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ObliVium nasce nell’estate 2005 come “costola” sperimentale di alcune compagini rock partenopee. Disciolte queste, la sigla viene utilizzata per un main-project psycho-noise-post rock, interamente strumentale. L’intento è quello di coniugare le attitudini originarie, di marca più spiccatamente sperimentale, a composizioni immediate dalla struttura regolare. La prima demo vede la luce nel febbraio 2006. “11” – questo, il titolo – si presenta come una raccolta di nove pezzi schizoidi ed informi, elaborati partendo da un’impostazione d’ascendenza low-fi legata all’esperienza della pc music. Nonostante sia particolarmente evidente la cura quasi ossessiva per i suoni, il disco conserva un impatto “live” piuttosto vigoroso, in linea con i recenti trascorsi. Molti sono, infatti, gli episodi registrati nell’arco di una singola sessione. Nella primavera dello stesso anno, hanno inizio le sedute per la registrazione di nuovi pezzi. Questa volta, l’interesse si focalizza su composizioni più articolate e dilatate, ma meglio definite. Lasciate alle spalle le lineari ed essenziali costruzioni armoniche di “11”, ObliVium si confronta ora con diversi generi di matrice rock (progressive, hard, post) senza rinunciare alle incursioni elettroniche che avevano contraddistinto numerosi spunti del precedente lavoro. Nasce, così, “Magma” (gennaio 2007), demo caratterizzata da una maggiore maturità e cura per le fasi di lavoro “in studio”. In origine, il nuovo progetto avrebbe dovuto costituire la prima tappa di un dittico. A “Magma” era, infatti, affidato il volto più rock di ObliVium, mentre il successivo capitolo avrebbe dovuto esprimerne l’anima elettronica. L’idea, però, naufraga, senza venir mai messa in cantiere concretamente. Un nuovo progetto sembra intanto farsi largo: l’elaborazione di un concept sulla guerra come pura pulsione distruttiva. Nell’estate 2007, nonostante alcune tracce siano già state sviluppate, le ‘derive’ sonore e il confronto con nuovi mezzi (sequencer, campionatori e la quasi costante presenza del pianoforte) portano ad abbandonare il tema-cornice di partenza e ad approfondire, invece, le atmosfere intrise di oscure ossessioni e intimismo paranoico da cui muoveva “11”. Ultimato nel febbraio 2008, “Room 237” si rivela un lavoro diverso, un disco in cui distorsioni e momenti noise si placano, lasciando spazio ad un amalgama mai espresso in precedenza. Tensione, angoscia e alienazione si snodano lungo undici composizioni – stavolta, più concise ed eleganti – in cui la solidità del sound rock viene ‘insidiata’ da saturazioni elettro-psichedeliche. Da alcuni mesi, ObliVium sta lavorando ad un progetto di sperimentazioni “industrial” che lascia presagire un ritorno a brani dalla struttura disarticolata e a sonorità abrasive e disturbanti… Stay tuned Personalizza la grafica di MySpace con myspaceLayout.it

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