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COMUNICATO STAMPA
"Il Democratico", quel marchio "rubato" dai Circoli del Pd
A Cesena quelli del circolo del Partito democratico pubblicano un opuscolo informativo, un periodico sull'attività del partito. Lo stesso succede nella federazione cittadina del Pd a Pontecorvo, in provincia di Frosinone. A Luco dei Marsi (AQ), addirittura, l'inserto a cura del circolo democratico è una testata registrata al tribunale di Avezzano e ha un direttore responsabile. A Carugate, piccolo centro vicino Milano, è stampato dai simpatizzanti veltroniani un notiziario. Tante pubblicazioni di partito. Tutte con lo stesso nome: "Il Democratico". Nessun problema, se non fosse che la dicitura "Il Democratico" sia un marchio depositato all'Ufficio italiano brevetti e marchi. In data 23 maggio del 2006, quando il Pd era solo un'idea che animava il dibattito politico. La titolarità spetta ad Alessio Consorte, un ventottenne abruzzese, che da tempo è ormai impegnato in una battaglia con il Loft. Con il VELINO ripercorre i fatti: "Il 23 maggio del 2006 deposito il marchio per le categorie 09 (prodotti audiovideo etc.), 16 (giornali periodici, quotidiani, libri, cartoleria, fotografie) e 41 (videocassette, programmi, attività politiche etc.). Nel febbraio del 2007 apro la home page del giornaledemocratico.com/it per trovare giornalisti e collaboratori interessati a sposare l'idea di un giornale apartitico di informazione libera. Da fine febbraio 2007 sino a luglio 2007, inizio la campagna pubblicitaria su Google adv, ricevendo 6.800 click ufficiali (ovvero persone che sono entrate all'interno del sito) e 7.000.000 di impronte sui canali Google adv. Costo dell'operazione pubblicitaria 2300 euro". Poi viene fondato il Partito democratico. "I circoli - spiega Consorte - cominciano a copiare il mio marchio, facendo riviste di partito compromettendo la mia testata. D'Alema, in un recente comunicato stampa, annuncia che dopo Red ci sarà una tv satellitare e un giornale online. Che si chiameranno esattamente 'Il Democratico'". Lui allora cerca di contattare il Loft, in cerca di chiarimenti. "Il 10 giugno del 2008 invio all'attenzione del signor Walter Veltroni tutta la copiosa documentazione. Non ricevendo nessuna risposta, verso fine giugno, chiamo la sede del partito e dopo lunghe attese per rintracciare colui che fosse in possesso del mio pacco, mi chiedono di richiamare e di parlare con il signor Francesco Verducci". Consorte continua: "Il 5 luglio richiamo il partito e riesco a parlare con Verducci, il quale con molta leggerezza, fa del mobbing, dichiarando di non essere al corrente di nulla, e di non aver ricevuto nessun pacco. Mi chiede di illustrargli il problema, lo invito a guardare un sito di un loro circolo, con tanto di scritta redazione 'Il Democratico', dopo di che Verducci afferma: 'Signor Consorte non vedo cosa lei voglia da noi, qui 'Il Democratico' è scritto con un altro font". Dalla sede del Partito democratico ribadiscono di non poter avere la possibilità di controllare quello che succede nei singoli circoli: "La direzione di Roma non ha la responsabilità su quanto fanno i circoli". Storia chiusa. Forse.

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