Eleonora Duse nasce a Vigevano il 3 ottobre del 1858
Figlia d'arte, esordisce a teatro giovanissima: a quattro anni recita nella parte di Cosetta in una riduzione scenica de I Miserabili di Victor Hugo a Chioggia.
Seguendo la compagnia teatrale paterna a cinque anni ha già visitato tutta l'Italia Settentrionale e la Dalmazia.Di straordiario talento nel 1870, a dodici anni, sostituisce la madre ammalata nei ruoli di protagonista della Francesca da Rimini di Pellico e nella Pia de' Tolomei di Marenco.
Tre anni dopo ottiene un ruolo stabile interpretando parti da ingenua nella compagnia paterna.Più tardi lascia il padre e viene assunta come seconda donna nella Compagnia Pezzana - Brunetti e nel 1878 è ingaggiata con il ruolo di prima amorosa nella compagnia Ciotti - Belli - Blanes.
Il primo grande successo lo ottiene nel 1879 con la Teresa Raquin di Zola, a capo di una compagnia insieme a Giacinta Pezzana.
Intanto, parallelamente ai successi, procede la vita sentimentale di Eleonora, una vita intensa, passionale e multiforme, che coinvolge totalmente la sua personalita', come l'ha coinvolta l'ideale artistico. Abbandonata dal suo primo amore, il giornalista Cafiero, da cui aveva avuto un bambino vissuto pochi giorni, sposa un modesto attore, Tebaldo Checchi, da cui nasce nel 1882 la figlia Enrichetta.
Lo lascia per un attore ben piu' noto, Flavio Ando', e si lega poi nel 1884 con Arrigo Boito, poeta, compositore, librettista di Verdi, che risveglia in lei quelle qualita' di gusto e di cultura avvertite confusamente fino ad allora.
Arrigo Boito adattò per lei Antonio e Cleopatra di William Shakespeare
Nel suo repertorio accanto ai drammi degli autori italiani contemporanei figurano anche quelli di Alexandre Dumas: dopo un incontro con Sarah Bernhardt che fu determinante per la sua carriera,
a partire dal 1880 la sua fama si allarga e la Duse si impone in breve tempo come la più grande attrice italiana del suo tempo.
Diversamente dallo stile del tempo, che richiedeva gesti e declamazione che invadevano la ribalta, e' con la sobrieta', con il vivere i personaggi interiormente, con l'intensita' degli sguardi e dei silenzi, che lei domina la scena. Nel mondo internazionale del teatro l'ammirano Cechov, Shaw, Joyce, Chaplin, cosi' come i personaggi di spicco del mondo letterario italiano e straniero .
Tra i suoi maggiori successi figurano La principessa di Bagdad, La moglie di Claudio, La signora delle camelie e molti altri drammi di Sardou, Dumas e Renan.
Nel 1884 portò al successo Cavalleria rusticana di Verga. Contemporaneamente si fa apprezzare in tutta Europa grazie alle numerose tournée all'estero.
Eleonora Duse, con la sua sensibilità , durante tutta la sua carriera si preoccupa di rafforzare con lo studio e la cultura le sue doti innate: infatti si rivolge ad un repertorio di livello artistico sempre più alto interpretando opere come Antonio e Cleopatra di Shakespeare (1888), Casa di Bambola di Ibsen (1891) e alcuni drammi di Gabriele D'Annunzio (La città morta, La Gioconda, Sogno di un mattino di primavera, La gloria).
Con lo stesso D'Annunzio è legata per diversi anni da una travagliata e intensa storia d'amore, e lo stesso D'Annunzio la ricorda in numerose pagine dei suoi scritti e soprattutto nel romanzo Il fuoco.Nei primi anni del ventesimo secolo, la Duse aggiunge al suo repertorio altre opere di Ibsen, come La donna del mare,
Edda Gabler, Rosmersholm che rappresenta per la prima volta a Firenze nel 1906 con le scene di Gordon Craig.Il successo della Duse è ormai a livello mondiale, insieme a Sarah Bernhardt, Ellen Terry e poche altre è considerata una tra le massime attrici di ogni tempo, ma, dopo la rottura definitiva del tormentato legame con D'Annunzio, nel 1909, si allontana per più di dieci anni dalle scene.
