La maschera era lì, doveva solo prenderla e indossarla. Fuori c'era la folla smaniosa, frenetica, divoratrice di cuori tinti di tempesta. La setta era ora un gruppo di musica strana, di musica delicata e ambigua. Il complesso in maschera. Un’altra cerimonia attendeva Manuel.
Cinque maschere salirono sul palco. Il concerto ebbe inizio. Anna fece il suo ingresso accompagnata da un filo di luce azzurrognola. Il Papero cominciò a danzare sotto il ritmo percotente di una musica evanescente. Il Papero danzava e il suo animo si sposava con l'effimero buio della gente. Anna cominciò a spogliarsi, o forse era solo spogliata da tutti gli altri. Vanità esplosiva di un cuore tinto di tempesta. Era aggressiva sul suo cubo preconfezionato. Il Porco suonava la sua chitarra immobile come una statua di ghisa. La Morte era alla batteria, dettava il tempo, accompagnata dallo Schizzo al basso. Alle tastiere c'era lo Iettatore con gli occhialini tondi tondi. La gente delirava trasportata dall'effimero tocco ironico dei Morti Viventi, il gruppo del momento.
Danzava il Papero e mimava di fecondare Anna. La Morte spezzava il ritmo incalzante, permetteva allo Schizzo d'insinuarsi con le sue note equivoche nelle menti di poveri dementi.
- Ho paura della notte e cerco le tue cosce,
ho paura della notte e vado dove non puoi capire
tra le ombre e tra le spire di un fetore senza fine.
Il Porco, era lui, era Manuel. Aveva il mantello nero su un attillato rosso.
- Fermati, o sì fermati non andare se non sai nuotare
o rischierai d'affogare.
Fermati dolce sorriso d'Oriente o andrai a finire male
fermati o ti spezzeremo le ali.
Il Porco era un satiro travestito da satiro. E il Papero danzava vicino allo Schizzo; lo Iettatore era uno strano tipo molto molto inquietante. Pupazzi in mano ad un inconscio collettivo feroce. Personalità annichilite, svuotate, ricostruite, riprogettate.
- Un mostro centenario tira le fila del gioco
e ci lascia senza pensieri.
Il gioco è duro e tu sei in un tunnel di seta
creatura senza testa e senza cuore…
La notte era fresca tutt'intorno al palco. Il complesso in maschera era la rivelazione dell'anno. La notte era fresca e profumata. Il vento inondava la gente. La libertà si respirava. Era bella e intensa, aveva il volto di una donna. Aveva il sapore di ricordi speciali. Ma non esisteva. Manuel, il Porco, ballava, danzava con Anna un valzer con l'immaginazione, una musica di Strauss.