Questo si diceva di me un giorno di primavera, nell'ora di un tramonto straordinariamente caldo, a Mosca, agli stagni Patriaršie. Anni Trenta.
"Così nel primo è detto che l'uomo era di bassa statura, aveva denti d'oro e zoppicava dalla gamba destra. Nel secondo, che l'uomo era di statura gigantesca, aveva i denti incapsulati in platino, e zoppicava dalla gamba sinistra. Il terzo comunicava laconicamente che l'uomo non aveva alcun segno particolare. Bisogna riconoscere che nessuno di questi rapporti ha alcun valore.
Innanzitutto: l'uomo descritto non zoppicava da nessuna gamba, ed era di statura non bassa né gigantesca, ma semplicemente alta. Per quanto riguarda i denti, a sinistra aveva capsule di platino, e a destra d'oro. Indossava un costoso vestito grigio e scarpe straniere in tinta col vestito. Portava spavaldamente il berretto grigio sulle ventitré, sottobraccio teneva un bastone con pomo nero a forma di testa di can barbone. Dimostrava poco più di quarant'anni. La bocca un po' storta. Perfettamente rasato. Bruno. L'occhio destro nero, il sinistro, chissà perché, verde. Sopraccigli neri, ma uno più alto dell'altro. Insomma, uno straniero."
Ogni giorno da oggi al Teatro di Varietà fuori programma:
IL PROFESSOR WOLAND
Spettacoli di magia nera con completo smascheramento finale