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ITALIAN FUNERAL EASY JAZZ BAND

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OPERETTA BLUES
Tre cani randagi: io, la iella e il blues
di Diego Scandola
Interpretata da:
the First and the Last Italian Funeral Easy Jazz Band
Davide Recchia – chitarra resofonica (dobro) / Alberto “Pedro” Girardi – batteria / Sebastiano Tognella – armonica / Luca Pasotti – voce / Andrea Pimazzoni – sax tenore / Renzo Gobbi – sax tenore / Lorenc Xhuvani – trombone / Roberto Zanetti – pianoforte / Lucio Piccoli- contrabbasso / Matteo Zenatti – voce narrante / Svetlana Rakhimova - violino
IL PROGETTO:
L’idea della the first and the Last Italian Funeral Easy Jazz Band nasce dal fortunato incontro tra Davide Recchia , affermato chitarrista e compositore jazz e Diego Scandola , regista indipendente e autore dell’operetta blues Tre cani randagi: io, la iella e il blues. L’intento di questo progetto è quello di realizzare un’opera in lingua italiana, che si articoli e prenda musicalmente forma attraverso i percorsi del blues, del ragtime e della musica folk nella prima metà del ‘900 (da Robert Johnson e Son House fino a Sony Terry e Muddy Waters, attraverso Lightin’ Hopkins, Jesse Fuller, Pink Anderson, Louisiana Red e il Reverendo Gary Davis). In questo senso va anche la pignola ricerca delle parole e delle figure retoriche, mirata a ricreare un vocabolario volutamente scarno ed essenziale, volto più all’evocazione che non alla descrizione, e quindi fortemente in linea con il linguaggio utilizzato nel blues e nei canti di lavoro. Da un punto di vista contenutistico, l’opera si propone di ricreare lo stato d’animo proprio del blues (quel misto di tristezza e nostalgia che cova dentro come un fuoco) attraverso la narrazione del senso di inadeguatezza e isolamento che caratterizza la società dei giorni nostri.
SINOSSI:
L’operetta racconta ironicamente, in 13 brani e 4 brevi parti narrate, le vicissitudini di un matto, durante i suoi ultimi giorni di vita, quando decide di rinnegare una società che sarcasticamente lo ha già rinnegato.
PLAYLIST:
1. Ouverture (Original)
2. Divagazioni di un matto (“Death letter blues”, Son House, 1930)
3. Avvento di un cane blu che vola a mezz’aria (“Automobile blues”, Lightin’ Hopkins, 1960)
4. Primo interludio (Original)
5. Blues di tre tali (“They’re red hot”, Robert Johnson, 1936)
6. Un natale di settembre (“Say no the the devil”, Reverend Gary Davis, 1961)
7. La ballata della iella (“You can’t keep a good man down”, Jesse Fuller, 1949)
8. Secondo interludio (Original)
9. Blues di un crimine mancato (“I’ll dust my broom”, Robert Johnson, 1932)
10. Preghiera in ottobre (“Rollin’ and tumblin’”, Muddy Waters, 1950)
11. Blues dell’estate che non torna (Original)
12. Cantico dei dannati (“I’ve got mine”, Pink Anderson, 1962)
13. Rivelazione di Satana (Original)
14. Belzebù (“Who been fooling you”, Louisiana Red, 1963)
15. Baratto di un’anima (“Hoochie Coochie Man”, Muddy Waters, 1952)
16. Tre cani randagi (“St. James infirmary”, 18th century traditional)
17. Traccia fantasma (“One monkey don’t stop the show”, Sonny Terry, 1956)
LIBRETTO:
01. OVERTURE (RECITATIVO).
CIMITERO, 2 NOVEMBRE.
Il pastore di anime è accanto alla fossa di un matto. Poche persone fanno capolino alla cerimonia funebre. Sotto la pioggia, da un minuscolo taccuino nero, il prete legge la storia di un uomo pronto a intraprendere il viaggio più importante della sua vita, quello alla ricerca di sè stesso. Così questa sera parleremo di una storia del colore del cielo, la storia d’un uomo che cercava sè stesso e se era matto davvero.
02. DIVUGAZIONI DI UN MATTO.
VIA PRINCIPALE DEL PAESE, AGOSTO PRECEDENTE.
