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Corre l’anno 1969 e il Cagliari inizia il campionato con un pareggio a reti inviolate a Genova con la Sampdoria. Seguono quattro vittorie, con Vicenza, Brescia, Lazio e Fiorentina prima del pareggio con l’Inter, una delle favorite per la vittoria finale. Arrivano poi i successi contro Napoli e Roma.L’uscita dalla Coppa UEFA per mano dei tedeschi orientali del Carl Zeiss Jena non stoppa l’entusiasmo della squadra di Scopigno, che si appresta ad affrontare la grande sfida dell’Amsicora con la Juventus. È sufficiente un pareggio per tenere a distanza i bianconeri. La partita è molto concitata. Il sardo Cuccureddu risponde all’acuto iniziale di Domenghini.
Segue un altro pari a Verona e un successo di stretta misura sul Bologna. Alla 12° giornata, il primo stop stagionale, inaspettato, sul campo del Palermo. E’ la partita della maxi squalifica di Scopigno, che tornerà in panchina solo a fine campionato.I pareggi contro Bari e Milan fanno da intermezzo prima del ritorno alla vittoria, 2-0 casalingo sul Torino firmato Gori-Riva. Il Cagliari è campione d’inverno con tre punti di vantaggio sull’Inter. Il girone di ritorno si apre con tre squillanti vittorie su Sampdoria, Vicenza e Brescia. Anche la Lazio si deve arrendere ai rossoblu che però si inceppano dinanzi alla Fiorentina (0-0 all’Amsicora) e cadono a San Siro contro l’Inter, per mano dell’ex Boninsegna. Questa seconda rimarrà l’ultima sconfitta del torneo.
Il Cagliari si riprende liquidando il Napoli e costringendo al pari la Roma. Incombe il grande scontro con la Juventus, ormai rimasta unica avversaria per il titolo.La gara del “Comunale†di Torino, è impressa indelebile nella memoria di tutti i tifosi rossoblu. Per l’intensità di gioco e per le emozioni che è stata capace di suscitare è paragonabile a Italia-Germania dei mondiali messicani di qualche mese più tardi.
Dopo pochi minuti i bianconeri passano in vantaggio grazie ad un autogol dello “specialista†Comunardo Niccolai. I rossoblu pareggiano con uno spettacolare gol di Gigi Riva. Nella ripresa, l’arbitro Lo Bello assegna un misterioso rigore a favore degli juventini. Albertosi para il tiro del tedesco Haller, ma l’arbitro fa ripetere. Anastasi fa centro dal dischetto. Passano pochi istanti, e Lo Bello concede un altro rigore, altrettanto dubbio, stavolta per il Cagliari. Riva non sbaglia. E’ gol del pareggio che vale il primato e di fatto lo scudetto, anche perché i rossoblu superano Verona e Palermo e pareggiano a Bologna.
La sicurezza matematica del titolo ha una data e un orario: è il 12 aprile 1970, sono le 16.37 quando Riva sblocca il risultato all’Amsicora contro il Bari. Nel secondo tempo, Bobo Gori firma il raddoppio e dalle radioline giunge la conferma: la Juventus ha perso a Roma contro la Lazio.
E’ fatta! Una città e un’intera isola entrano nella storia del calcio italiano. I giocatori rossoblu nel cuore e nella memoria dei sardi di allora e di oggi.
Gigi Riva è per la terza volta capocannoniere, con 21 reti. Sei giocatori neo-scudettati (Albertosi, Niccolai, Cera, Domenghini, Gori e Riva) sono protagonisti della fortunata spedizione ai mondiali messicani con la Nazionale azzurra, battuta in finale solo dal Brasile di Pelè.