Il nome parla chiaro. Il loro genere non è il death metal, ma il reggae, quello vero, contaminato da venature di vari generi. I Roots Club nascono alla fine degl'anni novanta per rivisitare la musica tradizionale Reggae, i loro maestri: Bob marley naturalmente, ma anche Max Romeo, Gregory Isaac, Bunny Wailer. Un ideale e un fine esplicito ne indicano la direzione: rendere il Reggae fruibile al maggior numero di persone. I tanti concerti e le numerose collaborazioni hanno fatto raggiungere oggi alla band un'alchimia tra una "line-up" acustica e i suoni più moderni che si esprime attraverso un linguaggio musicale travolgente in cui convivono le melodie, i reef di chitarra ed i ritmi ballerecci della dancehall. Concerti pieni di forza ed energia che trasformeranno i locali che li ospitano in veri Roots club. All'interno dell'album si trovano tracce musicali con testi di ricerca interiore come "Search myself" che si sposano con "riddim" di contestazione contro la disinformazione e la censura che trovano massima espressione in "Mani Legate", pezzo musicale scritto e arrangiato a due mani. L'autore del testo è GIGLIO FABIO, il batterista della band, mentre l'arrangiamento è curato da ROBERTO FRASSINELLI, il tastierista del gruppo. All'interno si trovano altre tracce come "Non Vedi" e "Doppia Soluzione", per poi finire con "Linea Sottile" che integra un testo di forte impatto contro il controllo esercitato dai "media" e dallo stato sulla collettività . Con questo "cd" cerchiamo di sollevare temi importanti, questioni di rilievo, per sensibilizzare la collettività sulle problematiche che spesso non ci vengono comunicate così chiaramente dai mezzi di comunicazione di massa.
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