Luigino Fracassetti è un aspirante scrittore che non tira alla fine del mese e di cui la gente si fa continuamente scherno. Esausto di questa situazione Luigino esce per strada e inizia a urlare la sua rabbia ai quattro venti: Ma quanti fiori nei miei occhi, rivolti al sole come fantocci senza parole, e resto solo tra i girasoli a blaterar, per ogni fiore conto un uomo però nessuno vuol parlar.
03. AVVENTO DI UN CANE BLU CHE VOLA A MEZZ'ARIA.
AL PARCO, AGOSTO.
Luigino si sdraia sconsolato sul prato a guardare il cielo, quando ha la sconvolgente visione di un cane parlante sospeso in aria (di fatto la sua coscienza) che lo ammonisce: E il cane prese a parlare girando la coda di qua e di là: - Ricorda queste parole, un uomo ha solo la sua dignità! – Infine disse: - Mi spiace, hai perso il senno è la triste realtà. –
04. PRIMO INTERLUDIO (RECITATIVO).
CIMITERO, 2 NOVEMBRE.
Il pastore di anime continua la sua macabra omelia, incurante della pioggia: Il suo viaggio iniziò così, guidato da un cane che invece non c’era, lungo il confine che porta alla notte, senza nessuno a guardargli la schiena... Al termine della lettura il pastore chiude il suo taccuino e si allontana sotto la pioggia seguito in silenzio dal piccolo corteo funebre.
05. BLUES DI TRE TALI.
VIA PRINCIPALE DEL PAESE, SETTEMBRE PRECEDENTE.
Luigino Fracassetti è confuso. Non riuscendo a capacitarsi della sua visione chiede lumi a un frate e a un giudice, le maggiori autorità del paese. Sfortunatamente nessuno dei due riesce ad essergli di aiuto. Le uniche parole di conforto e ispirazione provengono da uno zingaro ubriaco che parla alla luna: - Chi crede a Dio vola su in cielo ma poi non torna più, chi ha nella legge il suo vangelo nemmeno crede più. Io credo solo alla poesia del blues, tu a quella cosa che ti sale su, e quella rabbia che c’hai dentro è solo un cane blu, è solo un cane blu. -
06. UN UATALE DI SETTEMBRE.
AL PARCO, 25 SETTEMBRE.
Luigino rimugina sulle parole dello zingaro e per la prima volta realizza il significato della sua visione, sentendo covare in sè un sentimento di diffidenza nei confronti della gente: E iniziai a guardarmi in giro perchè, me lo consigliava il cane in me. Nella notte senza luna troppa gente verso il ciel, rivolgeva i suoi perchè!
07. LA BALLATA DELLA IELLA.
VIA PRINCIPALE DEL PAESE, SETTEMBRE PRECEDENTE.
Luigino Fracassetti osserva adesso la gente con occhi nuovi e ne coglie con ironia pungente la spiccata attidudine al fatalismo e all’ipocrisia: Quelli che fai meglio ad ascoltar, che vedrai così non puoi sbagliar, preferisco di gran lunga affogare in mezzo al mar che dar retta a chi non ce la fa.
08. SECONDO INTERLUDIO (RECITATIVO).
CIMITERO, 2 NOVEMBRE.
Sotto la pioggia il becchino ricopre la fossa del povero sior Fracassetti. Parlando tra sè e sè ricorda la tormentata storia d’amore tra il matto e la sua donna: E lei che lo amò in gran segreto come fosse un reato, disse che non fu amore e non lo era mai stato.
09. BLUES DI UN CRIMINE MANCATO.
CASA DI AGNESE, OTTOBRE PRECEDENTE.
Convinta che Luigino sia davvero impazzito, Agnese decide di lasciarlo, scappando senza dire nemmeno una parola. Luigino perde così il suo ultimo e fragile legame con la gente del paese e ferito nell’orgoglio dà di matto un’altra volta: Bussai tre volte alla sua porta, bussai ma lei non replicò. Bussai di nuovo alla sua porta, bussai ma lei non replicò, se la mia donna mi ha lasciato giuro che io la ucciderò.
10. PREGHIERA IN OTTOBRE.
AL PARCO, OTTOBRE PRECEDENTE.
