Francesco Cerchiaro avec La B.E.- Finali RTI

Dalle passate esperienze musicali di gruppo ho maturato la consapevolezza che la musica, non potendo fare del compromesso una virtù, non sempre può esser democratica. L’incontro e il prolungato confronto col cantautore Massimo Bubola sedimenta tale consapevolezza che diventa definitiva cesoia dalla fine del 2006; da allora concepisco la composizione come atto solitario che cerca di recuperare la dimensione primitiva della canzone quale strumento narrativo di intrattenimento. Evidenti ma non temuti sono quindi i richiami a quei “poeti della canzone” che raccontavano (e alcuni lo continuano a fare), fondendo musica, tradizioni e parole, le storie del proprio tempo. E’ quello che mi propongo di fare oggi, sentendomi libero di attraversare le varie espressioni del rock per vestire nel modo più adeguato emozioni tra loro differenti e contrastanti. La Belle Epoque, di nome e di fatto, rende possibile e concreta questa alchimia. La band mi affianca nella prima metà del 2007 inizialmente composta da due membri, Matteo Marenduzzo e Andrea D’Amato, dalla lunga e parallela esperienza musicale. Iniziamo così insieme un lungo e a volte inconcludente “lavoro” alla ricerca di uno stile d’arrangiamento che riesca ad esser insieme brillante e discreto, prezioso ed essenziale. La speranza è quella di “abbellire” senza distogliere dall’essenziale. A coronare gli sforzi intrapresi, nel febbraio del 2008, dal Soviet Studio di Cittadella, esce finalmente il primo demo composto da quattro brani. A stabilizzare e completare la line up dei Belle Epoque si aggiunge la batteria di Paolo Trolese...