Anche se le biografie della Duse ignorano di proposito quanta parte nella sua vita abbiano avuto gli amori femminili, questi sono invece numerosi e ben documentati. Ai tempi in cui abitava a Firenze, nel 1888, conosce Giulietta Gordigiani e nel '94 frequenta la poetessa Lawrence Alma Tadema - con i suoi modi ed abiti maschili - che, insieme a Giulietta, l' accompagnera' nelle sue tournées. Nel 1904 sara' la volta della scrittrice Laura Orvieto, che lei chiama "Benozzo" e a cui manda fiori e messaggi, ricambiata da un amore appassionato che scatena la gelosia sia del marito che dell'amica di lei, Amelia Pincherle Rosselli.
In questo periodo l'unica e poco felice apparizione è cinematografica nel film Cenere (1916) tratto dalle pagine di Grazia Deledda.Il suo ritorno al teatro risale al 1921 con La donna del mare, che la porta anche a Londra nel 1923.Eleonora, che aveva soggiornato nel paesino di Asolo
nel 1909 e poi nel 1919, e si era innamorata di quel luogo di pace,La Duse venne ad Asolo nel 1919, ospite della sua amica Lucia Casale, e innamoratasi del luogo desiderò avere una casa per lei. Prese in affitto la Casa Miller-Morrison e diede l'incarico all'ingegnere Sebastiano Cantoni di sistemarla.
Nei soggiorni ad Asolo, che furono brevi ma numerosi, non poté praticamente mai fruire della casa che stava sistemando.
Intrattenne con l'ing. Cantoni una corrispondenza dalle più svariate località per sapere, sollecitare, consigliare sull'andamento dei lavori della sua casa.
Telegrafa all'ing. Cantoni il 19 settembre 1923, da Vienna: "Mio indirizzo fino 25 Hotel Imperial Wien prego rispondere ricevute acconto - Duse".
Risponde l'ing. Cantoni: " .... .... Spero che da Vienna potrà venire ad Asolo almeno qualche giorno prima della di Lei partenza per l'America .... .... Ma se non avrò la buona ventura di vederla prima, Le auguro di cuore un viaggio felicissimo e che il mare sia tranquillo. Buona fortuna e ritorni presto. .... .
..." "paesetto di merletti e poesia", come lo definiva, tanto da lasciare scritto di voler riposare nel suo cimitero di Sant' Anna, in vista del Monte Grappa, vi tornera', per sempre, nel 1924.
“Amo Asolo perché è bello e tranquillo, perché non è lontano dalla Venezia che adoro; perché è tra il Grappa e il Montello….allorché al mattino apro le imposte della mia camera , nel vano della finestra si inquadra il Monte Grappa. Allora metto due vasi di fiori sul davanzale. Ecco un altare….Questa sarà l’asilo della mia ultima vecchiaia, e qui desidero di essere seppellita….â€
( Lettera di Eleonora Duse a Marco Praga), 1919)
La "divina" Duse muore il 21 aprile -cosi' come era nata-in una stanza d'albergo , lo Shenley Hotel di Pittsburgh di una polmonite presa per essersi bagnata sotto la pioggia nel corso di una lunghissima tournée trionfale negli Stati Uniti . Fu assistita dall'attrice e amica Enif Robert Angelini; al suo capezzale, giorno e notte la coppia di amiche fedeli, Maria Avogadro e Désirée von Wertheimstein, assieme alle quali negli ultimi tempi aveva vissuto . E' a loro che lascia tutto quanto possiede. E' sepolta nel cimitero di S. Anna ad Asolo.
Il fondo Duse
Fu nel 1968 che la nipote monaca di Eleonora, Sister Mary of
St. Mark, donò alla Fondazione un vasto materiale riguardante la
nonna. Sister Mary fu per anni Direttrice della scuola, gestita da
religiose, di San Domenico in Stone, Staff ordshire, ed è deceduta
nell’aprile del 2001. Il Fondo comprende centinaia di lettere
inviate da corrispondenti di ogni parte del mondo all’attrice (tra
i quali notissimi nomi della letteratura e del teatro, sia italiani che
europei e americani) in gran parte ancora inesplorate. Straordinario
documento del rapporto della Duse con la fi glia sono le lettere
a Enrichetta, che rivelano oltre all’intensa sostanza sentimentale
dell’attrice le sue non comuni qualità letterarie: siamo di fronte
a una sorta di scrittura poetica che si organizza tipografi camente
quasi in strutture versali, in una lingua mista francese-italiana che
mira a connotare in forma di pura scansione delle frasi il respiro
dell’aff etto.
