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Dyoniso

About Me


The first steps of the band trace back to late 1995 when Mauz (bassist) and Endriu (drummer) met Itto (singer/guitarist) and Raff.x (guitarist). Despite their different musical interests they both had a thing for the so-called Seattle sound. Their first attempt to create their own music was heavily influenced by grunge and punk and some American indie-rock and noise.
In 1998, whilst increasing their live activity a three songs demo was released. The line up had changed (the bassist, Mauz left the band for D.no takes his place). This contributed to speed up the already started crossover process. The new stoner and emo-core influences added some density to the sound which someone described as “a natural meeting between physical and emotional”.
From 1999 Dyoniso had a chance to strengthen their bones playing in few festivals getting positive feedback from people and press. They also had a chance to share the stage with several bands from the local underground scene such as Beethoven, Adaline and Clench. A second demo was then released the same year.
In 2000 the band appears on radio and local tv shows and have been seen opening for Earthone9, Linea 77, La Crus and (P)itch on their Sardinian tour. The third demo was then out.
From October 2001, Dyoniso starts to record his first full length album that would feature nine songs composed between 1999 and 2001. Many problems had delayed its release (this explain the reason why they called it “The Forthcoming Album”). The difficulties in making all the influences converge into a sound that would make everybody happy begins to deteriorate their will to go on. A lack of motivation was the cause of their split up.
The Forthcoming Album, recorded and mixed between October 2001 and may 2002 was released the 4th of October of the same year. This date confirm the official disband of Dyoniso.

My Interests

Music:

Member Since: 12/03/2008
Band Members: Itto vocals
Raff.x guitars
D.no bass
Endriu drums

Influences: Nirvana, Soundgarden, Korn, Deftones, Tool, Alice In Chains, Sonic Youth, A Perfect Circle, Stone Temple Pilots, Rage Against The Machine
Sounds Like:


About The Forthcoming Album...

Un disco che sa di amaro, amaro che si scioglie in bocca e che finisce per lasciarti un buon sapore, un bel ricordo. Gli otto brani suonano per molti versi sperimentali, molto vicini come tipo di sound, al grunge, o meglio al noise-rock-pop (eh) più moderno. Appare inizialmente un po’ anormale l’apertura del disco, con “This Child”, brano che mette in evidenza il loro nucleo creativo, la loro malinconia sprigionata da testi relativamente corti e, per quanto mi riguarda, molto astratti, quasi senza senso. Ma presto, non solo con “Come ti suona?”, si capisce che i giovani ci sanno fare con le note e che soprattutto sono perfettamente in grado di tenere distinti ritmi per diversi minuti… Ottime combinazioni di “classico” pulito-distorto che vengono sostenute mai monotonamente da percussioni sagge, instancabili. In realtà in molti brani come “No W. Trip” si sentono vere e proprie ripetizioni di pezzi comunque esaltanti grazie anche a solo piccolissime variazioni. I Dyoniso emanano forti sensazioni, per lo più tristi, ma comunque molto ben “pronunciate” grazie a delle squisite esecuzioni sonore.
A fire inside

Dyoniso, coming from Italy, are a building force from the continent, having toured their homeland with the likes of Linea77 & Earthtone9, makes a good impression of the band. The album really shows off what the band can do, with their sound mixing many different elements from different genres, they sound like a grunger playing experimental rock thrown in a pit at a noisecore gig, put it this way, they certainly have their own interesting niche. The band effortlessly roll between intense noisy rock moments into scapes of melody that seem to last forever, it produces a superb atmospheric to the album that lets you drift through without question, places seemingly not too dissimilar to the likes of Tool. ‘No W. Trip’ proves a guitar rock fuelled epic that takes you on an audio journey throughout, absolutely brilliant. The vocals are very dark, and delicate and somewhat distorted in the more melancholy moments. The band has some songs that are sung in English and equally some that are quite obviously Italian! Still this does not spoil the mood of the album in anyway, so much excellent melody to hear and a lot of audio to take in, making the experience even better than expected, also great piano pieces just top certain tracks off to a tea, as ‘Reprise of 8’ proves effectively. The level of experimental edge Dyoniso show really should achieve high praise, as it’s awesome. Think Tool mixed with Glassjaw and give it a grunge feel and you only start to understand this band, an amazing concept in itself. The band certainly have something with their sound and that something is good. Dyoniso will undoubtedly get more attention, and rightfully so, this album is awesome, a journey through guitar fuelled hills and melodic, beautiful valleys. This is certainly one band you need to hear to believe, and it will inspire you.
Audiocratic

