marta wrubl profile picture

marta wrubl

I am here for Friends and Networking

About Me

www.myspaceeditor.itMi sono diplomata all’Accademia Ligustica di Belle Arti nel 1997.
In seguito mi sono trasferita a Firenze dove ho studiato restauro ma non ho mai smesso di dipingere. Da qualche tempo è maturato in me il desiderio di tornare con impegno continuo alla mia vera e unica passione, la pittura... Dipingere è la mia più grande fonte di piacere.
Mi è sempre piaciuto scavare a fondo nelle persone. Mi attraggono le personalità introverse che mi promettono avvincente battaglia per essere scoperte. Il ritratto è il mio modo per esplorare il corpo e la mente dell'altro.
Dipingere l'altro è un modo per entrare in contatto esclusivo con lui, un modo per farlo mio, penetrarlo e conoscerlo.
Dipingere corpi, volti, occhi, mani, pensieri, menti.. dipingere l'altro da me è ciò in cui si è trasformata la mia necessità di socialità, di rapporto umano.
Quando lavoro a un ritratto non mi sento sola. A volte inizio a dipingere paesaggi o oggetti che pure sono accattivanti per forme e colori, ma presto abbandono .. mi prende un senso di freddo e di solitudine. Per lo stesso motivo non ho mai sentito la necessità di passare ad una pittura più sintetica, o addirittura astratta.
La realtà dell'altro è ciò che più mi seduce.
Quando lavoro a un ritratto io divento colui che sto dipingendo.
Se conosco intimamente la persona che ritraggo ogni pennellata con cui viene creata sulla tela diventa un gesto di affetto, una carezza. E nello stesso tempo sento di appropriarmi di ogni particolare della sua fisionomia, di ogni millimetro, di ogni sfumatura.
L'altro mi comunica il suo stato d'animo momentaneo e la sua storia attraverso la sua forma. Mi capita di commuovermi dipingendo l'altro. O di sorridere.
L'altro mi rende partecipe del suo essere offrendomi la sua immagine.
Ho dipinto molti bambini, trovo che il viso di un bambino sia qualcosa di esteticamente bellissimo, i colori sono delicati la pelle liscia e trasparente gli occhi grandi e luminosi. E questo stato di grazia è così effimero che viene voglia di fermarlo e appropriarsene.
Non sono ancora riuscita a dipingere un autoritratto soddisfacente (eppure sono io!). L'altro-me stessa è inafferrabile, conosco me stessa meno di quanto presumo di conoscere l'altro, o semplicemente mi trovo meno interessante di quanto trovo interessante l'altro da me.
MARTA WRUBL
(Genova, 1973)
Marta Wrubl sviluppa fin dalla prima infanzia la passione per il disegno. Dopo la maturità classica si iscrive all’Accademia Ligustica di Belle Arti, dove frequenta il corso di pittura tenuto da Mario Chianese e Roberta Ferrarese, e il corso di incisione di Giannetto Fieschi.
Durante il percorso accademico la sua attenzione si focalizza via via sullo studio della figura umana, sul nudo e sul ritratto, anche sotto l’influenza degli artisti cui più si sente affine, fra cui Klimt, Schiele, Munch, Gericault, Degas, Bonnard. Nei suoi primi lavori traspaiono i toni smorzati tipicamente liguri, caratteristici della pittura del maestro Chianese.
Nel 1995 espone per la prima volta nel centro Civico “Remigio Zena” di Genova. In questa occasione Emilia Marasco scrive: “Il ritratto sembra essere il nucleo profondo del percorso formativo di Marta Wrubl. L’attenzione concentrata sul volto è ottenuta , a volte, mediante la scelta di un taglio che restringe lo spazio intorno al volto con un effetto quasi di avanzamento della figura rispetto al piano del quadro, che sollecita nell’osservatore una sensazione di “presenza”. La Wrubl ricerca il segno di questa presenza sul volto stesso, impegnandosi per una resa psicologica rivelata soprattutto dalla fisionomia, dalla peculiarità delle forme e dei colori del volto.”
L’anno seguente partecipa alla mostra collettiva “Nove proposte” presso la Galleria S. Bernardo di Genova. Dal 1996 frequenta per tre anni l’Istituto per l’Arte ed il Restauro “Palazzo Spinelli” a Firenze, dove si specializza nel restauro di stampe e libri antichi. Durante il soggiorno fiorentino mossa dal personale entusiasmo visita i principali musei ed in particolare si sofferma sulla collezione ‘Alberto della Ragione’, sulla quale discuterà la tesi di diploma accademico.
Dal 2000 in poi, contemporaneamente all’attività di restauro, continua a dedicarsi alla pittura, sempre più interessata dalle problematiche del ritratto e dell’introspezione psicologica. Predilige come modelli bambini e adolescenti.
Nel 2006, espone al Palazzo del Principe di S.Sebastiano (AL) e Roberto Baghino scrive di lei: “ Immersi in luci e ombre utilizzati sempre come narrazione, i suoi ritratti parlano di forza e disgregazione, di perdita e speranza, di bimbi dai muscoli adulti e di adulti dalle paure infantili. Ma sono gli occhi, soprattutto, a trattenere in questa danza dolorosa e leggera. La pittura di Marta Wrubl è una pittura dal tocco preciso e profondo.”
Nel gennaio del 2007 la sua prima mostra personale all'Art Club “Il Doge”. Germano Beringheli scrive sul secoloXIX : “Visivo e visionario sono aggettivi ambedue relativi alla vista. Nei dizionari è scritto che visivo si riferisce, soprattutto, a cosa che è possibile abbracciare con l'occhio e la cui raffigurazione appartiene, per tradizioni culturali,all'arte. Visionario, essere visionario, è altro; per esempio si dice “visionario” l'artista o il poeta dotati di fantasia, grande tanto da consentir loro la trasformazione dell'energia luminosa, colta dall'occhio e dal giudizio, in sensazioni visive.
Si può riflettere su tali circostanze guardando le opere della giovane pittrice Marta Wrubl che, nonostante il cognome d'ascendenza mitteleuropea, è nata a Genova nel 1973 e ha studiato alla Ligustica, dove si è diplomata nel 1997 con Mario Chianese e Roberta Ferrarese.
La sua figurazione assoluta, visibile sino al prossimo 17 febbraio all'Art Club “Il Doge” di via Luccoli 14, potrebbe far pensare a Balthus ma, proprio dal punto di vista dello spirito con cui la giovane pittrice vede la realtà, la sua determinazione espressiva è visionaria e quindi, a differenza di quella del pittore parigino, non si alimenta di sensazioni erotiche o inquietanti. I suoi ritratti e i suoi nudi, persino quello di una bimba coricata su un canapè, sono naturalmente pudichi e semplicemente divengono il luogo, il “motivo”, come dicevano gli impressionisti, per fare della pittura. In questa direzione i “volti” o i “corpi” che la Wrubl dipinge attingono al sogno poetico come a una benefica ricreazione.

My Interests

I'd like to meet:



My Blog

The item has been deleted


Posted by on