Siamo tutti studenti precari che nell'era del capitalismo cognitivo intendono rifiutare i saperi e la cultura imposte dal diritto allo studio, contribuendo alla costruzione di un'università altra, libera, che riunisce un'intelligenza collettiva.
Nella mattinata del 10 Ottobre si sono dati apuntamento per le strade di Padova più di 1500 studenti. Il corteo è stato lanciato dal Coordinamento studenti medi padova e provincia per contestare la riforma gelmini per affermare il proprio dissenso ai tagli alla scula pubblica, ai licenziamenti dei docenti e del personale A.T.A, contro il rischio della chiusura di circa 4000 scuole, contro il 5 in condotta, e per una scuola libera dalle aziende private.
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Nella mattinata di lunedì 20 ottobre circa 500 studenti hanno presidiato il Palazzo del Bo’ nella città di Padova, dove si stava svolgendo la riunione del Senato accademico. L’iniziativa di oggi era stata decisa dopo la mobilitazione di mercoledì 14, nella quale si era chiesta ad alta voce la convocazione di un assemblea di ateneo per discutere della devastante Riforma Gelmini.
Il presidio da parte degli studenti è iniziato verso le 9.30 e si è concluso alle 11.00 con una vittoria da parte degli studenti: infatti il Senato Accademico nella seduta odierna ha disposto che giovedì 23 dalle 10.30 alle 13.30 le lezioni siano sospese in tutto l’Ateneo per consentire lo svolgimento contemporaneo di Assemblee presso tutte le Facoltà .
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Si moltiplicano le mobilitazioni studentesche all’interno della città di Padova.
A partire da questa mattina assemblee e blocchi delle lezioni e - verso le 13.00 - cortei spontanei sono partiti dalle diverse facoltà per confluire sotto il Palazzo del Bo dove è partito l’ennesimo corteo composto da più di mille persone, che ha sfilato per il centro cittadino ed è confluito presso la Facoltà di Scienze Politiche dove è stato occupato Cà Borin.
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Martedì 28 Ottobre gli studenti di Psicologia di Padova hanno aperto le porte della loro Facoltà alla città .
Questa scelta nasce dalla necessità e dalla consapevolezza che l’università , centro di produzione e trasmissione di saperi e conoscenze, debba essere un luogo aperto e attraversabile dall’intera collettività cittadina, un bene comune; come comune è la volontà di difenderla dai tentativi di dismissione messi in atto da dieci anni a questa parte e che vedono nella finanziaria Tremonti-Brunetta e nel dl Gelmini l’atto finale, la definitiva decapitazione.
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Nella giornata di mercoledì 29 ottobre, la città di Padova ha visto una nuova mobilitazione contro la legge 133/08, che, come si è già detto più volte, mette a grave rischio il funzionamento della didattica e della ricerca nelle Università italiane.
Un corteo funebre è partito alle 17.30 circa dal Palazzo del Bo’ e ha raggiunto Prato della Valle, nel quale sono confluite le circa 5.000 persone che hanno partecipato alle "esequie" del mondo della formazione.
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