Il mio lavoro e' il risultato temporaneo di un percorso molto instabile, infatti il mio rapporto con l’arte e' sempre stato problematico e controverso quasi come fosse essa stessa ad importunarmi.
La sensazione e' di trovarsi costantemente in uno stato transitorio perché e' forte il desiderio di trovare sempre nuovi codici e atipiche forme d’espressione.
Fin da piccolo ho assorbito ininterrottamente figure e simboli dal mondo esterno alimentando al contempo il mio amore per la poetica della forma, in particolar modo per la bellezza del grottesco e il fascino del desueto. Ho sempre avvertito un freno dentro di me che mi porta a vivere dei periodi infecondi in cui accumulo notevoli cariche energetiche. Così la mia volontà creativa lotta ogni giorno contro una sorta di assopimento inconscio e questa forte contraddizione tra quiete e attivismo si riversa sull’essenza stessa della mia produzione.
Come tanti cantastorie hanno già fatto prima di me provo a tratteggiare un mondo inconscio fatto di insolita poesia affastellando emozioni, ricordi, fiabe, sogni. Mi piacerebbe che la sostanza delle mie immagini fosse il più immateriale possibile e che entrasse d’incanto nella coscienza dello spettatore quasi come un dejavu, per questo motivo cerco di far fluttuare i miei personaggi e le mie ambientazioni all’interno di una dimensione onirica velata di sana follia.
Il frutto del mio pensiero si tramuta subito in un linguaggio a prima vista inconsueto. E’ una sorta di collage fotografico e pittorico che si rifà ad un gusto fiabesco immaginifico e simbolico.
“La realtà immaginata rende più felici†afferma il celebre trasformista Arturo Brachetti. Così anche i miei significati giocano a nascondersi dietro allegorie e reali illusioni che non prestano fede né alle prospettive né alle regole del quotidiano.....