" La prima virtù di un dipinto è essere una festa per gli occhi". Così sosteneva Eugene Delacroix e, nel guardare i dipinti di Franca Gavini, non possiamo che apprezzare e condividere l'inciso del grande artista. Si, perchè Gavini dipinge bei quadri: il che non è affar di poco conto, solo se soffermiamo l'attenzione su buona parte del gesto pittorico che oggi ci circonda. Ed invero, la piacevolezza dei quadri di Franca traspare tanto dalle armoniose forme che ella sa realizzare, quanto dalle gradazioni cromatiche che riesce a miscelare e snocciolare. Là , nella forma, è il segno sicuro che incede senza incertezze; qua, è il colore che forte si sprigiona, avvolgendo e coinvolgendo lo spettatore. Ma, si badi, i dipinti della Gavini non sono soltanto bei dipinti. No, perchè appena acuiamo lo sguardo, intravediamo in essi un quid che và aldilà della mera piacevolezza estetica. L'artista predilige il figurativo, ed è proprio nelle figure delle donne ritratte che scorgiamo il momento di introspezione che la Gavini affronta e ci propone. non quindi semplici involucri senz'anima, ma donne dolci, talvolta austere o gioiose, altrevolte assenti o sperdute, e poi materne o passionali, e via dicendo. Un universo femminile che l'artista scandaglia isolando il personaggio dal contesto che lo circonda o che potrebbe circondarlo. Insomma, le figure di Gavini sono quasi dissezionate dal mondo e poggiate sulla tela, come su un tavolo anatomico. E' bello infine intuiore dalle donne ritratte, la duplicità dell'indole dell'artista: ora donna composta, ora zingara e gitana.FRANCESCO MONTEMURRO