Member Since: 07/06/2008
Band Website: http://www.chantango.com
Band Members: Gianluigi Cavaliere: voce e pensiero- Gabriele Bellu: violino- Fabio Rossato: accordéon- Marco Porcu: chitarra- Ivan Tibolla: pianoforte- Romeo Pegoraro: contrabbasso-Produzione Artistica: Giovanni ProsdocimiLA DANZA SACRA DELLA POESIA
LETTERA A CHANTANGO
Come sciamano di una Nazione sterminata, non ho che i sogni del passato, e vi ho riuniti all’interno del cerchio sacro della poesia che delimita il mio tepee e la mia anima, per donarvi la visione avuta “nella notte in cui la luna pianse†quando le sue lacrime bruciarono i miei occhi rendendoli ciechi, simili a quelli di una talpa interrata, ma fini e acuti come un falco nel (pre)vedere il futuro. Come “Chantango,â€siete una tribù indio-europea che si è distinta, per coraggio e purezza, nelle campagne di resistenza alle distorsioni sonore dell’uomo bianco e al degrado epocale, anglo-americano, delle truppe d’assalto commerciali che ammorbano il pianeta seminando la morte del gusto, spegnendo i canti sublimi, relegando i poeti in musica in quei luoghi circoscritti chiamate “nicchie†e che altro non sono che le moderne “riserveâ€, centri di ultima accoglienza per ghettizzare la vostra spiritualità , d’antico ceppo umanistico, così simile al nostro animismo, che mette a rischio il programma letargico di un’omologazione globale che non riconosce i diritti delle etnìe minori a esistere e a divulgare l’emozione, il senso del sogno, l’anelito superiore, la visione perduta. Io, la visione perduta, l’ho ritrovata. Davanti all’albero sacro, mi è apparso Joy Harjo, dei Creek, che mi ha detto: “Siamo tutti creatori. Respiriamo. Parlare è espirare e creare suoni comprensibili al mondo. Mentre scrivo creo me stesso in continuazione. E capisco che non sono una sola voce, ma tante: tutti i colori, tutti i suoni, tutti i timori, tutti gli amori.†Vi ricordo dunque che “creare suoni comprensibili al mondo†corrisponde per voi a dissotterrare il violino, un pianoforte, una fisarmonica, un contrabbasso, una chitarra, come per me, un tempo, l’ascia di guerra prima della battaglia sul Rosebud o sullo Yellowstone, con tutte le conseguenze che comporta una tale decisione. Lo devi sapere, Gianluigi Cavaliere, e lo deve sapere il tuo clan guerriero che ti segue condividendo sino alla fine il tuo stesso destino. Ti ricordo dunque che tu “voce e pensieroâ€, non sei solo una voce, ma rifletti tutte le voci, quelle che morenti d’inedia poetica attendono di essere rianimate, sottratte alla carestia utopica, salvate con l’antidoto della canzone d’autore dallo choc anafilattico degli hamburger musicali scaduti e botulinici. Ti ricordo, da vecchio indiano, che “tutti i colori, tutti i suoni, tutti i timori, tutti gli amori†sono già insiti nella Madre Terra; leggere la Natura è un concerto solo da trascrivere, lo vedo io che sono cieco!†E vi vedo già avanzare nelle lande desolate del vostro tempo, protetti da magici accordi, da sinfoniche armonie, da pentagrammi incendiari, vi vedo affrontare legioni di musici transgenici, serial killer di cover immortali, antropofagi bulimici che sbranano i veri talenti superstiti nel vano tentativo di assumerne le proteine creative. Vedo dell’altro, dietro di voi, figure evanescenti, dai tratti appena accennati, angeli che vi sostengono al momento dell’impatto. Su tutti, il padre supremo dei poeti in musica, un uomo di medicina, i capelli bianchi, lunghi, fino alle spalle, veste di nero, il suo incedere lascia l’impronta, non vi abbandona, sibila tra i denti imperativi etici: ci sono due tipi d’uomini, quelli fieri che non si prostrano mai e…tutti gli altri! E poi, il suo canto di guerra e d’amore sconfina dalle praterie alle macerie postindustriali: “Non son l’uno per cento, ma credetemi, esistono, in gran parte spagnoli, chi lo sa mai perché, crederesti che in Spagna, proprio non li capiscono, sono gli anarchici! “ Vedo “l’uomo dalle suole di vento,†è giovane, molto giovane, gli occhi celesti, di ghiaccio, un ragazzo direi, cambierà il volto della poesia, sparirà in Africa, morirà prematuramente…Un altro ancora, grandissimo e disperato, finirà nelle osterie del vecchio continente a bere un liquido verde, bruciante, tra donne di malaffare e un decreto metafisico di solitudine punitiva… Eppure saranno la vostra forza segreta, l’arma morale, la nota acuta che spaccherà i cristalli. Vi lascio, per l’occasione, un amuleto navajo: l’acchiappasogni. Nel suo alveare retinoso rimangono impigliati gli incubi, fa filtrare solo i sogni buoni. E voi sarete dispensatori di sogni buoni, quelli che si fanno a occhi aperti e che anche gli altri vedranno in comunione onirica.
Adesso sono stanco, la visione è trasmigrata in voi, fatene un buon uso, il mio dovere l’ho compiuto, mi sento svuotato. Fumiamo ancora insieme la pipa colma di acero rosso tritato, no, meglio il tabacco che avete portato, il Toscano. Mi dà visioni di profonda beatitudine. L’unica cosa dei bianchi che salvo volentieri. A ciascuno il suo saccheggio. A proposito, non fate prigionieri. Se stonano, sono insopportabili.PARLA COI GATTI(Mauro Macario)
Influences:Guarda questo video: Cecco (Si'fosse foco)
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Type of Label: Indie