Renée Antoinette von K

Ieri il mio amico immaginario mi voleva comprare della droga e l'ha fatto. É tornato a casa e ha preparato un riso freddo, abbiam mangiato benché non avessimo fame, ci siam comportati come tutti gli altri, abbiam fatto la doccia, ci siam preparati, lui ha messo dei jeans e una camicia verde pallido a pois rosa pallidi, io ho messo delle calze rotte e dei pantaloncini e un reggiseno. La giacca di pelle non puó mai mancare. Poi siamo usciti, abbiam cercato di adattarci alle mode che mtv ci fa vedere, ma sembravamo i soliti sfigatelli dei sottoborghi. Eppure ora che il ghetto viene innalzato a grande plaza hotel, atteggiarsi da barboni squattrinati non é cosí semplice come sembra. Per fortuna avevamo la droga. Abbiam iniziato con un paio di bottiglie di un qualcosa di alcolico. Poi la gente si impara a conoscere, ci si spinge piú in lá. Il mio amico voleva difendermi da occhiate che svelavano scopate possibili, io non volevo evitarle, gliel'ho reso presente. Bé alla fine c'era un gran macello, la camicia a pois sembrava una grossa spirale. Un lungo trip nell'era di quei fottuti hippie che potevano anche risparmiarsela di venerare la pace solo per poter giustificare le loro scopate. Ho visto persino una colomba bianca con il rametto d'ulivo, pensavo quanto fosse strano parlare al papa. Alla fine ho dormito, non so dove, non so come, non so quanto. Ma pensavo fosse fico non esserci piú. Almeno per un pó. www.myspaceeditor.it