidi per la Disoccupazione e mentre è al lavoro vede una ragazza in preda ad un attacco epilettico; l’episodio, oltre ad ispirargli la canzone ‘She’s Lost Control’, sarà una sorta di presagio di ciò che il futuro ha in serbo per lui.
Tornando a casa da un concerto a Londra, Curtis è vittima di un attacco e quando un medico gli conferma che si tratta di epilessia, la malattia diventa un ulteriore peso e un fattore di incertezza in una vita già piena di responsabilità . Nel frattempo Debbie mette al mondo una bambina, Natalie e i Joy Division sono impegnati con l’incisione del loro primo album.
Nonostante sia diventato padre, Ian perde la testa per una giovane ragazza belga, Annik Honoré, che ha incontrato quando lei – giornalista –è venuta ad intervistare la band. Tra i due c’è un feeling immediato che sfocia in un’appassionata storia d’amore mentre Debbie sembra all’oscuro di tutto ed è convinta che i repentini cambiamenti d’umore di Ian e la sua personalità schizofrenica siano dovuti all’epilessia e al suo impegno crescente con il gruppo.
L’indifferenza di Ian verso la moglie aumenta e quando sta per partire insieme al resto della band per una tournée in Europa, le passa accanto per strada ignorandola completamente mentre Annik l’accompagnerà nel viaggio.
Ma alla fine, i sospetti di Deborah su una probabile relazione di Ian trovano conferma quando Ian le dice candidamente che a lui non dispiacerebbe se lei volesse andare a letto con altri uomini. Debbie si mette a rovistare tra gli oggetti di Ian e trova il nome di Annik. A quel punto affronta il marito che le promette che lascerà Annik, una promessa che non è affatto in grado di mantenere.
Il senso di colpa e la vergogna di Ian, combinati alla crescente preoccupazione e alle difficoltà causate dall’epilessia, lo soffocano sempre più anche se fa di tutto per nascondere la sua grave depressione. Tenta il suicidio con un’overdose, e lascia a Deborah un biglietto che recita: “Non c’è più bisogno di lottare a questo punto; saluta Annik, Ianâ€
Ma Ian sopravvive: sembra essersi ripreso completamente e aver voglia di rimettere a posto le cose. Annuncia infatti di voler divorziare da Debbie, si prepara alla tournée Americana della band, lascia la casa in cui viveva con la moglie e la bambina e sembra essersi liberato – almeno momentaneamente - dalle crisi epilettiche. Inizialmente si trasferisce a casa di Rob Gretton, poi a casa di un altro componente della band Bernard Sumner (che cerca di aiutarlo con l’ipnosi) e infine torna a casa dai genitori. E mentre si avvicina la partenza per l’America, Ian tra sé e sé medita seriamente di non andare.
Tornato a casa di Debbie e trovandosi da solo, si mette a bere whisky seduto davanti al televisore. Debbie ritorna a casa e durante una lite, Ian la implora di ritirare l’istanza di divorzio ma Debbie se ne va.
Poco dopo, Ian cade in preda ad un violento attacco. Si sveglia sdraiato sul pavimento, in lacrime e demoralizzato. La mattina seguente, Debbie torna a casa e trova il marito impiccato in cucina. Ian si è suicidato a 23 anni trovando in maniera drastica e tragica la pace che gli era sempre sfuggita in vita.