About Me
Il piccolo Ottavio nasce il 22 dicembre del 1973 da spermatozoo palermitano e da ovulo casertano.
Muove i primi passi nel mondo della musica all'età di sei anni, quando si avvicina allo studio del pianoforte con il Maestro Attilio Filieri. Molto presto, tuttavia, cade nell'abisso senza fondo della musica rock e sostituisce il rassicurante bianco-e-nero della tastiera del piano con quello, molto meno rassicurante, delle pelli bianche sui fusti neri della batteria Yamaha nera, più nera del Jolly Roger più nero, che mamma Clementina gli compra all'insaputa di papà Francesco.
I parrucconi di Mozart e di Bach sono due microscopici puntini bianchi all'orizzonte, lontani anni luce: il giovane Ottavio è ormai perduto per sempre, posseduto dal Lato Oscuro della Forza.
Nel 1990 fonda i Lord Phantom, storica cover band Hard & Heavy, virata in seguito al Progressive, che per oltre una decade ha popolato sogni e incubi di musicofili e musicofobi.
Parallelamente milita nei Lost Innocence (Progressive Metal) e, successivamente, negli Heimdall (Power Metal), con i quali - dopo aver portato a termine una trionfale tournee italiana insieme ai Labyrinth nel 1999 - incide l'album "The Temple Of Theil" (2000), distribuito in tutto il globo terraqueo, e che registra un successo planetario tutto sommato discreto.
Con l'ibernazione a tempo indeterminato dei Lord Phantom, all'inizio del nuovo millennio, Ottavio comincia ad accusare gli effetti deleteri degli anni che passano: il segno più visibile di tale degrado psicofisico, oltre all'ulteriore diradarsi dei già pochi capelli, è rappresentato dal fatto che egli si allontana dal rock duro per dedicarsi all'insegnamento e alla composizione di brani elettroacustici & New Age, continuando comunque a suonare la batteria e a cantare in contesti eterogenei che vanno dal Jazz Elettrico con gli amici Claudio Della Corte e Michele "Il Fungo" Valente, al Cabaret con Carlo Maria Todini, al rock melodico degli Inseedia.
Dall'inizio del 2008 è impegnato nella creazione di una Pink Floyd Tribute Band, progetto nel quale sono coinvolti - oltre a musicisti del calibro di Enzo Orefice e Mino Berlano - due vecchi compagni d'armi: Antonio "Centerbe" Iandolo e Fabio "L'Alieno" Iannaccone, anche loro appartenenti - insieme a Diego "Garrone" Iannaccone, a Peppo Sarno e a Biancamaria Amato - alla nobile élite degli Ex Lord Phantom.
Ottavio, insieme alla musica, coltiva da sempre altre due grandi passioni: i viaggi e il motociclismo; passioni che hanno avuto - tra i tanti e non sempre piacevoli effetti collaterali - il merito di portarlo a girare mezza Europa in moto e quello di farlo diventare, giocoforza, un discreto meccanico. Del resto, per far andare i cessi immondi che cavalca da tempo immemorabile e di cui è innamorato pazzo (Moto Guzzi V7 1969; Yamaha FZR 1000 ExUp 1989; Honda Africa Twin 1989), non è sufficiente un motociclista normale: ci vuole uno psicopatico incosciente in grado di guidare senza paura e senza problemi (e senza schiantarsi) un bestione senza freni che a pieno carico sfiora la mezza tonnellata, oppure una specie di missile terra-aria il cui scopo principale è quello di ammazzare chi lo guida al minimo errore, oppure un conglomerato di alluminio e fango alla cui vista le vecchiette stringono a sè la borsa e i Carabinieri estraggono la paletta; ma, soprattutto, uno che non si fa prendere dal panico se il motore della sua moto si ammutolisce improvvisamente sotto il sole di Agosto su una strada deserta a quattromila chilometri da casa, forte del fatto di avere con sè ben UN giravite e UNA chiave da 13.
Oggi, a 34 anni, Ottavio non è più un ragazzino: è grosso, pesante, e sta poco in equilibrio anche da sobrio; ciò lo rende particolarmente e drammaticamente inidoneo alla pratica di sport quali il calcio, lo skateboard, lo sci o la ginnastica artistica; discipline, queste, che il nostro cerca di evitare come può per non esporsi al ludibrio e alle burle degli amici. In compenso, per un inspiegabile mistero della fisica e della biologia, eccelle là dove l'equilibrio è davvero una questione di vita o di morte: è, infatti, temibile oltre ogni misura quando si trova in sella alla sua vecchia, potentissima Yamaha, con la quale si diletta a sverniciare i giovani e arroganti motociclisti che, in sella a moto al top dell'attuale produzione di serie, commettono l'errore di irridere irrispettosamente alla sua vetusta cavalcatura. Tutto ciò in barba ai più elementari principi della biologia nonché a vent'anni di evoluzione motociclistica.
Periodicamente qualcuno gli fa notare che siffatto comportamento risulta essere perlomeno tanto infantile quanto quello dei giovani e insipienti sfidanti, ma Ottavio non se ne cura. D'altra parte, egli è ben consapevole del fatto che la principale caratteristica che i musicisti e i motociclisti hanno in comune è l'incapacità di diventare adulti al 100%, e all'idea del perdurare sine die di questo stato di cose si è ormai da lungo tempo rassegnato. Ottavio, le sue moto e la sua batteria rappresentano, quindi, la prova inconfutabile del prevalere dello spirito sulla materia.