Otto tracce scritte in un periodo piuttosto ampio che mostrano una band che sceglie risolutamente l’autoproduzione per mantenere pieno controllo sul proprio operato. Uno stile caustico e determinato, che si inarca continuamente verso l’emotività e l’intimismo, evidenzia un ventaglio di influenze piuttosto ampio: stoner e noise, nu-metal ed emo-core. Stesso discorso vale per le liriche, ora in italiano, ora in inglese, sempre e comunque taglienti e dirette sul bersaglio. E’ il caso di "A-III" e di "Come Ti Suona?", cantante in linguamadre: due brandelli di storie amare e crude, strazianti e sincere, almeno quanto i pentagrammi sporchi e nel contempo illuminati da distorsioni abbacinanti, che ci raccontano di sentimenti intimi, ma al contempo insani. Helmet e Tool ("No W. Trip"), Marlene Kuntz e Hangin’ On A Thread ("Cuore") convivono in una tavolozza ricca di sfumature diverse: un canto torturato che non prova neppure a modulare una melodia, le cadenze serrate di una sezione ritmica secca e martellante, gli accompagnamenti spettrali e al contempo sbrananti delle chitarre, un sottobosco di effetti distorsivi psichedelici e vorticosi (feedback e larsen a iosa). Un buon lavoro, in definitiva, che ci fa sperare di rivedere al più presto i Dyoniso nuovamente al lavoro.
Silent Scream

Un genere, quello dei Dyoniso, che lega i Tool ai Korn degli esordi, ed in qualche modo alcuni spunti che ricordano anche sostanze più indie quali Jane’s Addiction e Nirvana. Per quanto la diffusione sonora operata dai Dyoniso sia assolutamente pregevole e caratteristica, un sottile cordone ombelicale sembra avvicinarli anche agli inglesi Earthtone9, e purtroppo non soltanto per ciò che concerne la dimensione musicale dei quattro. In questo momento il loro progetto sarebbe, infatti, appeso ad un filo, in via di prematura estinzione: speriamo si possa risolvere entro breve e si possa contare ancora ed ulteriormente del loro spettro musicale gravitazionale, sfocato e meritevole.
Kronic

A primo ascolto, stupisce la qualità della produzione, che mantiene la dinamica e l’impatto tipico della band.
Week Magazine

Una bella realtà questa dei Dyoniso, band sarda che da quasi dieci anni (era il 1995) sonda i terreni del panorama underground solcando anche palchi prestigiosi in compagnia di bands importanti. Dall’amore per il grunge alla passione per il crudo del nu metal, passando dallo stoner psichedelico sino ad arrivare al sound intimista del più paranoico: questo in sostanza il miscuglio influente che ha caratterizzato le sonorità del gruppo fino ad arrivare a questo primo full lenght dal titolo “The Forthcoming Album”, che racchiude in sé un po’ la loro storia complessiva. Otto tracce con l’opener “This Child” che vede la collaborazione di Davide Puggioni dei Clench (band stoner-core sarda) alla voce, altri pezzi simbolo quali “Cuore”, “A-III”, “J.” in cui emergono, anche in modo clamoroso, le ispirazioni di matrice grunge, estrapolandone pero’ i lati piu’ tristi: basti pensare agli arpeggi paranoici degli Alice in Chains, dei Soundgarden o dei Jane’s Addiction, bands che hanno caratterizzato la malinconia punk di quegli anni influenzandone i nostri. “Come ti Suona?” invece è forse il pezzo che sprigiona più rabbia rispetto all’ambientazione spiritualistica di un po’ tutto il disco, con i vari incroci stoner/emo che fanno un po’ da capolinea per le sonorità della produzione complessiva. La stesura dei testi è un punto in più, vista la poeticità acida di “Come ti suona?” o dei trip anagrammatici di “A-III”.
Rockers

Dalla sempre più attiva Sardegna ecco i Dyoniso con questo album targato ormai 2002 ma degno di attenzione. Come i loro conterranei Clench i nostri amano coniugare le sonorità stoner/hard rock con quelle più contaminate di stampo crossover e riescono ampiamente nello sfornare un buon disco. Molto varie le sonorità di questo "The Forthcoming Album" che passa agevolemente da pezzi più d’impatto come l’opener "This Child" (che vede come ospite D.Puggioni proprio dei Clench), più energetico e dirompente, a momenti più liquidi e dilatati come in "Shelter". Un incedere malinconico e rallentato che comunque troviamo anche in altri pezzi, ad esempio in "Cuore", song oscura cantata in italiano che eleggo come migliore del disco.
Noizeitalia

[...] inizia il concerto e il pubblico viene travolto da una muraglia di suono. Come ad ogni concerto dei Dyoniso rimango sotto choc per qualche frazione di secondo, finchè non riesco a riprendere il filo della musica, poi è facile lasciarsi trasportare.
Black Frog - Cirano live report

"This Child" is a grungy piece that is reminiscent of the 90s Seattle scene, complete with sludgy, droning guitar, thudding bass, and pounding drums. I like "Come Ti Suona?" for the title. I can imagine someone in a nursing home putting this CD on thinking that they are getting Perry Como. Talk about a song that will blow out your pacemaker. "Shelter" is pleasant surprise because it is so laid back (in an "Alice in Chains" sort of way), complete with haunting vocals and foreboding guitar. "Cuore" starts off as a mellow piece, then transforms into a full-blown skull-slammer. I think that the most welcome thing about this CD is that the vocals are all in the band’s native tongue (as far as I can tell, at any rate). This is definitely a must if you can’t get enough of that headbangin’ stuff.
Gigs Unlimited


Record Label: Unsigned

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