About Me
..Correvo più che potevo verso una meta che sentivo non essere la mia.
Correvo come quando ci si trova in una stanza piena di gente e si sente scattare l'allarme anti incendio.
Correvo con le mani protese in avanti per ammortizzare
possibili scontri, con la bocca spalancata e gli occhi sbarrati.
Correvo, spingendo, strattonando, imprecando, inseguendo le virate improvvise di quel gregge di schiene che diligentemente, da bravo figlio del mio tempo, tallonavo.
Non esisteva un vero e proprio perchè, tentavo semplicemente di stare al passo, accompagnato da quel fedelissimo senso di angoscia che accompagna il viaggiatore che che non sa più da che parte è il Nord.
Attraversavo una caleidoscopica alba o un dolcissimo tramonto correndo, senza che loro dicessero niente a me, senza che io dicessi niente a loro...e mi sentivo stolto, misero, paranoico.
Fino al giorno in cui le cose cambiarono d'improvviso:
nel mio universo preconfezionato, lungo la mia superstrada di plastica a senso unico, mentre il mio sguardo è vuoto e fisso davanti a me, capita che io veda qualcosa di diverso dalle solite schiene da inseguire, c'è un volto, ci sono due occhi, vedo un'emozione devastante volare contromano e puntare il mio petto.
Seguo l'unica cosa che non è stata ancora manipolata:l'istinto.
Accelero.
"Lei" non rallenta.
BUM!
Un impatto tremendo, un abbraccio esplosivo, con "Lei" che si incastra dentro me, ed uno sbalzo che ci fa volare ad occhi aperti oltre il guard-rail di quella fottutissima strada.Sono fuori, sano, salvo, emozionato...posso fermarmi.Da seduto, stanco e sudato, incontro la mia alba; prendo il tempo che mi serve e ci parlo, non l'ho mai vista da questa nuova angolazione,desidero chiedere perdono per la mia superficialità quindi mi sento costretto a riempirla di complimenti, è meravigliosa ora, a guardarla meglio.
L'alba mi ringrazia, ma si dev'essere imbarazzata, lentamente si defila arrossendo, lasciando spazio al tramonto.
Allo stesso modo devo comportarmi con lui, ma allo stesso modo dopo poco si nasconderà a sua volta dietro ad una notte.
Non credevo fosse così timido il cielo.Resto solo, e ripenso all'accaduto...
l'incontro con "Lei" ha salvato i miei giorni, ora li sento sani.
Quell'incidente fortuitamente desiderato mi ha permesso di evadere da quella silenziosa libertà vigilata e mi ha sparato sulla mia strada, quella che non riuscivo a vedere e che temevo di intraprendere, quella oscurata da una miriade di cartelloni pubbliciladri, nascosta tra le erbacce incolte della superficialità e della frenesia, dissestata dalle radici dell'albero del possesso, quella più impervia, spesso interrotta da cumuli di ossa di scheletri per cui gli armadi di casa non bastano più.
"Lei" mi ha spogliato e mi ha messo su questa via diversa, a contatto diretto con la sua terra battuta, mi ha consigliato di smettere di correre, e di camminare lentamente, di non vedere solo ciò che mi sta davanti , ma di osservare tutto quello che mi sta attorno, e, come se stessi passeggiando in un Eden interiore, dare un nome a tutto ciò che accende dentro me la miccia della bomba emozionale.
Ho imparato che se non c'è nome, se non c'è linguaggio, non si può dar voce a tutti quegli stati d'animo convulsi che spesso sentiamo morderci il petto; se non si parte alla ricerca della parola, se non le si da' il tempo di sgorgare dalla mente e non si ha pazienza che scenda fino al cuore, quelle sensazioni si trasformano in misteriose paure, malesseri, ansie.
Ecco che allora ho deciso di lasciarmi guidare da "Lei" e di seguire il suo consiglio, ho deciso di camminare su questa strada, con la penna ad aiutare il mio equilibrio, appassionandomi alla parola, la vestirò con l'abito buono della domenica e la sfrutterò affinchè confessi quello che conosce di me, appoggiando tutto su un foglio bianco davanti ai miei occhi.
Ecco che allora ho deciso di provare a tradurre il mio cammino in poesia, mettendo in rima ciò che vedo e ciò che sento, tra le strofe dei miei giorni...