Luigino torna al parco, accusa il colpo e siede triste in riva al fiume. Come un cane bastonato si rende conto di essere rimasto davvero solo e dedica un’ultima inutile preghiera verso il cielo: Una preghiera porsi al vento, con un accento blues, una preghiera porsi al vento con un accento blues, ma con il peso di una foglia a ottobre cadde giù.
11. BLUES DELL'ESTATE CHE NON TORNA.
AL PARCO, OTTOBRE.
Luigino inghiotte il boccone amaro, sancisce il suo definitivo isolamento dalla gente e inizia il suo percorso solitario verso una nuova vita (strumentale).
12. CANTICO DEI DANNATI.
VIA PRINCIPALE DEL PAESE, 31 OTTOBRE.
Luigino è completamente sfiduciato. Oramai la sola presenza delle persone lo irrita. Decide quindi di lasciare il paese, rivendicando la sua normalità e mandando all’inferno tutti coloro che incontra per la strada: Ragione si dà ai matti ma in tutta onestà, qui tutti hanno ragione a parte “moi”. E allora alzo la voce, perchè è ciò che un matto fa, e rivendico barlumi di savietà. Belzebù, dissi Belzebù, la conta dei dannati falla tu, e un cantico beato strimpellato come un blues, mi possa liberare Belzebù.
13. RIVELAZIONE DI SATANA (RECITATIVO).
VIA PRINCIPALE DEL PAESE, 31 OTTOBRE.
A furia di mandare gente al diavolo, l’inferno finisce con il riempirsi di anime dannate. Satana stesso (che si scopre essere lo stesso narratore) decide allora di salire sulla terra, per conoscere l’artefice di quell’insolito evento e recita: Io stesso misi piede sulla terra allora, prima che prendesse foco, e rivelai la mia natura a chi credeva Io fossi un gioco.
14. BELZEBU’.
VIA PRINCIPALE DEL PAESE, 31 OTTOBRE.
Avvolto in un mantello di fiamme Belzebù appare al Signor Fracassetti per proporgli di sfruttare il suo talento di “dannatore”. Luigino, scettico, ribatte alla proposta del diavolo con sufficienza: E mi fece una proposta, dalla terra verso giù, capo dei traghettatori, per le anime più blu. Belzebù, scusa se ti do del tu, se magari può bastare giuro non lo faccio più.
15. BARATTO DI UN'ANIMA.
VIA PRINCIPALE DEL PAESE, 31 OTTOBRE.
Il Diavolo non si dà per vinto e prova in tutte le maniere a comprare l’anima di Luigino, tentando di corrompere la sua coscienza con seduzioni terrene d’ogni ordine e risma. Luigino ha però imparato a rispettare sè stesso e la sua dignità, e ribatte colpo su colpo alle proposte del Maligno: Il diavolo parlò, mi disse - Ehi, ti posso dar denaro e cose che non hai, avvererò i tuoi sogni finchè la falce non cadrà, e sarai dannato per l’eternità. - Dissi: - Già, ma già sento il cuore che fitte mi dà, è meglio crepare cantando che con faccende d’eredità.-
16. TRE CANI RANDAGI.
CIMITERO, 1 NOVEMBRE.
Finalmente, giunto al termine del suo viaggio, il Sior Fracassetti trova sè stesso. Con sollievo volta le spalle al diavolo, ad Agnese e tutta la gente del paese, e continua la sua marcia solitaria verso la morte, finalmente libero dalle sue paure: Siamo come tre cani randagi, io, la iella e il blues, residenti senza più pigione sotto un cielo verniciato di blu.
17. TRACCIA FANTASMA.
PARADISO, 2 NOVEMBRE.
Il pastore di anime è accanto alla fossa del matto e recita la sua omelia. Poche persone fanno capolino alla cerimonia funebre. Il temporale incalza e la pioggia cade sempre più forte. Ritroviamo l’anima del Sior Fracassetti dopo la sua dipartita, nascosta dietro un nuvolone nero del paradiso. Il povero Luigino guarda i pochi presenti al suo funerale sulla terra, e finalmente riesce a servir loro la sua “diabolica” vendetta.
