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Assurda

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LA NEWS
Ah Assurdaglia!
Una raccolta di racconti pascolati e allevati da Marco Taddei allo scopo di raggiungere sani e salvi i vostri comodini, le vostre incasinate scrivanie, i vostri più turpi pensatoi attraversando i vostri inerti e tuttalpiù tatuati nervi.
Questo MySpace nasce per arricchire ed esorcizzare. Arricchire la pubblicazione con tutti quei materiali che rimangono sospesi nell'aria durante la scrittura. Testare la rete come vetrina per l'incrinata space opera assurdiana. Esorcizzare tutti i rumori di fondo della mia cameretta. Ma di cosa sto parlando? Cos' è questo Assurda? Incominciamo dunque dal sommario:
1-IL VIAGGIO DI ROBERTO dove Roberto prende un treno per allontanarsi da un cadavere
2-IL GRANDE SOGNO DI UN PRETE DI CAMPAGNA dove si sogna di cose insognabili
3-IL CONSOLE dove si narra di un innocuo passatempo
4-GIù NELL'OCEANO CHIUSO dove si narra di Mostri Marini
5-QUASI AL TRAMONTO DI UN GIORNO ECCEZIONALMENTE CALDO dove il vedere va oltre l'immaginabile
6-IL RACCONTO DI UN UOMO CIECO dove si spiega come domare la luna
Queste le sei dita di tale storpia mano, queste sono le nervature sbriciolate di ASSURDA.
http://www.edizionisabinae.com/EDIZIONI_SABINAE/taddei.html dove tutti un giorno ci ritroveremo
In questa pagina, sulla falange a sinistra, troverete anche brevi tumefatti estratti di Assurda con il semplice scopo di pungolare la vostra attenzione annebbiata dai vari festival di sanremo.
RECENSIONE a cura di FEDERICA TAMMARAZIO tratta da FUCINE MUTE n.118
Se ogni libro è un viaggio, la strada qui porta in un mondo molto vicino, eppure difficilmente comprensibile quasi per ognuno di noi, quello dell’inconscio. Sono le voci dei sei protagonisti che si raccontano in una sorta di flusso di coscienza, dove la paura, la disperazione, la lucida interpretazione personale della realtà la fanno da padrona.
Roberto è seduto su un treno che lo porta a casa, ma è il viaggio ad innescare il meccanismo che coniuga il tempo, l’immobilità e il pensiero: così nasce la confessione interiore dell’omicidio di una fidanzata ormai sconosciuta, in grado di cancellare la videocassetta con il capolavoro di Kubrik per registrare l’ennesima puntata di un telefilm poliziesco; una donna in cui Roberto non riconosce più la “Tibia (così si chiama infatti questa colpevole fidanzata) di cui si era innamorato: senza rimorsi, felice degli imprevisti, sorpresa degli accidenti, infatuata della costruzione sfrenata della sua immaginazione”. E da qui il protagonista arriva a riflettere sulla propria relazione con il mondo e con le persone.
[...] Episodi della mente, soluzioni surreali. E per questo non meno plausibili, se viste con l’occhio interiore dei protagonisti.
E che dire del prete spaventato dall’immensità di Dio e dalla sua altrettanto immensa indifferenza rispetto al dolore e all’imperfezione del nostro mondo? Un Dio che in sogno (pratica tra le altre cose abbastanza diffusa, come ricorda l’episodio biblico di Giacobbe) visita il suo servo e lo illumina con la spiegazione della necessità del male, tramite la scusa più vecchia di sempre, ossia la salvezza del mondo. Un male tuttavia minore, rispetto a quello che accadrebbe se la terra fosse in pace, felice, perfetta. Per il protagonista, “un misero crogiuolo di idee costretto in un corpo piegato e sclerotizzato dalla mia mentalità secolare da prete” (sento l’eco lontano delle pagine di Bernanos?) questo sogno è ben più di una rivelazione, e perciò misero l’uomo che non ascolta la voce di Dio.
[...] Il viaggio prosegue. Il male che spaventa si fa apertura ad un mondo visionario e segreto, un barlume di un universo, un momento di ricerca della verità: l’uomo dimentica se stesso, il proprio dolore, le proprie paure, forse proprio tramite le conseguenze del suo male. La cecità, infine, chiude il libro. Affinché nessuno sia divorato dalla questione omerica, mi limiterò a citare il fatto che Omero, l’aedo autore dell’Iliade e dell’Odissea, fosse cieco poiché alla cecità si collegava la possibilità di vedere ben oltre ciò che il mondo mortale offriva allo sguardo.
Il Racconto di un uomo cieco si prende l’onere di accompagnarci all’ultima pagina, facendoci sentire l’odore del sole, della sabbia, della paura e dell’incertezza. E regalandoci, alla fine, la consapevolezza di aver letto qualcosa di buono. La recensione completa la trova qui.... www.myspaceeditor.it

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