Sono presenti nel Fondo anche appunti autografi sotto forma di
diario di Enrichetta Bullough, con informazioni catalografi che e
una nota-guida per l’identifi cazione dei vari quaderni; copioni di
drammi interpretati dall’attrice recanti suggestive annotazioni in
margine e signifi cative espunzioni; oggetti appartenuti all’attrice,
tra cui un prezioso orologio da uomo di Cartier che reca impressa
sulla cassa una coppia di D intrecciate (Duse-D’Annunzio?)
probabile dono dell’attrice al poeta; una serie dei suoi abiti (in gran
parte opera di Fortuny) ben conservati e che hanno conosciuto
recentemente alcuni interventi di riparazione e manutenzione di
Fausto Sarli, maestro della couture italiana. Eccezionale il materiale
fotografi co, costituito in gran parte da originali, che ritraggono
l’attrice sulla scena, nella vita privata e famigliare o insieme ad altri
personaggi. Alcune di esse sono opera dei più famosi fotografi tra
Ottocento e Novecento, quali Edward Steichen, Arnold Genthe,
Primoli e Nunes Vais. Ma ci sono anche foto inedite di D’Annunzio
alla Duse e della Duse a D’Annunzio.
Prima del Fondo Sister Mary, nel 1965 era stata acquisita dalla
Fondazione, donata da Pina Agostini, una raccolta di lettere
inviate da vari autori a Lucia e Pietro Casale, tra cui 114 scritte da
Eleonora Duse tra il 1912 e il 1923. Ma fu soprattutto la vasta eco
che ebbe la donazione di Sister Mary of St. Mark (ne dava notizia
Vittore Branca con un articolo sul “Corriere della Seraâ€, 19 aprile
1969) a stimolare altri donatori in possesso di materiale dusiano a
depositarlo nell’Archivio della Fondazione. Il Fondo proveniente
da Elena Carandini Albertini, giunto alla Cini nel 1969, ha per
soggetto principale la corrispondenza di Arrigo Boito con l’attrice
(297 lettere tra il 1887 e il 1890). Il Fondo arrivato da Vera Valdoni
nel 1974 accoglie 77 lettere scritte dalla Duse tra il 1884 e il 1922
a Olga Ossani Lodi.
Ma dopo quello di Sister Mary, il Fondo più copioso e interessante
relativo alla Duse è costituito dalle centinaie di lettere a vari
destinatari, e di autori vari all’attrice, affi date alla Fondazione nel
1974 da Vera Signorelli Cacciatore. Sono circa 400 lettere ricevute
dall’attrice e da lei inviate a destinatari diversi. Il Fondo raccoglie
anche una serie di rare fotografi e dell’attrice. Olga Resnevic
Eleonora Duse
Signorelli, nata in Lettonia e laureata in medicina, s’insediò a Roma
nel 1909 e conobbe la Duse nel 1915, rimanendo legata all’attrice da
una viva amicizia. Traduttrice in italiano di Dostoevskij, di Tolstoj e di
Cechov, è autrice di ben tre biografi e sulla Duse, la prima delle quali,
edita nel 1938, conobbe uno straordinario successo in Germania nel
1943.
Relativo alla Duse è infi ne il Fondo Cervi contenente sei lettere della
Duse ad Annunzio Cervi e donato alla Fondazione da Telesilla Cervi.
I Fondi della Duse costituiscono un vivo, costante richiamo per studiosi
di tutto il mondo e sono i più frequentati della Fondazione sia da parte di
ricercatori interessati alla personalità e all’arte della Duse sia da storici del
teatro. Essi vengono consultati anche da chi studia personaggi che con
l’attrice hanno avuto un contatto epistolare, come Boito, D’Annunzio
Pirandello, Giacosa, la Deledda, Simoni, Gallarati Scotti, Ibsen ecc.
Frutto dell’esplorazione condotta sui Fondi dusiani presenti alla
Cini sono i numerosi contributi apparsi su riviste, e le tesi di laurea
discusse presso varie Università. Su quei Fondi è costruito il carteggio
D’Annunzio-Duse edito da Le Monnier, Firenze 1975, a cura di Piero
Nardi con prefazione di Vittore Branca. La corrispondenza d’amore tra
Arrigo Boito ed Eleonora Duse è stata pubblicata nella mondadoriana
collana del Saggiatore a Milano nel 1979. La più importante biografi a
della Duse, quella di W. Wearer (se ne veda la traduzione italiana,
Eleonora Duse, Milano 1985) ha visto il noto studioso americano
trascorrere molti giorni nell’Archivio della Fondazione. Particolarmente
operoso è stato, da parte di giovani studiose, l’esame dei copioni del
Fondo Sister Mary: si vedano i saggi di Laura Vazzoler, Due copioni di
Shakespeare per Eleonora, Roma, Bulzoni, 1984 e Paola Bertolone, I
copioni di Eleonora Duse, Pisa, Giardini, 2000.
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