Nato all’alba di molti anni fa in una ruvida cittadina piemontese, Ribes Romano, semplicemente Ribes per gli amici, impara assai presto i fondamenti della musica, divenendo già alla tenera età di 2 mesi polistrumentista con spiccata vocazione alla lirica, partecipando a numerosissime serate revival, e ponendo sempre come suo sommo punto di riferimento i maggiori artisti dell’epoca, tra cui val la pena di ricordare: Il Quartetto Cetra, Dario Baldan Bembo e Jimmy Fontana. Purtroppo varie e tormentate vicende familiari lo porteranno ben presto a entrare nel mondo del lavoro strettamente impiegatizio, nel senso più brutale del termine. Inizierà dunque solertemente a lavorare in numerose aziende multinazionali e locali divenendo a tempo record un impiegato modello. Ma durerà poco. Verificando lui stesso le indicibili angherie psicologiche alle quali venivano sottoposti i suoi malcapitati colleghi di lavoro, decide ben presto di ribellarsi a questo sistema ingiusto e tirannico, trasformandosi sorprendentemente in un instancabile paladino di tutti gli impiegati, guida morale per tutti i tapini, simbolo inimitale della lotta contro il mobbing. Tornato alla musica, il suo primo e unico amore, inizia un contorto ma straordinario percorso che lo porterà a fondere le sue due anime, quella aziendale e quella musicale, innovando in maniera drastica il modo di fare musica pop. Nasce così un personalissimo stile da molti definito “pop aziendale†o “musica aziendaleâ€. In perenne e costante litigio con tutti i più potenti Uffici del personale d’Italia si dedica ora a tempo pieno, al tempo vuoto perso dalle persone rinchiuse otto ore al giorno in tutti gli uffici d’Italia. Spazientito e irascibile a seguito di tutto ciò, nell’estate 2008 rompe gli indugi pubblicando il suo primo singolo cult: “E’ morto il capoufficioâ€. Per il lancio ufficiale del brano provvede personalmente all’invio gratuito delle prime 1000 copie ai più tremendi e bestiali capouffici d’Italia.