CURRICULUM SINTETICI:
DIEGO SCANDOLA scrive poesie e racconti da oltre 15 anni, esplorando diversi stili espressivi e narrativi. Da oltre 10 anni scrive per la televisione, collaborando con la casa di videoproduzione Media Group per la realizzazione di trasmissioni in onda su Rai Due e Italia 7 Gold. Nel 2001, sotto la guida dei maestri Umberto Ottaviani e Marco Bassano intraprende l’attività di regista, dirigendo video istituzionali e promozionali per importanti aziende italiane e estere. Nel 2003 collabora come assistente alla regia nel cortometraggio “La seduta”, diretto da Adal Comandini e interpretato da Franco Mescolini (3° Premio a “Qui Corto Brescia”). Nel 2006 vince il premio di miglior video agli European Best Events Awards, nella categoria B2B, con il video “Oriental Image” (Produzione K+ Imaginarystudio). Nel 2007, sotto la direzione del maestro Giangi Magnoni, realizza il montaggio del film “Fascino e Passione” (Fieracavalli). A seguito dell’incontro con Mogol nel 2003, inizia a cimentarsi da autodidatta nella composizione di canzoni, approfondendo la conoscenza di cantautori italiani come De André, Gaber e Rino Gaetano. Nel 2007 scrive e deposita la sua prima raccolta di canzoni: Tre cani Randagi: io, la iella e il blues.
DAVIDE RECCHIA studia chitarra da 25 anni, affinando la conoscenza dello strumento con studi di armonia, improvvisazione jazz e i seminari della New School University di New York tenutisi a Bassano del Grappa. Attualmente sta frequentando il Triennio Superiore Sperimentale di Primo Livello presso il Conservatorio dell’Abaco di Verona per conseguire la Laurea in Musica Jazz; contemporaneamente approfondisce lo studio pratico e teorico da autodidatta, sviluppando gli insegnamenti di Vic Juris e Garrison Fewell. Ha inciso Yesterday... tommorow dei Café Wha, One year later degli Straight soda quartet, For some troublin della Verona Improvisers Jazz Orchestra, Deborah Kooperman di Deborah Kooperman e One Step in Jazz in duo con il sassofonista Andrea Pimazzoni.
ALBERTO “PEDRO” GIRARDI ha studiato batteria con docenti di rango internazionale quali Giovanni Principe, Massimo Manzi, Paolo Mappa e Riccardo Turco. Suona da 20 anni e insegna da 15. Ha partecipato a diversi master con musicisti internazionali come Peter Erskine, Vinnie Colaiuta, Elvin Jones, Ian Face, David Garibaldi, Terry Mozzio. Ha vinto il primo premio alla Etno Music Competition di Milano, con giuria composta da Dave Kikoski e Miroslav Vitous. Con il maestro Davide Recchia ha inciso Yesterday... tommorow dei Café Wha e One year later degli Straight soda quartet.
SEBASTIANO TOGNELLA inizia a suonare l'armonica giovanissimo, dimostrando da subito una particolare attidudine per il blues. In seguito all’incontro con Paolo Ganz, frequenta un suo seminario presso l’Accademia di Musica Moderna di Verona. Ha fondato e collaborato intensamente con diverse band, tra cui Red House Duo, Pepe Nero Blues Band, Vladi Blues Band e Tea Spoon Quartet. Ha partecipato alla realizzazione del cd Midnight Blues.
LUCA PASOTTI ha studiato canto da autodidatta per oltre 30 anni, a livello non professionistico. Nel 1991 scrive ed incide una raccolta di canzoni. Nel 2004, in seguito all’incontro con i Café Wha, decide di mettersi alla prova e inizia un’intensa attività concertistica che evidenzia la sua naturale predisposizione al blues.
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My Interests

Music:

Member Since: 6/6/2008
Influences: BARATTO DI UN’ANIMA
Baratto di un’anima è un brano tratto dall’operetta blues “Tre cani randagi: io, la iella e il blues”. Il progetto, sviluppato in collaborazione con la scuola di musica Melasuono e la The First and The Last Italian Funeral Easy Jazz Band, intende raccontare il mondo dei giorni nostri con i suoni caldi e pulsanti del blues delle origini.

produzione: SENSASKEI LABORATORIES dop: EDOARDO OLIVIERI regia, testi e incubi: DIEGO SCANDOLA (SENSASKEI LABS) music by: D. RECCHIA & A. “PEDRO” GIRARDI editing audio & video: MARCO OPPINI (SENSASKEI LABS)

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Type of Label: Unsigned

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