Music:
Member Since: 3/27/2008
Band Members: Voce:Pierfrancesco Sampaolo, Chitarre: Marco Chiusolo,
Chitarre: Teddy Lauria, Basso:Paolo Valerio, Batteria: Maurizio Volpetti.CONTATTACI PER AVERE IL NOSTRO EP... --inizio codice radiostar--
.. --fine codice radiostar--..By Enrico ScotNoi siamo dei fannulloni nella vita, ma per aver fatto il nostro dovere stasera, come premio, abbiamo visto il popolo [Scot]
C’è un mondo di gente chiuso nei sottoscala, in garage in periferia, nascosti nello scantinato di una libreria. “Attenzione alla batteria questi calci alla serranda sono per noi: suoniamo troppo forte! Piano ragazziâ€, ma come si fa quando il ritmo si libera e scorre come vino nelle vene, e sei già ubriaco di quel suono che ti gira in testa da stamattina, anzi da sabato scorso, dall’ultima volta che abbiamo avuto un palco sotto i piedi e amici davanti, gente da far ballare, arrivata da chissà dove a sentire queste corde vibrare, questa voce urlare…un sogno dietro l’altro. Siamo gente così, che nella vita si nasconde tra la gente comune, ci potresti scambiare per lo spettatore qualsiasi di una scena casuale dell’esistenza. Eppure abbiamo un ticchettio nella testa e cerchiamo, sguardo e ogni senso alla ricerca di un suono, di un segno, che diventa musica appena può. Anche perchè la vita, la nostra e la vostra, già di per se noiosa, in assenza dei quel battito diventa uno spettacolo mortale. Siamo un popolo di impiegati, finti o grandi comandanti, magari sfruttati o esaltati, siamo un popolo fatto di gente che si accampa tra i banchi di un supermercato. Non guardare strano il codino di uno di noi che ti consiglia come usare il ferro da stiro, lo so parla piano, ma suona forte te lo posso giurare. Aspetta la notte ed è diverso, la notte è se stesso. È uno a cui al massimo puoi chiedere consigli su un prodotto anticalcare, ma nella testa quattro quarti, ta…ta…ta…ta ha un ritmo, un suono costante, che arriva da lontano e ancora più lontano se lo porta. E se lo porta via, proprio mentre parla con te. Siamo un popolo di custodie di strumenti tenute in macchina, per ore ad aspettare, un popolo di artisti nomadi, senza camerino fisso, anzi senza camerino e basta. Le nostre canzoni sono famosissime e le sanno a memoria le cose vecchie piene di polvere che ci ascoltano il giovedì nello scantinato di Jhonny. I suoi libri, forse, tra le pagine, tra un rigo e l’altro hanno catturato qualcuna delle nostre note, e se stai attento, leggendoli, ci potresti trovare Lucy o le lacrime di Sunday morning. Siamo gente che sa quanto è difficile trovarsi due volte dietro lo stesso microfono, “ma magari, già è tanto se ci fanno suonareâ€. Siamo un popolo che si è tenuto lontano dai conservatori, ma siamo un popolo che resiste, siamo in attesa di quell’ora e mezza per uscire dal gruppo e cominciare a suonare. Non ci interessa essere famosi, ci piace aspettare la fine del giorno per cominciare a cantare. Siamo quel popolo che quando si abbassano le luci e la gente comincia ad urlare, sale sul palco e cavalca, senza nasconderlo più, il ritmo che lo muove da sempre e dà vita allo show!Io: come si chiama quel Tenente che è arrivato stamattina?
Torbido: ha il cognome sul petto!
Io: voglio dire di nome.
Torbido: Pierfrancesco, perchè lo conosci?
Io: No, era così per chiedere, deve essere uno forte.
...avevo ragione!
Influences: The Moody and Delta Blues, the 70's, the sound from the Bayou, Woodstock, The Ferry Boat and all the old Railway Stations somewhere in a suspended floating place, the good wine, the breath of good people, the sound of the eyes in rapid movement, The Bands, the music esthatic electricity and everything that comes from the deep...P...IL LAMPO:E cielo e terra si mostrò qual era:la terra ansante, livida, in sussulto;
il cielo ingombro, tragico, disfatto:
bianca bianca nel tacito tumulto
una casa apparì sparì d'un tratto;
come un occhio, che,largo,esterrefatto,
s'aprì si chiuse, nella notte nera.AMICIZIA:
Noi non ci conosciamo. Penso ai giorni
che, perduti nel tempo, c'incontrammo,
alla nostra incresciosa intimità .
Ci siamo sempre lasciati
senza salutarci,
con pentimenti e scuse da lontano.
Ci siam riaspettati al passo,
bestie caute,
cacciatori affinati,
a sostenere faticosamente
la nostra parte di estranei.
Ritrosie disperanti,
pause vertiginose e insormontabili,
dicevan, nelle nostre confidenze,
il contatto evitato e il vano incanto.
Qualcosa ci è sempre rimasto,
amaro vanto,
di non ceduto ai nostri abbandoni,
qualcosa ci è sempre mancato.
Sounds Like: A Faffi.............Io Canto il Blues delle cose che non accadono,
dei fili annodati, delle strade buie e sorde
con rallentamenti
dai fondi sbrecciati e le curve nascoste da colline verdi;Io canto il Blues della signora notte,
canto il silenzio che viene dopo le botte,
canto cani e cavalli bianchi alle fermate del Bus,
canto il blues delle donne
con il capo chino di lato
e lo sguardo rassegnatamente assente;Canto il Blues che brucia piano
che illumina di poco la campagna,
Canto il Blues delle stelle Bianche
e degli alberi verde silenzio;Canto il blues di certe belle giornate,
quello delle mani strette
e degli abbracci contenuti,
del freno a mano ingollato,
del pensiero virtuoso che si fa reato,della realizzazione estrema,
dei fuochi fatui e di quello che c'è per cena;Canto il Blues dei vicoli stretti e densi,
come mani quasi giunte dove soffia ancora vento
che, sasso dopo sasso, sfiora la mia pelle
ed il suo odore diviene canto.....P.
Record Label: Non firmato