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.. ------------------------------------------------------------ -------------------------- La parte più interessante del mio lavoro è la sua irripetibilità. Dalle mie prime esperienze nel campo della figurazione artistica partendo dalla fotografia in bianco e nero e dai primi filmati in superotto realizzati agli inizi degli anni 70. In realtà anche se queste prime esperienze erano da amatore, in seguito agli studi intrapresi, si arricchirono più tardi di nuovi apporti stilistici trovando una loro propria configurazione e personalizzazione per quanto riguarda sia lo stile che la ricerca. Nelle opere di quel periodo oltre a perseguire una perniciosa ricerca per quanto riguarda l’aspetto puramente tecnico e qualitativo trovano applicazione altre sperimentazioni come i viraggi parziali su alcuni elementi dell’immagine, la coloritura con aniline, l’utilizzo della solarizzazione e della profilografia. I soggetti vengono ricavati dalla quotidianità e seguono un ordine del tutto casuale privilegiando esclusivamente l’aspetto cromatico ed espressivo. Dopo vari anni di utilizzo di questo stile si passa ad una seconda fase più concettuale dove appunto la ricerca è più definita in un campo ben specifico e si cominciano a teorizzare alcuni dei fondamenti della espressione vera e propria della mia opera. Ma è con l’avvento informatico che avviene, per così dire, la vera integrazione delle due nature quella prettamente artistica e quella derivante dall’esperienza di lavoro fotografico o grafico. Nella seconda metà degli anni 80 l’acquisto del primo computer mi permette di assemblare contemporaneamente più immagini fornendomi una variegata scelta di soluzioni che poi stampate su vari tipi di carta vengono poi rifiniti o modificati con le tecniche tradizionali legate alle arti figurative (acquerello, tempera, acrilico, etc.). ------------------------------------------------------------ --------------------------------------- La modificazione tecnica di un prodotto hardware come lo scanner mi permise di ottenere le prime immagini propriamente digitali con l’utilizzo anche di lenti ottiche che deformavano, provocano delle variazioni incontrollate, mentre i soggetti, sia statici che dinamici, venivano ripresi. Questi nuovi prodotti artistici gli chiamai “skannergrammi©” se usati per immagini statiche e “cinegrammi©” se usati invece per immagini in movimento. ------------------------------------------------------------ ----------- L’aiuto fondamentale che lo studio delle dottrine esoteriche e delle mantiche (la cabala, la numerologia, la lettura dei testi sacri) e la meditazione trascendentale mi portarono, verso i primi anni 90, alla formulazione del concetto “irrealismo©” in cui l’artista è visto non solo come fautore di opere estetiche ma estende anche la sua sensibilità sul piano dell’intuizione e della veggenza per cui la fonte prima di ispirazione non è la realtà oggettiva ma il sogno e l’immaginario della veglia, nonché l’aspetto più recondito della sua natura di uomo integrato con la natura stessa. ----------------------------------------------