Architetto, bassista, chitarrista, fotografo, pescatore, subacqueo. Tutto per hobby. In principio fu un disco rivestito da una busta di plastica nera con dentro la copertina con la foto di un uomo in fiamme. Era il 1975 e la chitarra ipnotica di David Gilmour mi aveva catturato. Ho passato tutta la mia adolescenza a capire come ricreare quel suono, anche fratturandomi un paio di dita e sperimentando aggeggi e diavolerie elettroniche. La mia Fender Stratocaster arrivò per caso alla fine degli anni 80, e allora aveva già diversi anni. Adesso bene o male con quel suono me la cavo e mi sono gettato sul basso. Le mie band sono i MUN (chitarra), il mio personale confronto con il gruppo che mi ha ispirato e sostenuto, i Pink Floyd, e i Groove, dove la mia carica di adrenalina esplode nelle quattro corde del Precision percosse nel nome del rock. Questi sono i terminali di scarica per le tensioni della mia professione, che oggi lascia poco spazio alla fantasia e alle fughe di estro, essendo diventato un lavoro da freddo burocrate, ma questo paese rimane in questo modo, prendere o lasciare