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Influences: Il mio Maestro GIULIO CAPIOZZO, un musicista e un uomo eccezzionale.Arrivederci GiulioLo scorso agosto Giulio ci ha lasciato, creando un grande vuoto nella musica italiana. Giulio Capiozzo era un grande artista ed era orgoglioso di esserlo. Era anche un precursore, nel rock, nel jazz e in quella che sarebbe diventata la "world music", un genere che lui componeva e suonava prima ancora che avesse un nome.
Ci mancherai Giulio, ci mancheranno le tue incazzature e quel parlare aperto che rispecchiava perfettamente il tuo modo di fare musica. Ecco allora, in omaggio a Giulio uno breve biografia ed alcuni stralci di interviste.STORIA DI UN BATTERISTA ETNICO
"Giocare col mondo facendolo a pezzi..." cantavano gli Area all'inizio degli anni ‘70. Il mondo con cui gioca Giulio Capiozzo è quello dei ritmi, fatti a pezzi dal suo micidiale drumming africano. "Sono in pochi a ricordarlo - dice - ma io sono nato come batterista etnico, e continuo a essere tale". Non si può dargli torto ascoltando i vecchi dischi degli Area, tutti tempi dispari, ma anche sentendolo suonare nelle nuove incisioni di jazz, dove i riferimenti rimangono sempre Elvin Jones e Tony Williams (ma io aggiungo anche Art Blakey), i più africani fra i batteristi neroamericani.(Foto Enrico Grieco)
TRA AFRICA, ORIENTE E CARAIBI
Non si diventa musicisti etnici casualmente, ci vogliono istinto e preparazione, e le caratteristiche naturali vanno coltivate. Giulio i presupposti li ha tutti, le lontane origini turche - il suo cognome è stato italianizzato da Capiöz - e gli studi di percussioni al conservatorio del Cairo, sotto la direzione del maestro Alì Mohammed.
La partecipazione degli Area ad un festival a Cuba dà vita al primo approccio con l'immenso patrimonio musicale dell'isola. L'incontro con il mondo delle percussioni caraibiche prosegue in tempi più recenti grazie ad un tour con il trombettista americano Jimmy Owens. "Con Jimmy Owens sono anche stato ai Caraibi lavorando con percussionisti locali, quelli della tradizione Voodoo di Haiti, ma anche con gli steel drummer di Trinitad e Tobago".La carriera musicale gli dà molte possibilità di studio della musica proveniente dalle più disparate culture, ma anche in Italia le occasioni non mancano: "Nel 1987 ho suonato in duo con Trilok Gurtu - ricorda - solo voce e percussioni". Lo studio della musica indiana avviene fra l'Italia e il Giappone. "Reputo la musica indiana molto sofisticata - continua - e la batteria moderna deve molto a questa grande cultura. Un maestro come Gary Chaffee fa riferimento alla musica indiana e Weckl è allievo di Chaffee, pensa quindi alle influenze che tuttora ci dà . Quella indiana è una mentalità diversa: gli orientali sono abituati alle poliritmie e a pensare in tempi dispari all'interno del tempo in quattro quarti".Sempre in Italia collabora con Carl Potter, il percussionista americano naturalizzato italiano, con cui forma un gruppo di sole percussioni orientate al suono del golfo di Guinea. In Spagna collabora con i fratelli baschi Arze-Anaiak, percussionisti specializzati nel far suonare delle tavole di legno con una tale efficacia da venire definiti "magici" da John Cage.
Record Label: Non firmato