Alla fine mi chiedevano sempre chi ero,e io non sapevo rispondere. Non solo non sapevo chi ero ma nemmeno cos'ero. Cercavano di afferrarmi le mani e le loro erano lorde e puzzolenti così sono scappata e mentre correvo ho sentito qualcosa di viscido strisciarmi sul ginocchio, ho continuato a correre e mi sembrava ancora di sentirli.. Di nuovo giorno ,troppo tardi, il gatto sonnecchia tra le lenzuola, la luce alta del sole preannuncia un'altra giornata persa e d'un tratto ricordo chi sono. Sono la venditrice di storie,la donna col banchetto di legno seduta in piazza. La gente è gentile con me amano le storie e non si sdegnano di comprarle perchè le storie sono preziose ed essendo tali hanno un prezzo e il prezzo è poca cosa. ho clienti abituali, alcuni maniacali. Ce n'è uno per esempio che viene tutti i venerdì alle diciotto e dieci e sembra si compiaccia della sua puntualità ,arriva camminando lentamente e s'avvicina al banchetto guardando soddisfatto l'orologio.. oddio scusate deformazione professionale ,be s'è fatto tardi il mestiere mi chiama se volete però passate a trovarmi tanto sono sempre li, in piazza..
