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Dopo lo scioglimento dei Piku, Max intensifica le ricerche sulla produzione del suono e la costruzione di strumenti che possano attualizzare la sua visione molto sofisticata dell’elettronica. Questo lavoro, squisitamente artigianale, assume negli anni una profondità tale da evocare la cura dettagliata del certosino (…ma laicamente e futuristicamente folle!...), portandolo alla autocostruzione di sofisticati controllers dedicati a performance live di campionamento acrobatico, tra cui spicca il misterioso "marinetto", e di abiti elettrici, mentre avviene il confronto artistico con alcuni dei brani vagamente cantautorali di Rosario (o Saro) Antoci, ex chitarrista, a Vittoria, dei punk/lo-fi Hiroshima Mon Amour, e attualmente immerso nel fermento anonimo e ammutolito del basso-underground italiano, con il gruppo aperto Frambolì. Le canzoni sono basate su una scrittura per chitarra e voce che nasce da congiunzioni impressionistiche fra accordi naif e versi semi-introspettivi, su cui l’elettro-pop della fabbrica Polosid (dove schiacciando un bottone i marchingegni di Max ti fanno una bella canzone) procura effetti di magnifica suggestione fonica, mescolando sonorità analogiche e giocattolose con un incrocio fra le culture e le vocalità industrial e new wave degli anni Ottanta, e fresche reminiscenze di natura cinematica.
Parallelamente a queto percorso, durante gli anni duemila, continuano intense le collaborazioni di Max con gli ex componenti dei Piku: Alex aka Klaodeli, formidabile tecnico del suono e dj/producer, e Davide aka D.Glaser che fonda l'etichetta Hello Shitty Records.
Attualmente la formazione live è un duo: Klaodeli & Polosid
vincitori, con il loro show, dell'edizione 2008 del M.E.I.tech
