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Nike Not Naike

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"La crisi della nozione del bello, nel XIX produce una estetica del brutto insieme alla consapevolezza "della morte dell'arte", superata dalla filosofia..."Mi presento: sono Nike (nome greco della Dea della Vittoria preso da nonna e non la multinazionale). Da svariate generazioni le donne della mia famiglia, da parte materna, hanno nomi latini e greci. Questo è dovuto ad un trisnonno studioso di lingue antiche che lanciò la tradizione. In sostanza siamo 4 generazioni di donne : Fides Histriae ("fede nell'Istria" in latino) & Nike ; Fides Histriae & Nike... Origini Istriane e veneziane antichissime. Sono cresciuta nell'onirica Venezia, rimasta immutata nel '600, un po' al di fuori della realtà. Venire ad abitare a Roma per me fu una sorta di meraviglia e di shock...Trascrivo qui la riflessione sul mio lavoro, a me più cara ed intima, anche se non la più rcente, dato che, risale a ben tre anni fa.ALICE & PENTESILEA (il filo d'Arianna)Scagli la prima pietra chi, come me, essendosi avventurato per strade sterrate- le strade bianche che incautamente vengono chiamate : Sentieri dell'Arte (o della ricerca creativa), non ha mai desiderato, essere (o diventare) l'Alice di Lewis Carrol? Quell'Alice che, per aver attraversato lo specchio, precipita nell'ignoto e si ritrova nel cosidetto Paese delle Meraviglie. Quel paese che oltre ad essere l'inesauribile frutteto delle metamorfosi è anche l'orto botanico dei primi nonsenses. Frutteto ed orto in cui ci si sente di volta in volta troppo grandi o troppo piccoli... Luogo in cui Marcel Duchamps funge da Cappelllaio Matto e Rose Selavy da sua controfigura ; Frida Khalo da Regina di Picche o di cuori; lo STregatto, enigmatico e sornione si trasforma di volta in volta in pittore iperrealista, animatore di performances, ideatore di environments, protagonista di Happenings: uno dei tanti nuovi realisti o neo-dada che, appollaiati sui rami più alti dell'albero del Mercato dell'arte contemporanea appaiono e scompaiono, senza mai lasciarsi vedere per intiero, ma sempre sorridendo beffardo. Scagli la prima pietra chi, cacciato o fuggito dal Paese delle Meraviglie, non ha mai desiderato vivere, per vocazione o per ripicca un momento "eroico" nella propria ricerca- Per me è stato un periodo che chiamerei gli anni di Pentesilea_ Chi non ha mai sognato di identificarsi, magari in maniera maldestra o per breve tempo, nella pentesilea di Kleist?' Chi non ha mai ceduto alla tentazione di rinunciare al Paradiso Terrestre, morso dal serpente neo romantico del desiderio dell'assoluto?_ Anche se il furore di Pentesilea e la spavalderia di Achille_ entrambi consci di correre incontro ad un destino che non avrebbe risparmiato nè l'una nè l'altro finirà per unirli in un abbraccio fatale... Perchè fatale era l'eccessivo furore dell'uno e l'eccessiva spavalderia dell'altro, tanto che soltanto in un'atto d'amore non consumato essi poterono ritrovare la pace dei sensi e della ragione...Metaforicamente, Alice e Pentesilea, sono stati i due momenti essenziali della mia maturazione "artistica", ma sopratutto ricerca di me stessa, come donna e come pittrice o anche semplicemente, così si dice oggi, come "operatrice culturale". Ed ora? Se è vero che Pentesilea ha in qualche modo scacciato Alice (abbandonandola nel suo Paese delle Metamorfosi e dei nonsenses) è altrettanto vero che la più mite Arianna (forse di Pentesilea più curiosa e disposta ada affronatre l'ignoto) ha scacciato a sua volta Pentesilea. ed ora io vesto i panni di Arianna, anche se dentro me continuano ad esserci sia Achille che Pentesilea_ Come arianna ora vagabondo per un labirinto di cunicoli e stanze di cui è imprevedibile il tracciato e la topografia_ Ne percorro i corridoi, ne attraverso le stanze, bivacco in alcune arredate di di installazioni precarie ed effimere : un letto vuoto ingessato e disfatto, che reca ancora le tracce di chi lo ha abitato: Il relitto di una notte d'amore... Un lavoro complesso, in seguito rielaborato in una serie di fotografie. Come se un letto, dopo aver a lungo galleggiato alla deriva , fosse approdato tra le pietre e i canneti di una riva in un lago fotografico... E ad accoglierlo ci fossi stata io. Poi di stanza in stanza, di corridoio in corridoi altre installazioni. " Televisori fluorescenti tra le rovine spente dell'antichità, in cui i televisori sono, come le rovine, privi di personaggi, ma non di colore, quasi fossero luminose scatole cromatiche prima d'una ripresa cinematografica o fotogrammi d'un film di cui sono stati cancellati gli attori_ Più in la, in un'altra stanza, ancora delle foto allle pareti: un dipinto già predisposto da un fatto di cronaca "l'indomani dell'ennesimo incendio a casa Huscer", in cui si mostra come, malgrado la desolazione dell'icendio che ha distrutto la casa, essa è "rivisitata" da personaggi che forse ne erano gli abitanti, ma più probabilmente soltanto individui che, nell'incendio e nell'abbandono, ritrovano situazioni analoghe, anche se meno appariscenti e drammatiche... Ma tra stanza e stanza, qua e là, dentro nicchie o appese alle pareti del mio labirinto "icone" e ritratti che molto devono alle pagine patinate delle riviste di moda o del reality show in cui regna Narciso ( e naturalmente il suo antagonista Sicrano). Equivoche immagini di donne, ragazzi, ragazze e forse anche ermafroditi d'un estatico realismo sempre in bilico tra sogno interrotto, una speranza delusa o l'affanno d'un interrogativo senza risposta. Più in là quadri di donne dai capelli multicolori (quasi Meduse elettroniche), le guance imbellettate di biacca o cipria azzurrina che non sanno scegliere se essere marionette, bambola o automa e perciò svelano un quasi sorriso rassegnato_Più in là ancora, in una specie di cunicolo cieco un ritratto di donna dagli occhi metallici che esibiscono la sua alienazione, quasi fosse una sfida, una vittoria o una patente di nobiltà... Ed infine l'ultima tela : rosso fuoco, rosso cupo e catrame : prenominazione d'un Amore Torbido tra un uomo e una donna che già non possono più parlarsi se non voltandosi le spalle, con lo sguardo perso nel vuoto.Come vedete, anch'io nei panni di Arianna, dipano, il mio intricato gomitolo, lasciando dietro di me la speranza di ritrovare la porta da cui sono entrata o che il mio filo guidi i passi del mio liberatore, di quel Teseo che prima o poi mi toccherà incontrare, quasi fosse un destino e non una mia scelta e che perciò non ho alcuna fretta di conoscere_ Mi addentro con ansia in questo mio labirinto sperando di trovare finalmente Minotauro che sa essere buono, triste e terribilmente solo. pi

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